Il giovane difensore spagnolo ha dovuto fare i conti per due volte con il tumore ai testicoli. Ne è uscito da vincitore in entrambi i casi e ora il club basco, che non lo ha ma lasciato da solo, ha deciso di rinnovargli il contratto per sette anni
Yeray Alvarez ha appena rinnovato il suo contratto con l'Athletic Bilbao. Un accordo per altri sette anni, praticamente a vita. Una rarità nel calcio di oggi, così come rara è la sua storia. Sì, perchè il giovane difensore classe 1995 ha dovuto affrontare avversari molto più forti dei vari Messi, Suarez e Griezmann. Ha dovuto fare i conti con il tumore ai testicoli, che lo ha colpito per ben due volte. La prima nel dicembre del 2016, appena due mesi dopo il suo debutto con la prima squadra. Aveva solo 21 anni, un "bambino" al cospetto di una malattia gigante. Dalla battaglia contro il cancro ne è uscito vincitore, con il suo solito sorriso e la sua determinazione. 46 giorni dopo la diagnosi era già in campo ad aiutare i compagni. Poi però, nel giugno dello stesso anno, la recidiva che lo obbliga ad abbandonare il ritiro della Spagna U21 in vista dell'Europeo e a ricominciare tutto da zero. Un cazzotto duro da incassare, per tutti ma non per Yeray. E' tornato a giocare nel febbraio del 2018. Da lì non si è più fermato, tanto da scendere in campo in 30 partite su 38 nell'ultima Liga. Ora il rinnovo con il suo Athletic, la squadra che lo ha accolto e cresciuto. Che non lo ha lasciato mai da solo.
"Sono orgoglioso"
Chi vuole portarselo via, da oggi, dovrà pagare la clausola rescissoria da 70 milioni: "La cosa più importante di un viaggio è con chi lo fai", le parole pubblicate dal club sulla propria pagina Twitter al momento dell'annuncio. Una frase semplice, ma vera. Yeray Alvarez non è mai stato lasciato da solo dai compagni, che per lui sono arrivati perfino a rasarsi i capelli: "Sono molto fortunato. E' un vero orgoglio poter rinnovare con l'Athletic", ha spiegato lo stesso difensore in conferenza stampa. Al suo fianco il presidente Aitor Elizegi e Rafa Alkorta, il direttore sportivo. Ancora insieme quindi. Nella buona e nella cattiva sorte, come una famiglia.