Il ds interista si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, rivelando quali a suo giudizio siano stati i suoi migliori colpi di mercato. E svelando anche quale invece è stato il suo più grande errore…
L’infortunio subito da giovane che ha chiuso la sua carriera da calciatore e dato il via a quella da dirigente. E poi i grandi colpi di mercato messi a segno con l’Inter, senza trascurare qualche mancato acquisto poi rimpianto nel corso degli anni. In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, Piero Ausilio si racconta. E alla domanda su quale siano stati i colpi di cui va più fiero da direttore sportivo dell’Inter risponde così: “Kovacic e Brozovic, che abbiamo scelto con Branca. E poi Onana, preso gratis e ceduto a 55 milioni dopo un anno. E Lautaro, Bisseck, Thuram...”.
Ausilio: “Kvara il mio più grande errore”
Nell’intervista Ausilio ammette anche quale sia stato il suo più grande errore da dirigente: “Kvaratskhelia. Ma non ho sbagliato solo io, lo hanno offerto a tanti grandi club in Italia. Solo che noi giocavamo con il 3-5-2 e lui è un calciatore da 4- 3-3, per questo non lo abbiamo preso”. Poi, dopo il cenno al georgiano ex Napoli e ora al Psg, anche una risposta su un nuovo acquisto del Milan. “Quando Jashari è andato al Milan mio figlio mi ha rimproverato. Perché? Mi ha detto: te l’ho consigliato quando era al Lucerna, te lo sei fatto scappare. È vero, ma mica li possiamo prendere tutti noi quelli bravi”.
Ausilio: "Mia carriera iniziata per un infortunio"
Quindi il racconto di come iniziò la sua carriera da dirigente. Conseguenza di un infortunio subito quando era un giovane calciatore della Pro Sesto, durante una sfida contro il Milan, categoria Allievi. “Mi sono scontrato con Cudicini, che poi è diventato mio amico, e il ginocchio mi è saltato per aria: cartilagine, menisco, anche legamento. Giocavo da sempre nella Pro Sesto, ho cominciato a 7 anni, e la mia carriera è finita lì. Ricordo, di quella partita, la mia disperazione e la sensibilità di Capello che allora -era la fine degli anni 80- faceva il dirigente al Milan: è venuto negli spogliatoi a farmi coraggio. Ho ringraziato Carlo (Cudicini, ndr) tante volte (sorride). Quello scontro fortuito ha cambiato il corso degli eventi in positivo. Solo che allora non lo sapevo. E soffrivo".
