Costruzione di un campione: come si allena Cristiano Ronaldo

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Vanni Spinella

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I tremila addominali al giorno, la crioterapia anche a casa, il culto del corpo. Un campione a cui Madre Natura ha regalato mezzi straordinari e che ci ha lavorato su con l’ossessione di diventare il migliore

Cristiano Ronaldo ha un unico difetto: vuole sempre essere il migliore in tutto. Lo conferma chiunque l’abbia conosciuto, dal suo primo allenatore in poi. Francisco Afonso, professione maestro elementare, curava le giovanili dell’Andorinha, a Madeira, quando rimase fulminato da quel tipetto «magrolino ma una spanna più alto dei ragazzi della sua età. Era veloce, aveva una gran tecnica, era ambidestro. Non c’è dubbio che fosse superdotato, un talento naturale». Il ragazzino ci ha poi lavorato parecchio, su quei doni di Madre Natura: una dedizione fuori dal comune, un’ossessione per il lavoro figlia dell’ossessione per la vittoria. Nasce tutto da lì. CR7 è diventato CR7 perché ama vincere.

Leonel Pontes era il suo tutore quando lui era un ragazzino: lo accompagnava agli allenamenti e a scuola. E ricorda: «Voleva vincere sempre, qualunque sport praticasse: ping-pong, tennis, biliardo, calcetto, freccette, atletica, uno contro uno, velocità. Penso che una delle cose che l’hanno fatto arrivare dov’è arrivato oggi sia proprio il modo in cui lavorava: sempre di più, sempre di più». Di nuovo il maestro Afonso: «Voleva sempre la palla, voleva vincere la partita da solo. E si disperava quando non poteva giocare o perdeva». Finirono addirittura per chiamarlo “il piagnone”, perché si arrabbiava fino alle lacrime quando un compagno non gli passava il pallone o sbagliava un gol.

Parte tutto da lontano

È appena entrato a far parte dello Sporting Lisbona quando chiarisce subito a tutti quale sarà la sua filosofia di vita: all’una di notte lo trovano ad allenarsi in palestra da solo, nella sua stanza fa addominali e flessioni, si allena con i pesi alle caviglie per migliorare il dribbling, resta in campo a provare le punizioni quando i compagni vanno a fare la doccia dopo l’allenamento. Pare che abbia funzionato. Tappe bruciate, salta di categoria in categoria come se volesse gareggiare anche con il tempo, per batterlo: Cristiano Ronaldo è l’unico giocatore nella storia dello Sporting Lisbona ad aver giocato, nella stessa stagione, con l’Under16, l’Under17, l’Under18, la seconda e la prima squadra.

Riesce bene in qualunque sport pratichi. Per tornare alle sfide di ping-pong, una delle sue grandi passioni, si è sempre vantato di essere molto bravo e racconta sempre con piacere di quando l’allenatore dello Sporting gli aveva proposto di entrare a far parte della squadra.

Irina? Meglio la palestra

Il culto del fisico, dicono gli esperti, gli ha permesso di “rubare” a Madre Natura almeno una decina di anni: il Cristiano Ronaldo di oggi, per parametri di massa grassa (il 7% contro il 10% dei compagni) o massa muscolare (il 50% contro il 46% della media), sembra quello di quando aveva 23 anni. Merito di un’attenzione maniacale ad ogni dettaglio, dei leggendari addominali (ad un certo punto si raccontava ne facesse 3000 al giorno), della palestra in cui passa quasi tutte le ore che non trascorre sul campo. Lo prendeva in giro persino Carlo Ancelotti, al Real Madrid: «Cosa ci fai ancora qui? C’è Irina che ti aspetta…».

A tavola non si concede mai strappi alla regola e quando capita che sgarri si “autopunisce” con una mezz’ora di palestra in più. Nello spogliatoio del Real, per tutti, lui è Cris, oppure “Ansia”: la lista delle sue ossessioni è lunga e va da quella per la vittoria a quella per gli addominali, senza dimenticare capelli e sopracciglia. Se potesse, allenerebbe pure quelli.

Lo trovi nel banco frigo

L’ultima trovata, ormai è noto, è la crioterapia: trattamenti a -160 °C, in uno speciale cilindro che raggiunge queste temperature grazie all’azoto liquido, ripetuti ogni giorno, persino di notte quando torna dalle trasferte. Aiutano a recuperare dalla fatica, liberano la mente, curano e prevengono gli infortuni. In poche parole, se vi chiedete come faccia CR7 a conservarsi così bene, la risposta è semplice: si surgela. Di recente ha anche sborsato 45mila euro per farsi installare una struttura del genere in casa, metti che ti venga voglia di ibernarti nel cuore della notte.

Ma sono le ore extra spese sul campo quelle che gli hanno permesso di entrare nell’Olimpo dei migliori di sempre. Ore e ore a calciare e a provare con l’unico scopo di migliorare la tecnica del tiro. «Il mio modo di colpire la palla è un segreto che non voglio svelare. Penso sempre da che lato tirare, guardo il portiere, la porta, i difensori e tiro dicendo a me stesso: “Colpiscila bene, Cristiano”». Sembra facile: dobbiamo provarci anche noi.

Intanto Quaresma cerca il segreto di CR7 negli scarpini...