Victor Boniface, chi è l'attaccante che piace al Milan
l'identikitIntroduzione
La lunga indagine per l'attacco sembra vicina alla soluzione: il nome è quello di Victor Boniface del Leverkusen, una sorta di Ibra degli scudetti che ha vinto campionati (quasi) ovunque abbia giocato. Il numero 22 in ricordo della mamma, il primo viaggio dal caldo della Nigeria al circolo polare artico di Bodø, dove incrocia il Milan in un preliminare del 2020 per un solo minuto. Il fake pass è il suo marchio di fabbrica, il crociato il punto debole. Segna e fa segnare. Da bambino cresce coi nonni in una caserma militare pagando 30 naire nigeriane per guardare la Champions alla tv: la coppa del sogno realizzato, giocarci e segnarci pure, come ha fatto un anno fa proprio contro il Milan
Quello che devi sapere
Un quasi Ibra degli scudetti per il Milan
Cioè per il Milan proprio di Ibra, quello alla caccia di un altro attaccante da tempo e che, ora, sembra averlo definitivamente individuato in Victor Boniface. Lui che la vittoria ce l'ha già scritta un po' nel nome. Nigeriano, classe 2000 e quindi ventiquattrenne. I riflettori dell'Europa si sono accesi quando è stato uno degli assoluti protagonisti della storica Bundes del Leverkusen nel 2024, soltanto uno dei suoi campionati vinti. Al Bodø, in Norvegia, ne vince due, vola in Belgio nell'Union St. Gilloise e ne sfiora uno, sfuggito clamorosamente negli ultimi dieci minuti dell'ultima giornata di campionato, quindi parte per la Germania e vince la Bundes al primo colpo col Bayer. Totale di tre scudetti in quattro stagioni, e in due nazioni diverse. Ma andiamo con ordine: chi è Victor Okoh Boniface?
L'identikit tecnico
190 centimetri di altezza, gol e forza fisica nel curriculum. È un volto già molto noto nel calcio europeo: sa segnare da vero numero nove ma nel suo bagaglio c'è anche tanta tecnica. Bravo nel gestire palla, attaccare la profondità, ma anche allargarsi e aspettare i movimenti dei compagni, pronto a sfornare un assist. Non a caso, 32+12 sono i suoi numeri in quanto a reti e assist nelle sessantuno presenze con la maglia del Leverkusen.
Il fake pass come marchio di fabbrica
Tecnica, dicevamo. Quella che Boniface aveva subito voluto mettere in mostra alla prima giornata di Bundes da giocatore del Bayer Leverkusen, diventata una specie di timbro personale come quello dei dottori. Semplice a vederla, ma provate voi a farla: finta di calcio col destro, mentre il piede sinistro d'appoggio tocca il pallone per servire il compagno smarcato. L'ha replicata anche in Champions lo scorso settembre, contro il Feyenoord (qui il video), anche quella volta nella sua prima assoluta nella coppa più bella, quella che sognava da bambino pagando 30 naire nigeriane in piccolissimi centri sportivi di Akure, sudovest della Nigeria.

L'infanzia nella caserma militare con un pallone
Ma ogni storia che si rispetti deve sempre partire dall'inizio, e l'overture di Victor Okoh Boniface è ad Akure, quattrocentomila abitanti nello stato di Ondo. Infanzia felice, raccontano dalla sua Nigeria, cresciuto in una caserma militare soprattutto da nonna e nonno (ex militare). Giocava col pallone e spendeva 30 naire nigeriane - qualcosa che al cambio sono pochi centesimi di euro - per seguire su uno schermo le partite di Champions League in piccolissimi centri sportivi. Inizio anni Duemila, anni di un grande Milan in Europa.
Il numero 22 in ricordo della mamma
E poi l'altra figura fondamentale per lui, simbolo di umiltà e disciplina, poi diventata vuoto incolmabile nel giorno della sua morte, il 22 agosto del 2019. Boniface indossa il numero 22 - sia nel Leverkusen che in nazionale nigeriana - proprio in ricordo della mamma; un numero nemmeno troppo casualmente attualmente libero nel Milan (e con un certo simbolismo milanista, leggasi Kakà). Proprio in seguito alla morte della madre seguì per il giovane Boniface un periodo di depressione che, per poco, non stava per allontanarlo dal mondo del calcio. Quel dolore, nel tempo, si è trasformato in benzina e motivazione per rendere eternamente orgogliosa chi lo aveva cresciuto.

