Un gol all'Inter di Mourinho lo consacra, la Juve lo fa suo per 12 milioni. El Malaka, però, si vedrà quasi esclusivamente in infermeria: 6 lunghissimi anni in bianconero tra infortuni, prestiti e sfighe varie (nonostante le scarpe portafortuna). Con un rinnovo di contratto assurdo solo in apparenza
di Vanni Spinella
Può un investimento risultare così sbagliato da… meritarsi il rinnovo? Le vicende del mercato sono strane, si sa, ma quella di Jorge Martinez, detto “El Malaka”, non teme rivali sotto questo punto di vista: sfortunatissimo, lui; eppure rinnovato in quanto “flop conclamato”. Come fu possibile? Ve lo spieghiamo subito
UN GOL PER DIVENTARE UN IDOLO
- Uruguaiano, ala con enorme facilità di corsa, Martinez arriva in Italia nel 2007 grazie al Catania. Tre stagioni in cui si mette in luce saltando solo qualche partita, ma è il 12 marzo 2010 la data che gli cambia la vita. Il Catania ospita l’Inter di Mourinho che a fine stagione completerà il suo storico Triplete e lo batte con un 3-1 in cui spicca il sigillo al 90° di Martinez
- Scappato sulla fascia sinistra, inizialmente sembra volersi accontentare di andare a difendere palla e vantaggio nei pressi della bandierina, ma poi con un dribbling improvviso salta secco Lucio, si accentra, evita l’uscita di Julio Cesar e deposita in rete. Il modo ideale per mettersi in mostra
UN COLPO DA 12 MILIONI
- E in effetti, tre mesi dopo, Beppe Marotta, il direttore generale della Juventus alle prese con la costruzione della squadra da affidare a Delneri, si presenta a Catania con 12 milioni di euro e si porta a casa “el Malaka”
PERCHE' MALAKA?
- Sì, “Malaka”, come lo chiamano fin da bambino. E il motivo lo spiega lo stesso Martinez, il giorno della presentazione alla Juve: “Da piccolo giocavo con un paio di scarpe che si chiamavano così. Erano bruttissime ma facevo sempre gol, e allora mi iniziarono a chiamare in quel modo”.
UN ANNO, MILLE INFORTUNI
- Se il suo segreto sta nelle scarpe, bisogna immaginare che quelle vecchie Malaka non se le sia di certo portate a Torino per la sua nuova avventura. Venti presenze condizionate dagli infortuni, tra campionato e coppe, in una Juventus che chiude al settimo posto
- Nessuna traccia dei lampi con cui aveva fatto impazzire l’Inter in quella serata di grazia; figuriamoci di assist o gol. Chiaro che si tratti di flop, ma in casa Juve si continua a coltivare la speranza
CONTE VUOLE GLI ESTERNI (MA NON LUI)
- L’estate successiva arriva Antonio Conte in panchina. Punta sugli esterni, e Martinez lo è, ma gli viene preferito Elia, e così El Malaka finisce in prestito al Cesena. Nuovi infortuni, nuove panchine, il tutto mentre la Juventus inizia a vincere con continuità. O meglio: inizia un ciclo
(Nella foto, Antonio Conte fornisce a Martinez le indicazioni stradali per raggiungere Cesena)
- Anche Martinez inizia un ciclo personale, quello della sfortuna. E se la sua Juventus, al primo anno di Conte, vince lo scudetto, Martinez con il Cesena chiude ultimo, retrocesso con 22 punti. Per lui 13 presenze (mai i 90’ interi) e ben 21 giornate saltate per tre diversi infortuni
NEMMENO UN MINUTO
- Altro campionato, altra tappa, sempre in prestito lontano da Torino. Si interessa a lui il Cluj, campione in carica in Romania, che sembra anche una buona soluzione: campionato non troppo impegnativo per ritrovare forma fisica e fiducia, le coppe per mettersi in mostra in Europa. Il piano va a rotoli a causa di un nuovo infortunio che lo tiene fuori tutta la stagione e in Romania non gioca nemmeno un minuto in tutto l’anno: a fine stagione rientra di nuovo alla base, ma solo per un saluto veloce
(La scienza tenta di determinare l'indice di sfiga di Martinez facendolo camminare a piedi nudi, senza le sue "Malaka" portafortuna)
NOVARA: UNA PRESENZA E LA RETROCESSIONE
- Il 2 settembre 2013 infatti Martinez viene nuovamente ceduto in prestito, stavolta in Serie B, al Novara. La sfortuna lo va a trovare anche lì: ancora due gravi infortuni, così con la maglia del Novara gioca solo gli ultimi 28’ dell’ultima partita della stagione, la gara di ritorno del playout contro il Varese: finisce 2-2, risultato che decreta la retrocessione in LegaPro del Novara
UNA NUOVA JUVE
- Il 14 agosto 2014 Martinez riparte dalla Juventud. No, non è un refuso: la Juventud è una squadra uruguaiana, e a casa sua El Malaka torna a rivedere uno spiraglio di luce: tormentato dagli strascichi dei suoi infortuni salta quasi tutto il campionato di Apertura, ma torna per la Clausura, ritrovando il campo e il gol (uno)
L'INCREDIBILE RINNOVO
- Ed è a questo punto che arriva il colpo di scena della vicenda. Quando, come un fulmine a ciel sereno, giunge l’annuncio di Marotta: “Abbiamo rinnovato il contratto di Martinez”. Il motivo? Semplice: Martinez ormai si è svalutato a tal punto che l’unica operazione possibile è quella di tentare di rivalutarlo, nell’ottica di una improbabile rivendita.
LE MALAKA AL CHIODO
- Così garantisce al Malaka un sesto anno di stipendio (con ingaggio spalmato), sperando che un nuovo anno in prestito alla Juventud stuzzichi qualche acquirente. Non funziona: Martinez gioca solo pochi minuti e quando, il 30 giugno 2016, il suo contratto con la Juventus scade, i bianconeri non se la sentono di riprovarci. Svincolato, libero di trovarsi una nuova squadra che non trova. E dunque di appendere al chiodo quel vecchio paio di Malaka
