Dura replica sulla decisione del Consiglio Superiore dello Sport che ha permesso a Dani Olmo e Pau Victor di tornare a giocare col Barcellona: "Riteniamo che questa decisione metta a repentaglio il sistema attuale, mettendo in discussione le regole del gioco. Apre la porta all'aggiramento delle regole e alla ripetizione dei gravi errori del passato"
"Questa decisione crea un precedente molto pericoloso". A dirlo è l'Atletico Madrid, in un duro comunicato con cui contesta la decisione del Consiglio Superiore dello Sport che ha permesso a Dani Olmo e Pau Victor di tornare a giocare col Barcellona dopo la lunga e burrascosa (e ancora aperta) questione legata al loro tesseramento e alle regole della Liga. "L'Atletico Madrid mostra la sua profonda preoccupazione per la situazione generata nel calcio spagnolo dopo la risoluzione adottata mercoledì dal Consiglio Superiore dello Sport - si legge nella nota ufficiale -. Riteniamo che questa decisione metta a repentaglio il sistema attuale, mettendo in discussione le regole del gioco".
"Aggiramento delle regole e ripetizione dei gravi errori del passato"
Il comunicato prosegue: "La stessa Ley del Deporte (la "Legge sportiva") include e protegge il controllo economico della Liga e tuttavia, con questa risoluzione, viene messo a rischio. Il controllo economico della Liga è stato il principale strumento che è riuscito a trasformare il nostro calcio in un settore solvente, un processo ammirato a livello internazionale. Il nostro club, come tutti i membri della Liga fino a questa risoluzione, ha rispettato le regole del controllo economico e continuerà a rispettarle. Infatti, per poter competere al livello a cui abbiamo gareggiato negli ultimi anni, abbiamo deciso di effettuare vari aumenti di capitale, nonostante l'enorme sforzo che ciò comporta. Questo intervento governativo crea un precedente molto pericoloso - conclude il club -, poiché apre la porta all'aggiramento delle regole e alla ripetizione dei gravi errori del passato. L'Atlético Madrid resta impegnato nel rigore e nella gestione responsabile. Senza regole chiare e uguali per tutti, non è possibile una competizione leale".
La ricostruzione della vicenda
Quello di Dani Olmo, e Pau Victor, è diventato il caso dell'anno del calciomercato in Spagna. Soprattutto dopo la decisione delle autorità sportive spagnole, nella giornata di sabato 4 gennaio, con la delibera del Coordinamento di monitoraggio tra la Federcalcio spagnola (RFEF) e la Liga. L'organismo aveva deciso di non concedere il visto preventivo né la licenza definitiva richiesti dal Barcellona per i due giocatori dato che il club non era rientrato nei parametri del fair play finanziario, acquistandoli. Il club si aspettava una simile misura e ha fatto ricorso d'urgenza al Tribunale amministrativo dello Sport spagnolo (Csd), contestando la scadenza del 31 dicembre per regolarizzare il fair play finanziario riguardo ai giocatori tesserati fino a quel giorno, sostenendo che il regolamento dovrebbe prorogare la scadenza fino all'ultimo giorno del mercato invernale (2 febbraio), poiché è a gennaio che sono consentite operazioni di ingaggi e cessioni per migliorare il margine salariale, cosa che non può essere fatta durante il mese di dicembre, lasciando così le società in inferiorità e con conseguente danno per i calciatori colpiti. Venerdì 3 gennaio il club aveva annunciato ufficialmente che sarebbe rientrato nei parametri finanziari stabiliti ma viveva nel paradosso di poter comprare e tesserare nuovi giocatori, ma non poter tenere in rosa Dani Olmo e Pau Víctor, visto che la licenza è stata annullata il 31 dicembre. Fino all'ultimo capitolo della saga, con la sospensione cautelativa dell'ordine da parte del Consiglio Superiore dello Sport (la decisione contestata dall'Atletico) dello scorso 8 gennaio.