
Comprare i giocatori piuttosto che "allevarli". È la tendenza che si è sviluppata nella nostra Serie A nelle ultime stagioni, come emerso da uno studio sviluppato dal Cies che ha analizzato per tre anni tutti gli esordienti nei top-5 campionati europei, per cercare di capire quanti erano stati acquistati da Paesi stranieri (e quindi eventualmente da dove) e quanti invece formati direttamente. In Italia, per un giovane della Primavera, o sei molto forte oppure lo spazio non c'è, per cui è molto frequente l'uso del prestito. All'estero si sono concentrati soprattutto sulle cosiddette squadre B, mentre da noi non si sono ancora sviluppate. Potrebbero essere un’ulteriore risposta alla crisi che investirà il calcio: puntare ancora di più sul settore giovanile, sulla formazione completa e diretta, e valorizzare ancora di più il proprio patrimonio

DA DOVE ARRIVANO GLI ESORDIENTI IN ITALIA | La nostra Serie A è la più sbilanciata verso l’acquisto. Infatti soltanto il 24,9% dei giocatori che partecipano alla A (e che quindi hanno esordito) provengono dal settore giovanile di una squadra di A. Il 12,2% arriva da una squadra promossa. Tutto il resto, ovvero quasi il 63%, una società di Serie A lo acquista

ESORDIENTI IN EUROPA | Qual è, invece, la media rilevata dal Cies nei top-5 campionati europei? Le percentuali di chi compra dall'estero scende notevolmente fino al 48%, mentre il 13% degli esordienti arriva dalla promozione e il 39% viene formato all'interno del club

DA DOVE ARRIVANO GLI ACQUISTI ESORDIENTI IN ITALIA | Il 65,8% degli acquisti che poi esordiscono nel massimo campionato italiano arrivano dal mercato internazionale, piuttosto che dalle categorie inferiori che occupano appena il 34.2%

ESORDIENTI NEI TOP-5 CAMPIONATI PER NAZIONALITÀ | Il dato precedente sorprende ancora di più se viene considerato che dalla B e dalla C arrivano in A (o comunque in una prima divisione dei top-5 campionati in Europa) circa il 9% dei giocatori esordienti (106): è la percentuale più alta subito dopo le serie minori inglesi (125 giocatori). Prima ancora di Spagna (95), Francia (91), Olanda (75), Portogallo (74), Belgio (71). Più anche del Brasile (60) e dell’Argentina, che sono le nostre Nazioni preferite per acquisto di esordienti

PROMOZIONI LIMITATE IN A | In Italia sono veramente pochi i giocatori che arrivano dalla Primavera direttamente in Serie A. Sono appena 9 su 425, ovvero circa il 2%, almeno lo scorso anno. Di questi 9 soltanto 3 hanno fatto più di 10 presenze: Kulusevski, Vlahovic e Kumbulla

GIOCATORI DATI IN PRESTITO | Le società di Serie A prestano molto di più che tutte le altre leghe europee. Quest’anno 456 giocatori sono finiti in giro, per l’Italia principalmente, quasi il triplo della Liga (159). Un numero che resta nettamente superiore anche rispetto alla Premier League (154), Bundesliga (114), Ligue 1 (98) ed Eredivisie (56)

L'UTILIZZO DELLE SQUADRE 'B' | Questo studio può far riflettere ed essere utile per cambiare strategie. Una soluzione può essere allargare il discorso alla formazione interna, alle seconde squadre. Le squadre B vengono utilizzate (con metodologie diverse) in quasi tutti i Paesi, con dei risultati sul lungo periodo di una certa entità, sia a livello tecnico che a livello economico. In Spagna ad esempio, con le squadre B, si arriva a una percentuale del 50% per i giocatori formati in patria: 40 dei 42 club totali che compongono la Liga e la Segunda Division hanno una seconda squadra. È un'idea che giova al movimento e anche alla Nazionale

JUVE U-23 | In Italia, al momento, ci ha provato soltanto la Juventus. In questo modo mantiene il controllo diretto sui giocatori, continua a formarli in un contesto diverso da quello della Primavera e dimezza il numero dei suoi calciatori in prestito che, in teoria, sono i più “pronti” (dati alla mano, giocano molto di più). Basta osservare i dati a partire dal 2018-19, stagione in cui i bianconeri hanno introdotto la squadra B: il numero di giocatori in prestito si è dimezzato, dai 49 di due anni fa ai 25 attuali