Ancelotti-Real Madrid: sarà il "remake" dei migliori anni?

REAL MADRID

Alfredo Corallo

Una storia da film quella di Ancelotti, che è stato realmente attore per il cinema, una delle sue grandi passioni insieme al canto (e alla buona tavola...). Ripercorriamo la sua "carriera artistica" attraverso le performance cinematografiche e musicali di Carletto, tornato ad allenare il Real Madrid per girare il seguito dei migliori anni...

ANCELOTTI AL REAL: "FELICE COME LA PRIMA VOLTA"

L'Ancelotti che cantava Hala Madrid y nada más - l'inno eccezionalmente composto per la vittoria della Decima - era al punto più alto della "carriera artistica", che si è sempre intrecciata con l'epica del suo romanzo calcistico, da giocatore e poi da allenatore. Troppo forte la tentazione del "bis" sul palco del Bernabéu, "porque nadie resiste tus ganas de vencer", nessuno può resistere al Real e alla sua voglia di vincere. È un sentimentale, Don Carlo: "Io come un gentiluomo, e tu come una sposa", vedi l'ammaliante señorita in camiseta blanca che nell'estate del 2013 gli aveva rubato il cuore. Finalmente "juntos de nuevo", come nei loro migliori anni. Ma se la poesia di Renato Zero incarna la sua guida spirituale, Volare e O surdato 'nnammurato conservano un posto privilegiato nel greatest hits di Carletto, che ha portato più volte in tour per i teatri dei sogni europei prima del clamoroso e per questo attesissimo sequel in salsa merengue. Già, con la musica, il cinema e la cucina (a proposito di salse e film già visti) sono ingredienti indispensabili per lo chef emiliano, assolutamente complementari alla riuscita del piatto. "Nel mio lavoro - raccontò nel 2016 alla rivista tedesca Welt am Sonntag - mi capita spesso di usare dei film per motivare i miei giocatori. Ai tempi del Milan, alla vigilia della finale di Champions contro la Juventus, ho preparato un video col discorso di Al Pacino in Ogni maledetta domenica. È stato un momento molto emozionante. E poi abbiamo vinto". D'altronde, prima di passare alla "regia", Ancelotti si era calato nei panni dell'attore e sebbene in alcune di queste pellicole non abbia recitato direttamente, c'è parecchio della sua storia, dalle origini a oggi: è stato un Ragazzo di campagna, Mezzo destro e mezzo sinistro, l'Allenatore nel pallone, Don Camillo e perfino l'Esorcista...

Ancelotti nell'Allenatore nel pallone
Da sinistra: Ciccio Graziani, Ancelotti, Lino Banfi, Odoacre Chierico e Roberto Pruzzo nella commedia "L'Allenatore nel pallone"

 

Il Ragazzo di campagna

Nessuna parte nel cult "bucolico" pozzettiano: Carletto è stato veramente un ragazzo di campagna. Delle sue radici parlò nel 2009 in un'intervista a Gianni Mura (per Repubblica) in occasione del suo 50° compleanno. "Mi chiamo Carlo Erminio, come mio nonno. Era piccolo e gli dicevano Carlino. In via Vallicella, a Reggiolo, stavo da dio. Il giorno più bello era quando si ammazzava il maiale. Mio padre Giuseppe faceva il mezzadro. Un terreno di 23 biolche mantovane, circa 8 ettari: grano, mais, vigna, barbabietole da zucchero, 10 mucche da latte, un po' di galline. Un trattore Fiat 21 cavalli, una falciatrice, se mancava un attrezzo lo si scambiava, tra contadini. Ricordo come fosse oggi quando arrivava il padrone. Davanti al mucchio di grano tracciava una riga col bastone: questo è mio, questo è tuo, diceva a mio padre. Queste sono mie, e prendeva regolarmente le galline più belle e grasse, e queste sono tue. Io andavo in bici, a 13 anni ho vinto i Giochi della Gioventù, a 12 mi sono rotto un braccio andando a sbattere contro il camioncino di un ambulante, ma mi piaceva di più il pallone".

