Un gol all'Inter di Mourinho lo consacra, la Juve lo fa suo per 12 milioni. El Malaka, però, si vedrà quasi esclusivamente in infermeria: 6 lunghissimi anni in bianconero tra infortuni, prestiti e sfighe varie (nonostante le scarpe portafortuna). Con un rinnovo di contratto assurdo solo in apparenza
di Vanni Spinella
- Uruguaiano, ala con enorme facilità di corsa, Martinez arriva in Italia nel 2007 grazie al Catania. Tre stagioni in cui si mette in luce saltando solo qualche partita, ma è il 12 marzo 2010 la data che gli cambia la vita. Il Catania ospita l’Inter di Mourinho che a fine stagione completerà il suo storico Triplete e lo batte con un 3-1 in cui spicca il sigillo al 90° di Martinez
- Scappato sulla fascia sinistra, inizialmente sembra volersi accontentare di andare a difendere palla e vantaggio nei pressi della bandierina, ma poi con un dribbling improvviso salta secco Lucio, si accentra, evita l’uscita di Julio Cesar e deposita in rete. Il modo ideale per mettersi in mostra
- E in effetti, tre mesi dopo, Beppe Marotta, il direttore generale della Juventus alle prese con la costruzione della squadra da affidare a Delneri, si presenta a Catania con 12 milioni di euro e si porta a casa “el Malaka”
- Sì, “Malaka”, come lo chiamano fin da bambino. E il motivo lo spiega lo stesso Martinez, il giorno della presentazione alla Juve: “Da piccolo giocavo con un paio di scarpe che si chiamavano così. Erano bruttissime ma facevo sempre gol, e allora mi iniziarono a chiamare in quel modo”.
- Se il suo segreto sta nelle scarpe, bisogna immaginare che quelle vecchie Malaka non se le sia di certo portate a Torino per la sua nuova avventura. Venti presenze condizionate dagli infortuni, tra campionato e coppe, in una Juventus che chiude al settimo posto
- Nessuna traccia dei lampi con cui aveva fatto impazzire l’Inter in quella serata di grazia; figuriamoci di assist o gol. Chiaro che si tratti di flop, ma in casa Juve si continua a coltivare la speranza
- L’estate successiva arriva Antonio Conte in panchina. Punta sugli esterni, e Martinez lo è, ma gli viene preferito Elia, e così El Malaka finisce in prestito al Cesena. Nuovi infortuni, nuove panchine, il tutto mentre la Juventus inizia a vincere con continuità. O meglio: inizia un ciclo
- Anche Martinez inizia un ciclo personale, quello della sfortuna. E se la sua Juventus, al primo anno di Conte, vince lo scudetto, Martinez con il Cesena chiude ultimo, retrocesso con 22 punti. Per lui 13 presenze (mai i 90’ interi) e ben 21 giornate saltate per tre diversi infortuni
- Altro campionato, altra tappa, sempre in prestito lontano da Torino. Si interessa a lui il Cluj, campione in carica in Romania, che sembra anche una buona soluzione: campionato non troppo impegnativo per ritrovare forma fisica e fiducia, le coppe per mettersi in mostra in Europa. Il piano va a rotoli a causa di un nuovo infortunio che lo tiene fuori tutta la stagione e in Romania non gioca nemmeno un minuto in tutto l’anno: a fine stagione rientra di nuovo alla base, ma solo per un saluto veloce
- Il 2 settembre 2013 infatti Martinez viene nuovamente ceduto in prestito, stavolta in Serie B, al Novara. La sfortuna lo va a trovare anche lì: ancora due gravi infortuni, così con la maglia del Novara gioca solo gli ultimi 28’ dell’ultima partita della stagione, la gara di ritorno del playout contro il Varese: finisce 2-2, risultato che decreta la retrocessione in LegaPro del Novara
- Il 14 agosto 2014 Martinez riparte dalla Juventud. No, non è un refuso: la Juventud è una squadra uruguaiana, e a casa sua El Malaka torna a rivedere uno spiraglio di luce: tormentato dagli strascichi dei suoi infortuni salta quasi tutto il campionato di Apertura, ma torna per la Clausura, ritrovando il campo e il gol (uno)
- Ed è a questo punto che arriva il colpo di scena della vicenda. Quando, come un fulmine a ciel sereno, giunge l’annuncio di Marotta: “Abbiamo rinnovato il contratto di Martinez”. Il motivo? Semplice: Martinez ormai si è svalutato a tal punto che l’unica operazione possibile è quella di tentare di rivalutarlo, nell’ottica di una improbabile rivendita.
- Così garantisce al Malaka un sesto anno di stipendio (con ingaggio spalmato), sperando che un nuovo anno in prestito alla Juventud stuzzichi qualche acquirente. Non funziona: Martinez gioca solo pochi minuti e quando, il 30 giugno 2016, il suo contratto con la Juventus scade, i bianconeri non se la sentono di riprovarci. Svincolato, libero di trovarsi una nuova squadra che non trova. E dunque di appendere al chiodo quel vecchio paio di Malaka