Casco come Čech e gioco con i piedi: Törnqvist ha stregato il Como

Che il Como volesse in qualche modo stupire sul mercato era stato chiaro. Ma che per trovare il vice di Butez dovesse andare fino in Svezia, quello no: era davvero difficile da prevedere. Eppure il nome di Noel Törnqvist sulla scrivania di Fabregas era presente da diverse settimane. Sicuramente da più tempo rispetto a quando la voce della trattativa era emersa. Il classe 2002 aveva quella qualità che secondo le ricerche incrociate, tra dati dell’algoritmo e soprattutto visione di filmati, poteva piacere più di tutte al suo nuovo allenatore: la padronanza dell’area di rigore, certo, ma anche la capacità del gioco con i piedi. Proprio quella che, a suo modo, è diventata l’oggetto dello scandalo nel caso Psg-Donnarumma, di cui Federico Zancan ha scritto su Sky Sport Insider. Per approfondire, ci siamo rivolti ai dati di Soccerment per capire in cosa Törnqvist sia davvero efficace. Al Mjällby, il portiere ha dimostrato una grande predisposizione a creare il gioco per avviare l’azione. Prendiamo in considerazione la stagione ancora in corso : rispetto al cluster della categoria ‘portiere’, il giocatore ha un’alta percentuale di tocchi verso i compagni , e dei circa 28 passaggi a partita, ben 10 sono, di media, lanci lunghi verso i compagni. Tradotto: la difesa si fida di lui anche per impostare la manovra, un po’ come accade a Como, dove Butez realizza il 7% dei tocchi complessivi, e dei 34 passaggi, circa 15 in media sono rivolti oltre la metà campo. In proporzione, tenendo conto le evidenti differenze di campionato, le caratteristiche sono simili. Ed è un dato interessante. Capiamolo meglio. In Serie A, un portiere come Maignan tocca il 4% dei palloni. Carnesecchi, che nell’Atalanta di Gasperini era centrale nell’azione, è fermo al 5%. Milinkovic-Savic, in Serie A tra i giocatori che sono emersi di più per il gioco con i piedi, si attesta intorno all’8%. È evidente che lo svedese abbia in dote quella capacità che con Fabregas può essere ancora migliorata. L’allenatore, anzi, avrebbe preferito poterlo fare da subito. Ma si è dovuto ‘piegare’ alle logiche di mercato: il Mjällby è attualmente primo in classifica in Svezia e si gioca lo scudetto. Ha chiesto al Como di poter dare il giocatore a campionato finito, cioè a gennaio. Detto, fatto: acquisto ma prestito per mezza stagione sempre agli svedesi, dove potrà alzare un titolo e ricordare ancora più da vicino quel Petr Čech che Törnqvist adora e a cui assomiglia non solo per quel caschetto protettivo che indossava lo storico portiere del Chelsea. Gli dà sicurezza, quel casco, così come quei riti religiosi che segue quotidianamente: un rifugio dalle incertezze che un portiere non può permettersi di avere. È anche lui un’atleta di Cristo: ha aderito alla ‘Sailing Church’, la ‘Chiesa galleggiante’ che si fonda sul messaggio cristiano trasmesso attraverso la barca ‘Elida’, che deriva dal greco ‘Elis’, cioè ‘giuramento verso Dio’. Una missione fuori e dentro il campo, dove cerca di emulare proprio Čech. Il casco lo indossa da quando giocava nell’Halmstad: troppe botte in testa e troppe uscite dai pali aggressive, che avrebbero potuto fargli rischiare più del dovuto per la carriera ma soprattutto per la salute. Anche perché in area è un gigante e lo si nota proprio per la padronanza dell’area di rigore. Portiere... quieto Non inganni la stazza, non inganni la forza fisica con cui riesce a emergere. “Noel è un ragazzo molto tranquillo” conferma a Sky Sport Insider Alessandro Soli, capo scout della Nazionale del Mali ma ex market consultant proprio del Mjällby. “Non parliamo di un portiere urlatore, trasmette molta calma e fiducia ai compagni”, a conferma di quanto i dati dicevano poco sopra. “Lo conosco da anni, ama stare con la sua famiglia, si dedica molto all'importanza di staccare la spina durante il tempo libero. Di recente ha cominciato a giocare anche a golf e sta ottenendo ottimi risultati anche lì: serve molto avere un altro passatempo”. Un profilo perfetto rispetto a quello che cerca Fabregas, che nella stagione 2014/2015, a Londra, con Čech ha pure giocato. L’Italia lo aveva già chiamato , ora lo ha del tutto catturato. La sua avventura comincerà presto e sarà l’inizio di “un sogno”, ha detto. Anche a Como indosserà l’elmetto. E il blu della maglia del lago non è poi così diverso da quello del Chelsea…

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Valentino Della Casa