Cosa può dare nell'immediato e quali sono le prospettive del nuovo acquisto dell'Inter, arrivato dal Sassuolo dopo la miglior stagione della sua carriera
«Secondo me erano soldi buttati dalla finestra». Con queste parole il presidente De Laurentiis trovò conveniente liquidare la questione-Politano, fino a poche ore prima vicinissimo a vestire la maglia del Napoli. In quel momento la squadra partenopea era prima in classifica, ancora lontana da quel logorio – tecnico, psicologico, ambientale – che porterà al sorpasso dalla Juventus; la “spacconata” del presidente azzurro era motivata dal fastidio per la mancata chiusura della trattativa, e il bisogno di dare responsabilità al resto della squadra.
Le parole di De Laurentiis restavano comunque gratuite, considerando che Politano – tra i giocatori trattati – era stato l’unico ad accettare il passaggio immediato al Napoli, interrotto solo per volontà del Sassuolo: «Ci sono rimasto male» dirà poi «avevo paura di aver perso la grande chance della mia carriera». Alla fine gli farà bene restare: nella seconda parte della stagione Politano si rivelerà un giocatore fondamentale per i neroverdi, trascinati verso una salvezza che sembrava complicarsi più del previsto.
In estate le prospettive erano molto diverse: dopo la separazione con Di Francesco il Sassuolo ripartiva da un altro allenatore giovane ed emergente, Cristian Bucchi, e dal solito nucleo storico. Le uniche partenze rilevanti erano quelle di Defrel e Pellegrini, che nei piani del diesse Carnevali dovevano essere “assorbite” dalla valorizzazione di giocatori di proprietà come Falcinelli, Sensi e (soprattutto) Politano.
La stagione è partita malissimo: nelle prime 7 il Sassuolo ne ha perse 5, e nelle settimane successive – nonostante qualche lampo (come la vittoria sulla SPAL, firmata proprio da Politano) – Bucchi non è riuscito a dare un giusto indirizzo alla squadra. A novembre, dopo 9 sconfitte su 14, l’allenatore ha lasciato il posto all’esperto di salvezze Iachini.
Più libertà, più responsabilità
Inizialmente l’allenatore ascolano ha mantenuto il 4-3-3 di inizio anno, con Berardi e Politano sulle due fasce. Il secondo si è messo largo sulla sinistra, sul piede forte, lasciando la fascia destra (e gli spazi per tagliare) al compagno di reparto. La prima vittoria è arrivata nello scontro diretto col Crotone, deciso da Politano. Le due azioni che hanno portato alla vittoria sono una summa delle qualità del giocatore: finta a uscire, scatto verso il fondo e cross al centro per l’assist del vantaggio, taglio dentro e tiro sotto all’incrocio per il (2 a 0).
A dicembre il Sassuolo ha vissuto un periodo d’oro, battendo anche Sampdoria e Inter (altro assist di Politano), ma arrivata a quota 22 punti incappa in una lunga serie negativa.
A inizio marzo, dopo 9 partite consecutive senza vittorie (4 pareggi e 5 sconfitte), il Sassuolo si è ritrovato inaspettatamente al terzultimo in classifica. Iachini ha deciso quindi di passare alla sua coperta di Linus, il 3-5-2, affidando le chiavi dell’attacco a due giocatori mobili come Berardi e Politano. I due hanno il compito di svariare su tutto il fronte di attacco, tenendo palla e aprendo alle transizioni del resto della squadra.
Il nuovo ruolo regala a Politano molta più libertà di manovra, aumentandone le possibilità. Nella coppia con Berardi occupa il centro destra, dove può tagliare verso il centro con e senza palla, ma anche allargarsi e cercare il fondo. Alla prima partita mette a segno l’assist decisivo per la vittoria sull’Udinese, la settimana dopo segna il gol che fa scivolare il Napoli a -4 dalla Juventus.
Dopo la piccola rivincita sui partenopei, Politano inaugura una discreta serie di scalpi: nelle settimane successive l’attaccante segna il gol del pareggio col Milan e il vantaggio con l’Inter, sempre a San Siro, e in mezzo segna i gol decisivi con Benevento, Fiorentina e Sampdoria, 4 reti che portano 7 (preziosissimi) punti per la salvezza degli emiliani. Alla fine della stagione metterà insieme 10 gol e 4 assist, partecipando alla metà dei gol segnati dal Sassuolo.
Le qualità di Politano
Con più spazi e responsabilità, Politano ha disputato la migliore stagione della sua carriera. La crescita è stata lenta ma costante, un continuo affinamento delle qualità grezze mostrate già nei suoi primi passi tra i professionisti. E dire che il giocatore non è di quelli che rubano l’occhio. Politano ha un fisico più che ordinario: è alto 171 cm e pesa 65 kg, non ha grande esplosività nei primi metri, né la forza per farsi sentire in un calcio molto fisico come quello della Serie A.
