Calciomercato, tradizione e innovazione: la lezione dell'Atalanta

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Luca Marchetti

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Cristante alla Roma l'ultimo "colpo" in uscita dell'Atalanta. Negli ultimi mesi Conti, Kessié, Gagliardini e Caldara sono stati ceduti a cifre elevate a fronte di una spesa iniziale pressoché minima: una lezione alle big, considerando anche che in campionato è stata centrata la seconda qualificazione consecutiva all'Europa League

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IL CRISTANTE-DAY

Cristante è soltanto l'ultimo dei capolavori nerazzurri. La capacità di sfornare giocatori pronti per le grandi squadre è pazzesco e probabilmente andrebbe analizzato acnora più in profondità. Nel corso degli ultimi anni i bergamaschi hanno "rifornito" tutte le grandi italiane di giocatori sui quali Inter, Roma, Juventus, Milan e Napoli hanno impostato il loro futuro. Il grande merito, senza dubbio, è della società che anche sotto la gestione della famiglia Percassi ha continuato il solco della tradizione: un settore giovanile di primo livello e la forza, il coraggio e la capacità di lanciare i propri talenti in prima squadra. Anzi la famiglia Percassi probabilmente questo fenomeno lo ha accentuato: e il fatto di essere stato un giocatore nerazzurro e di aver vissuto in tutta la sua vita da vicino questa vocazione lo ha certo aiutato. Come in questo percorso negli ultimi anni è stato determinante il lavoro di Gasperini: perché l'Atalanta non solo lancia talenti italiani (e non) e gioca bene, ma riesce anche a centrare risultati sportivi di primissimo livello. Negli ultimi mesi Conti, Kessié, Gagliardini, Caldara, Bastoni, de Roon, Grassi, Baselli. Nella scorsa stagione incassati più di 60 milioni di euro (più i 20 del riscatto di Kessié fissato per il 19/20), due anni fa 41. Negli ultimi anni vanno aggiunti Bonaventura, Consigli, Gabbiadini, Cigarini.
E la vena nerazzurra non si è certo esaurita. Solo in questo mercato si parla già di possibili interessi per Ilicic, Freuler, Petagna e Papu Gomez. Ma ci sono altri giocatori pronti ad imporsi come Mancini, Hateboer, Melegoni, Pessina, Valzania, Capone, Vido, Barrow giusto per nominare alcuni di quelli già "famosi".
L'Atalanta ha saputo attualizzare la propria tradizione. Ha trovato la chiave, nel calcio dei milionari (anzi dei miliardari) di conseguire risultati sportivi e allo stesso tempo di mantenere alto il livello di competizione della propria squadra. Ha saputo essere interlocutore più che credibile per tutte le grandi del nostro calcio. Solido economicamente, pronto a venire incontro anche alle esigenze tecniche e finanziarie dell’interlocutore, ma allo stesso tempo rigido e fermo nella valutazione dei propri calciatori. Per questo si parla di attualizzazione: l'Atalanta così lo è sempre stata. Ha avuto la forza, la bravura e perché no anche la fortuna (perché ci vuole sempre) di migliorarsi in maniera contemporanea. Tradizione e innovazione: il made in Italy che spacca!