Dalla Nigeria al freddo artico della Norvegia
Quello è anche il momento dell'inizio del viaggio di Victor in giro per il mondo, trascinato dai sogni di Champions League nei panni di un moderno esploratore di calcio. Inizia a giocare seriamente nella sua terra: si sposta a Lagos nella Real Sapphire Academy, ma i soldi scarseggiano e i nonni fanno fatica a permettersi il costo del viaggio verso i campi di allenamento. Lì il primo bivio della storia: Boniface si fa notare e vola dal caldo dell'Africa al freddo della Norvegia, e neanche in un posto qualsiasi: Bodø, a due passi dal circolo polare artico, in quel Bodø/Glimt ormai ben noto al calcio europeo. La scalata può iniziare.

Il primo incrocio col Milan (che però compra Hauge)
Ma, prima della scalata, c'è un altro duro colpo e ostacolo alla sua ascesa: pronti e via si rompe il crociato. Boniface non molla: anzi, ritorna, inizia a segnare. Sfida anche il Milan, sì, quasi in incognito, visto che nel preliminare di Europa League del settembre del 2020 contro il Bodø c'è anche Victor Boniface: in campo un solo minuto oltre il 90' subentrando dalla panchina. Quella partita, per capirci, è quella dove il talentino (rimasto -ino) Hauge segna e impressiona con quel movimento a rientrare verso il centro e piazzare il destro a giro sul palo lungo. I rossoneri notano e comprano lui, richiamando (con le dovute proporzioni) la volta in cui il Milan sfidò il Bordeaux restando stregato da Dugarry, snobbando invece quel suo compagno di squadra di nome Zinedine Zidane.
Un altro crociato ko e i campionati vinti
Due mesi dopo quel clamoroso primo incrocio con quello che (forse) sarà anche il suo futuro Boniface si ferma ancora: ancora un crociato ko, come nel 2019. Non si perde d'animo: recupera anche questa volta e inizia a segnare per davvero, vincendo due scudetti col Bodø, va all'Union St Gilloise in Belgio e sfiora un campionato praticamente vinto (e poi perso) in un'ultima giornata thriller che vedeva coinvolte tre squadre tutte in corsa per il titolo (alla fine la spuntò l'Anversa dell'ex rossonero Mark van Bommel, per dire…). Vince anche il titolo di capocannoniere dell'Europa League al pari di Rashford; dunque la Germania, dove si prende premio come miglior rookie e miglior giocatore assoluto al suo primo mese di Bundes: prima di lui c'era riuscito solo un certo Haaland. Trionfa con lo squadrone di Xabi Alonso: campionato più Coppa di Germania e Supercoppa ad agosto.
Boniface l'ottavo
La scorsa stagione è segnata da qualche infortunio di troppo, soprattutto uno agli adduttori che, comunque, non gli impedisce di collezionare quasi trenta gettoni stagionali. Ma è, soprattutto, la stagione del sogno realizzato: giocare quella Champions che un tempo guardava pagando 30 naire. Non solo, segnandoci pure, e contro chi se non proprio il Milan? Il gol partita in Leverkusen-Milan 1-0 dello scorso ottobre è stato il suo primo e unico timbro nella coppa dei sogni. Ora potrebbe diventare l'acquisto numero otto dell'estate del Milan: sì, Boniface l'ottavo.