Limitazioni del genere vengono superate dal peso delle sue qualità specifiche. Politano esegue i suoi gesti tecnici con grande naturalezza, lo stop in movimento e il rientro sul piede forte in particolare. È molto dinamico e reattivo, possiede buone letture di gioco e una grande progressione, valorizzata da un controllo elegante che gli permette di guadagnare sempre spazio sull’avversario diretto. Qualità e tempismo gli permettono di saltare l’uomo senza eccessive difficoltà, ovviando a qualche problema nei dribbling da situazione statica (dove invece fa più fatica).
In questa stagione l’attaccante ha mantenuto una media di 1.9 dribbling a partita: un rendimento lontano dai numeri di A. Gomez (3.2) e Dybala (2.8), ma che lo vede comunque ai vertici del ruolo. La sua giocata preferita è il taglio da destra verso il centro, con cui si apre lo spazio per la conclusione o la rifinitura. In conduzione Politano usa poco il piede debole, ma compensa con una grandissima sensibilità dell’esterno sinistro, che gli permette di prendere velocità anche quando – ben marcato – si trova a dover percorrere il campo in orizzontale.
L’ottimo uso dell’esterno gli permette di giocare bene anche sulla fascia sinistra, dove può attaccare il fondo ma anche cercare il centro, sempre con grande pericolosità. Uno dei suoi migliori gol in stagione è stato quello in casa col Crotone, su un taglio dalla sinistra concluso con un gran colpo col destro.
In questa rete si nota una piccola, grande particolarità di Politano: un giocatore che usa pochissimo il destro, in conduzione, ma quando è il momento di tirare col piede debole sa inventarsi gol di spessore.
La capacità di calciare con entrambi i piedi permette all’attaccante di cercare la porta quasi da ogni posizione, con buoni risultati. Quest’anno - nonostante una squadra abbastanza povera, a livello di gioco - Politano si è mantenuto su una media di 2.8 tiri a partita: tra le squadre arrivate dalla settima posizione in giù, è il migliore dopo Quagliarella.
Tuttavia, non tutti i tentativi sono giusti: a volte è troppo scolastico nelle scelte, e finisce per essere prevedibile; ma sotto porta è un giocatore molto freddo, e nel tiro.da fuori, quando prende bene la mira, è spesso letale. I 10 gol segnati in stagione, a fronte di 9 xg totali, lo dimostrano.
Con questo rendimento Politano si è preso un posto nella Top XI italiana della Serie A, basata sui dati Opta.
Nel Sassuolo lui e Berardi hanno avuto molta libertà, in tal senso; all’Inter lo spazio per la manovra sarà ridotto, e Politano dovrà ripulire il proprio calcio, limitando al massimo giocate forzate e superflue. Da questa crescita passa la riuscita del suo adattamento al fianco di giocatori (a loro modo) accentratori come Icardi, Cadreva e Perišić.
Il suo arrivo regala a Spalletti una soluzione in più sulle due fasce, dove quest’anno – per scelta, ma anche per mancanza di alternative – la squadra si è trovata a dover spremere i titolari Perišić (37 presenze, 3.317 minuti) e Candreva (36 presenze, 2.562 minuti). Politano può essere una buona alternativa per entrambe le fasce, pure se con caratteristiche diverse.
A sinistra non può garantire la stessa varietà di gioco di Perišić, praticamente ambidestro, ma può occupare una funzione di gioco simile, dando un appoggio alla risalita in fascia e scambiando con Icardi al centro. Ad ogni modo, la collocazione più probabile dovrebbe essere sulla destra, dove Politano ha fatto vedere le cose migliori.
Nell’Inter dello scorso anno Candreva si è spesso trovato ad occupare un ruolo da esterno puro, col compito di risalire il campo e cercare il cross in mezzo per Icardi e i tagli di Perišić. Al netto dei tanti errori (come noto, tenta 8 cross a partita, sbagliandone 6.3) Candreva ha rivestito un’importante influenza sulla squadra, mettendo anche a referto una media di 2 passaggi chiave a partita (che hanno fruttato 8 assist).
I problemi sono arrivati nella parte finale della stagione, quando l’Inter – logora nei singoli, oltre che nel gioco – si è trovata a dover dare maggiore varietà alla propria manovra offensiva. Spalletti ha provato diverse soluzioni, e ha chiuso la stagione utilizzando Candreva in posizione più interna, nel mezzo spazio destro, con Perišić e Cancelo a dare ampiezza. Un ruolo che l’esterno interista ha sofferto abbastanza, ma che sembra ritagliato su misura per Politano.
In questo senso, Politano integra e completa il reparto offensivo dell’Inter, rappresentando un’alternativa più adattabile di Candreva e più affidabile di Karamoh. Alla sua duttilità (può giocare in entrambe le fasce) si aggiungono le sue qualità nella rifinitura: nell’ultima stagione ha viaggiato sulla media di 1.7 passaggi chiave a partita, mostrando di sapersi adattare bene anche con un compagno di reparto (e questa potrebbe essere un’idea in un ipotetico 4-4-2 con Icardi).
Nonostante i 24 anni, Politano rappresenta una scelta sicura: non al livello dei migliori, ma con una completezza tale da renderlo un’ottima risorsa per qualsiasi squadra. Con questo acquisto l’Inter trova un giocatore, al netto delle prospettive, dalla sicura utilità.