Il Napoli saluta Giuntoli, l'architetto dello scudetto

Calciomercato

Massimo Ugolini

Il Napoli saluta Cristiano Giuntoli, 'architetto' che ha progettato il Napoli più bello di sempre: Kvaratskhelia, Osimhen, Kim e Lobotka i suoi colpi migliori, in una storia lunga 8 anni che ripercorriamo in queste righe

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No, questa volta il passato non si può scordare, perché gli ultimi mesi vissuti da separato in casa sono solo un piccolo refuso che si perde tra le pagine di una lunga storia scritta in otto anni. Impreziosita da una Coppa Italia e, soprattutto, dal terzo scudetto. Il nome di Cristiano Giuntoli resterà per sempre legato ai grandi colpi di mercato che hanno dato forma al Napoli campione.

I grandi colpi di mercato di Giuntoli

L’affare del secolo Kvaratskhelia, la scelta di puntare 75 milioni su Osimhen, l’acquisto del semisconosciuto Kim. 20 esami ad architettura, a un passo dalla laurea conquistata poi sul campo progettando il napoli più bello di sempre. Quando arrivò dal Carpi, nel 2015, non si fece condizionare dallo scetticismo con il quale venne accolto. La scorza indurita dai campi di Serie C battuti in lungo e in largo, prima da giocatore poi da dirigente. Carattere aperto, disponibile con tutti, un po’ bugiardo, come tutti i direttori sportivi del resto. La porta del suo ufficio a Castel Volturno sempre aperta, cosi come il cellulare, online a qualsiasi ora del giorno e della notte, comprensivo come un fratello maggiore ma allo stesso tempo duro e severo come quei genitori di una volta (per conferma chiedere a Milik e Manolas). Le soddisfazioni più grandi Kvara e Lobotka, per il quale si è battuto fino all’ultimo centesimo, il rimpianto haaland, sul quale è arrivato con un attimo di ritardo.

Il rapporto con De Laurentiis

E poi il rapporto con De Laurentiis, le telefonate quotidiane, il primo filtro tra la proprietà e l’area tecnica. Un lavoro di raccordo prezioso, per non dire fondamentale. Svolto con pazienza e competenza, senza mai perdere la misura. A parte nel periodo di Gattuso, quando la proprietà gli rinfacciò una gestione troppo ampia e personalizzata. Storia vecchia che però ha compromesso il rapporto con questo architetto mancato, che con talento e visione ha disegnato un capolavoro sul tavolo verde del Maradona.