Un diavolo per Don Camillo

Così, tira i primi calci a Reggiolo e a 16 anni entra nelle giovanili del Parma. Debutta in C1 e alla terza stagione con i ducali il nuovo tecnico Cesare Maldini ne fa un perno della squadra: è lui a regalare la promozione in Serie B ai gialloblù con una doppietta nello spareggio contro la Triestina. Ma è ancora in Emilia, nella Brescello di Giovannino Guareschi, che Carletto esordisce sul grande schermo, nel 1983, quando per tutti era "Bimbo" nonostante fosse ormai un senatore della Roma di Nils Liedholm campione d'Italia. È Terence Hill - regista e protagonista - a chiamarlo per un ruolo nel suo Don Camillo, remake del film con Fernandel e Gino Cervi del 1952. A trent'anni di distanza l'eterna battaglia tra il parroco e il sindaco comunista Peppone si combatte su un campo di calcio: Angeli contro Diavoli. E tra i Devils - che "comprano" l'arbitro e s'impongono 3-2 - ecco un cattivissimo Ancelotti menare come un fabbro gli avversari (tra cui Roberto Boninsegna) aiutato dai compagni Luciano Spinosi e Roberto Pruzzo, che farà di nuovo coppia con Carlo per consegnare alla leggenda il mito di Oronzo Canà, "mago" della B-Zona.

Ancelotti in "Don Camillo"
Ancelotti nel 1983 al debutto cinematografico in "Don Camillo"

 

 

Paolo Maldini e l'Esorci...ccio

Cesarone Maldini, i Diavoli e... Lino Banfi che - a pensarci bene - era sindaco in un altro cult movie all'amatriciana: l'Esorciccio! E qui ci viene incontro un altro Maldini, Paolo, "diabolico" autore della prefazione di Preferisco la coppa, l'autobiografia di Ancelotti scritta insieme ad Alessandro Alciato. «Carletto non se la tira mai, tranne che a tavola, perché una volta che inizia a mangiare può fermarlo solo l'esorcista... Da quando è diventato tecnico si siede a un tavolo a parte, con un menù a parte, con una capacità di digestione a parte. Mangia, beve, rimangia e ribeve. Quando arriva qualcosa di buono saltano tutti gli schemi, anche il suo amatissimo Albero di Natale. Non ce la fa a tenere tutto quel ben di Dio per sè, allora inizia a chiamarci: Paolo, vieni qui. Assaggia. Ma Carlo, sono il capitano, devo dare l'esempio! E io sono il tuo allenatore: prendi qualcosina, è buono!» .

 

Mezzo destro, mezzo sinistro e il "culo antisismico"

Se l'Albero di Natale non sarà che una versione più convincente del futuristico 5-5-5 applicato dal vulcanico Canà, Ancelotti potrà tuttavia fregiarsi di essere stato - per sua stessa definizione - "il primo allenatore al mondo con il culo antisismico". Era già con un piede sulla scaletta dell'aereo (per citare l'Arrigo Sacchi di Italia-Nigeria, di cui era vice, peraltro) prima che Sergio Ramos pareggiasse contro l'Atletico Madrid e desse forma alla Decima; proprio lui, Carletto, che in maglia giallorossa aveva mortificato il povero Oronzo nella commedia di Sergio Martino ("continua così mister") dopo il 5-1 subìto dalla Longobarda all'esordio, che fu "tutta colpa di quel gol a freddo, loro erano caldi e incazzéti...". Lo stesso Martino che confermerà la presenza dell'ormai lanciatissimo Carletto in Mezzo destro e mezzo sinistro, dove nel 1985 ritroverà Giginho e Andrea (i due sgangherati procuratori dell'Allenatore nel Pallone) e li sfiderà a tennis nel torneo estivo di Ischia.

Ancelotti
Ancelotti con Andrea Roncato e Odoacre Chierico

L'impero (galactico) colpisce ancora?

Nel frattempo, Ancelotti ha interpretato (in panca): Carlo Magno, Sir Charles, Carlò, è stato re d'Italia, Inghilterra, Francia, Germania, d'Europa e... della Galassia, togliendosi pure lo sfizio di un cameo in Star Trek Beyond, sbarcando sulla nave stellare Enteprise nel fantasy di Justin Lin. Ma da Ischia a Capri non servono astronavi, è una corsa in motoscafo: ed è nell'isola dell'amore che il Re di Coppe ha festeggiato il suo 60° compleanno, un paio di stagioni fa. Qui dove Totò fu Imperatore, Carletto ha espresso due desideri: un film sulla sua vita, diretto da Roberto Benigni e portato in scena da Robert De Niro (il suo attore preferito); l'altro, cantare Oje vita al San Paolo, ma solo se avesse vinto qualcosa a Napoli. Senza fortuna. Come l'esperienza all'Everton. Se cambierà la musica al Real? Torneranno davvero i migliori anni?  "Mi sento felice come la prima volta", ha sospirato Carletto, sorcino vero. Chissà, "forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti...".