Terminata nel peggior modo possibile l'avventura di Antonio Conte al Chelsea. Un addio al veleno, epilogo di un rapporto che si è deteriorato nel tempo: ora la parola passa agli avvocati
Un epilogo del genere non potevamo immaginarlo. Che la storia fra Conte e il Chelsea fosse ormai arrivata alla fine, nonostante Antonio dirigesse i primi allenamenti della stagione, era ormai chiaro a tutti. Ma tutti pensavamo che il problema fosse soltanto la lunghezza delle trattative fra Napoli e Chelsea per l’affare Jorginho e l’affare Sarri. E invece il problema principale non sta qui. Perché ormai fra De Laurentiis e il club inglese è tutto a posto, sia per quanto riguarda l’allenatore che per il centrocampista.
Ora il problema è tutto fra Conte e il Chelsea. Ed è un problema gigantesco, anche di comunicazione. Oggi a Conte è stato dato il benservito: esonerato. Ma l’ufficializzazione ancora non è stata data. Perché non ci sarà il solito comunicato stampa: ringraziamo Antonio per il lavoro svolto, gli auguriamo le migliori fortune in futuro. Formula trita e ritrita, anche ipocrita. Stavolta non ci sarà spazio per nulla di tutto questo.
Perché Conte e il Chelsea si sono lasciati male, malissimo. Si preannuncia una battaglia legale tra l’allenatore e il club dopo che l’italiano e il suo staff sono stati sollevati dall’incarico. Il Chelsea infatti contesterà all’allenatore alcuni comportamenti non consoni (come – immaginiamo - i messaggi inviati a Diego Costa, ad esempio) e usa questo pretesto per non riconoscergli la penale che gli spetterebbe in caso di esonero.
Quando infatti Conte rinnovò il suo contratto lo scorso anno, era stata inserita una clausola, una sorta di penale al contrario. Se il Chelsea avesse esonerato il suo allenatore gli avrebbe non solo riconosciuto subito tutto l’anno per intero, ma addirittura una cifra in più. E da quel momento ognuno sarebbe stato libero da vincoli contrattuali. Una penale d’uscita insomma, una clausola antiesonero…
Ora però il Chelsea ritiene che ci siano i termini per non riconoscere nulla al proprio (ex) allenatore. Gli hanno contestato diverse situazioni non in linea con obbiettivi e filosofia societaria. Quindi licenziamento per giusta causa. Sicuramente verrà chiamato qualcuno a giudicare queste presunte irregolarità ma nel frattempo sempre per una clausola presente nel contratto, in caso di esonero per giusta causa anche i suoi collaboratori non percepiscono nulla.
Il Chelsea prima ha “sperato” che Conte trovasse un’altra squadra che lo affascinasse. Ma non è successo (nonostante le avances del Real). Lo ha convocato per dirigere i primi allenamenti della stagione e lui (naturalmente) si è presentato. Negli ultimi giorni sperava in un passo falso di Conte per evitare di dargli quanto pattuito nel contratto in modo per dilatare anche i tempi di pagamento. Ma questo non è accaduto e si è arrivati a questo punto.
Il punto più basso di un rapporto che all’inizio era divampato culminando con una vittoria storica, al primo tentativo, della Premier: poi i primi screzi per promesse disattese, per aspettative troppo alte, per un nervosismo sempre crescente. Ora si passa dagli avvocati: la peggior fine possibile.