Fiorentina, ecco Pjaca: "La 10 è un onore e una responsabilità. Volevo questa squadra sin dall'inizio"

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Il talento croato arrivato dalla Juventus si presenta alla stampa e ai suoi nuovi tifosi: indosserà la maglia n.10 della Fiorentina, la squadra "che ha voluto fin dall'inizio". Poi, svela: "Badelj è stato importante per la mia decisione, Mandzukic il mio punto di riferimento alla Juve"

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Marko Pjaca è il fiore all'occhiello di questa campagna acquisti della Fiorentina, mirata al ringiovanimento di una rosa tramite l'innesto di talenti purissimi, dal futuro potenzialmente luminoso. E il croato, dopo il biennio non fortunatissimo alla Juventus, è uno di questi. Oggi è stato presentato in conferenza stampa: "La trattativa - ha detto Pjaca - è stata lunga, però volevo venire qui fin dall'inizio e sono felice che alla fine sia successo: non vedo l'ora di cominciare a giocare. Darò il 100% per fare bene qua, perché arrivino buoni risultati. Io la stella della squadra? Questo status per me è sicuramente una responsabilità e uno stimolo in più per fare bene a partire dagli allenamenti". Uno status testimoniato ulteriormente dal numero di maglia che ha preso: "Indossare la 10 della Fiorentina è un onore, ma anche una responsabilità: il mio obiettivo è dimostrare a tutti che merito questa maglia".

La Juve, Mandzukic e Ronaldo

Pjaca è reduce da una seconda parte di stagione disputata in Germania, allo Schalke 04: "Sono pronto per giocare, poi la forma migliorerà con il tempo. La cosa più importante imparata in Italia? Sicuramente che la tattica conta molto, l'ho imparato alla Juve. Per il resto, il calcio è calcio, in Croazia così come in Italia o negli altri campionati". L'ex bianconero torna poi sulla trattativa e sul timore che potesse saltare: "Non ho mai avuto questo pensiero, ho continuato a sperare come ho fatto fin dal primo giorno. Ho parlato anche con Badelk, mi ha convinto, è stato importante nella decisione". Alle spalle si lascia la Juventus di Ronaldo, ma anche di Mandzukic: "Mario mi ha aiutato molto alla Juve, era il mio punto di riferimento. Giocare con Ronaldo? Non ho rimpianti, ho riflettuto su questo, ma devo comunque pensare alla mia carriera e non alla sua. E io devo giocare". Chiusura sull'esperienza Mondiale: "Incredibile, un'emozione unica. Me la porterò sempre dentro".