
Stranieri Serie A negli anni 80: i giocatori in Italia dopo la riapertura
Esattamente 40 anni fa, il 9 maggio 1980, il Consiglio federale approvava il ritorno degli stranieri in Serie A dopo quasi quindici anni di chiusura delle frontiere. Tra grandi campioni e qualche meteora, ricordate chi furono i primi colpi?

Il fallimentare Mondiale del 1966 portò la Federazione a chiudere le frontiere della Serie A, in nome di una nuova rinascita del talento made in Italy. I progressi, però, furono pochi e successivamente allo scandalo del Totonero i vertici decisero di fare marcia indietro: nella stagione 1980-81 consentirono, infatti, a tutti i club del campionato di acquistare un calciatore straniero. E così arrivarono dall'estero 11 nuovi calciatori...

MICHEL VAN DE KORPUT (Torino). Il primo colpo in assoluto fu il difensore olandese, acquistato dal Feyenoord. Il suo anno d'esordio si concluse con 22 presenze in campionato più 11 tra Coppa Uefa e Coppa Italia. L'avventura europea terminò agli ottavi, mentre in A i granata non andarono oltre il 9° posto. Più entusiasmante fu il percorso in Coppa Italia, concluso tuttavia con la sconfitta nella doppia finale contro la Roma. Lasciò il Toro dopo tre stagioni

LIAM BRADY (Juventus). La squadra bianconera, invece, si rafforzò con l'acquisto del centrocampista irlandese, proveniente dall'Arsenal. In Serie A si impose subito, realizzando 8 gol in 28 partite e contribuendo alla vittoria dello Scudetto. Di alto rendimento fu anche la sua seconda e ultima stagione a Torino, anch'essa conclusa con il tricolore. Meno bene, invece, andò l'esperienza nella coppe europee. Fu poi ceduto alla Sampdoria

PAULO ROBERTO FALCAO (Roma). Il colpo in prospettiva più importante fu registrato dalla società giallorossa. Il brasiliano arrivò dall'Internacional e il suo non fu un inizio in discesa. Il suo rendimento, però, migliorò notevolmente col passare del tempo e dopo aver trascinato la squadra al secondo posto, al suo terzo anno nella capitale fu uno degli artefici principali per la conquista dello Scudetto. Seguì un'altra grande annata, culminata con la finale di Coppa dei Campioni, poi il 16 dicembre '84 giocò la sua ultima partita prima del ritorno in patria al San Paolo

HERBERT PROHASKA (Inter). La società nerazzurra, campione d'Italia in carica, provò a confermarsi regina del campionato con l'acquisto del trequartista austriaco, preso dall'Austria Vienna. Disputò 40 gare tra campionato e coppe durante la stagione d'esordio, ma il suo rendimento - a causa soprattutto di ritmi diversi rispetto alle sue esperienze passate - non fu all'altezza delle aspettative. Nella seconda stagione, tuttavia, riuscì a vincere la Coppa Italia prima di trasferirsi alla Roma dove riuscì a conquistare lo Scudetto

DANIEL RICARDO BERTONI (Fiorentina). I viola si rinforzarono con l'esterno offensivo, campione del mondo con l'Argentina nel 1978. Segnò 4 gol in 25 partite durante il suo primo campionato, poi finì per diventare uno dei punti di riferimento della squadra toscana, senza riuscire tuttavia a centrare il sogno Scudetto. Dopo 31 reti in 122 presenze in 4 stagioni, lasciò Firenze per volare in direzione Napoli dove raggiunse Maradona

RUUD KROL (Napoli). La società azzurra, invece, preferì puntare sul difensore olandese, dotato di grande affidabilità e protagonista delle tre Coppe dei Campioni vinte dall'Ajax all'inizio degli anni '70. Preso dai Vancouver Whitecaps, rimase al Napoli per quattro stagioni prima del ritiro, confermando un ottimo rendimento e mostrando spiccate doti anche in fase offensiva. Non riuscì, tuttavia, a mettere in bacheca altri trofei

JUARY (Avellino). Gli irpini presero l'attaccante verdeoro dai messicani del Leones Negros e in pochi mesi conquistò l'affetto di tutti. Futuro campione d'Europa col Porto, segnò 5 reti in 12 gare alla sua prima stagione in Italia, diventando celebre per le sue danze di esultanza intorno alla bandierina. Ancora meglio, in termini realizzativi, andò nell'annata successiva, l'ultima giocata con l'Avellino prima del passaggio all'Inter

ENEAS (Bologna). Anche i rossoblù puntarono a rinforzare il reparto d'attacco, con il giocatore brasiliano proveniente dal Portuguesa. Il rigido clima invernale del nord Italia e la costante saudade gli complicarono notevolmente l'adattamento alla Serie A e nel suo unico anno al Bologna firmò appena 3 reti in 20 presenze. A fine stagione fu ceduto all'Udinese, ma andò subito via - prima ancora che cominciasse il campionato - per far ritorno in Brasile

HERBERT NEUMANN (Udinese). Eneas passò ai friulani nell'ambito di uno scambio che portò il centrocampista tedesco al Bologna. Ma a portare Neumann in Italia fu proprio l'Udinese, acquistandolo dal Colonia dove aveva disputato stagioni di ottimo livello e vinto una volta la Bundesliga. In Serie A - nonostante la salvezza conquistata - non riuscì a garantire quel salto di qualità sperato e dopo una sola stagione, con un gol all'attivo, fu ceduto.
Foto Twitter @Udinese_1896

SERGIO FORTUNATO (Perugia). Un vero flop si rivelò anche l'acquisto dell'argentino, proveniente dall'Estudiantes. Considerato giocatore di grande talento, l'attaccante riuscì a collezionare solo 12 presenze nella sua prima e unica annata in Serie A, trovando due gol nel finale di campionato. Terminata la stagione, si trasferì al Las Palmas

LUIS SILVIO DANUELLO (Pistoiese). Disastrosa fu, infine, l'operazione che portò l'attaccante brasiliano in Italia. Acquistato dal Ponte Preta, scese in campo solo 6 volte - più una in Coppa Italia - senza mai riuscire a garantire un rendimento sufficiente e realizzare un gol. Fu così relegato subito in panchina e poi in tribuna, prima di far ritorno in Brasile

Non tutte le società decisero quell'anno di sfruttare la nuova normativa e acquistare giocatori stranieri. 5 club su 16 dell'allora Serie A, infatti, rimasero con soli giocatori italiani in rosa: Ascoli, Brescia, Cagliari, Catanzaro e Como