Juventus, Bonucci: "Sono sempre stato un tifoso: sono tornato a casa. Trasformerò i fischi in applausi"

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Twitter: @juventusfc

Il difensore bianconero torna a parlare per la prima volta dopo il suo ritorno alla Juventus, nell'operazione che ha coinvolto anche Caldara e Higuain.  Le sue parole nella conferenza stampa di presentazione: "L'anno scorso ho preso una decisione sull'onda dell'emotività. I fischi? Li accetterò, ma farò di tutto per trasformarli in applausi". E sullo sgabello di Oporto...

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Leonardo Bonucci torna a parlare per la prima volta dal suo ritorno alla Juventus. L'occasione è la presentazione in conferenza stampa, una consuetudine per tutti i nuovi acquisti bianconeri che però, per il difensore, è stata l'occasione per chiarire i motivi della sua scelta e mandare un messaggio ai suoi nuovi/vecchi tifosi. 

La Juve da "esterno"

"L’ho vista bene come sempre, come ci ha abituati in questi anni: vince perché ha programmazione, talenti, giocatori, una società solida e ben organizzata. Sono stato contento di tornare e sono entusiasta di iniziare questo percorso nuovamente, con l’obiettivo di migliorarmi grazie ai grandi giocatori che ci sono qui. Devo recuperare il tempo che ho passato fuori da qui, che sicuramente mi ha dato qualcosa dal punto di vista umano, ma mi ha tolto dal punto di vista delle vittorie. L’unica risposta che devo dare è sul campo, attraverso sacrificio, senso di appartenenza e la fame".

I motivi del ritorno

"Mi mancava casa, ogni viaggio ha un ritorno a casa. Ringrazio la società Juventus, il Milan, l’allenatore e il mio agente che mi hanno permesso di essere qui oggi. Ho tanti obiettivi da centrare qui".

Il rapporto con Allegri

"Ci sono state discussioni, ma fanno parte delle annate calcistiche. Ci siamo visti più di una volta quest'anno, c'è stato modo di parlarci e di chiarirci. Il nostro rapporto è ottimo e da persone intelligenti ci siamo stretti la mano e abbracciati. Vi racconto un aneddoto: a Londra, quando ho ritirato il premio per la top 11, gli ho dedicato quel premio perché al di là di quell'episodio grazie ad Allegri sono migliorato molto nella gestione della partita. Sono cose che capitano, ora ripartiamo ancora più vogliosi di prima".

Il pentimento

"Le mie emozioni mi hanno portato a prendere quella decisione, poi ho maturato che le decisioni prese in un momento di rabbia non sono quelle giuste e ho avuto la fortuna di tornare in quella che oggi sento ancora casa. Non c'è stato un vero momento in cui ho deciso di tornare, ognuno aveva fatto le proprie valutazioni e siamo stati tutti d'accordo e contenti nel portare avanti questo trasferimento. La soluzione per me era la Juventus, da cosa nasce cosa e fortunatamente siamo tutti qui pronti a ricominciare un nuovo percorso".

La reazione dei tifosi

"Capisco e rispetto i tifosi, da sempre. Ogni fine partita sono il primo che vado a ringraziarli. Ripeto, la mia decisione dello scorso anno, forse troppo emotiva, l’ho presa perché in quel momento non mi sentivo a mio agio a continuare con la maglia della Juventus: non sarei stato me stesso. Ma quel cambio che pensavo potesse darmi qualcosa in più, non si è rivelatotale. Quando in un posto lasci il cuore, la famiglia, la casa che frequenti tutti i giorni, poi vuoi tornare. E con il cuore ho scelto la Juventus, nonostante avessi altre offerte in Europa. I fischi li accetterò, sia dagli avversari che dai miei tifosi. E se ci saranno, starà a me trasformarli in applausi".

I tifosi

"Mi sento di dover rispondere in campo, perché sono un professionista. Se oggi si presentasse un’offerta per lasciare la Juventus non ci penserei mai, in quest’anno sono cresciuto a livello umano e ho metabolizzato. Negli anni in cui l’ho vissuta, la Juventus è stata tutto per me. Ho vissuto vicissitudini extracalcistiche importanti e la Juve mi ha sempre fatto sentire il mio appoggio. Quando ci siamo lasciati, è stato con un abbraccio col presidente. Forse perché in cuor mio sapevo che sarei tornato. Oggi comincia una nuova sfida, con nuovo entusiasmo e nuove emozioni. Sono cresciuto come uomo, devo recuperare qualcosa come calciatore. Difenderò questa maglia come ho fatto nei sette anni passati, quando scendo in campo per me non esiste nient’altro che puntare alla vittoria".

L'esultanza allo Stadium

"Beh, mi capita poche volte di fare gol... (ride). Quando vedevo giocatori che non esultavano un po' li criticavo, perché secondo me in quel momento stai difendendo da professionista i colori della tua squadra e per i difensori non capita spesso. Ora spero di regalare ai tifosi, dopo quell'amarezza, esultanze di gioia".

Il rapporto amore/odio coi tifosi

"L’importante che la Juve vinca ancora. Poi con le prestazioni, il campo, tutto si sistema. Ho fatto un anno da capitano al Milan perché la società voleva identificare in un nuovo acquisto il nuovo progetto, però poi sappiamo com’è andata. Ora però non voglio pensare più al passato, sono concentrato solo sulla Juventus".

Il riscatto dopo Cardiff

"L’obiettivo è di arrivare in finale a Madrid, vogliamo giocarci tutto. Gli obiettivi sono chiari e semplici fin dall’inizio, quando sei alla Juventus".

La trattativa

"Il mio agente ha tanti giocatori che sono alla Juve, c’è stata una chiacchierata con il direttore Marotta e da lì è nata questa possibilità. Il Milan ha accettato, dopo essersi guardato intorno per cedermi all’estero. La Juve ha voluto riaccogliermi, quindi… tutti felici e contenti".

Giocare con Ronaldo

"Viste le precedenti annate, avere Ronaldo dalla parte nostra, semmai dovessimo incontrare il Real Madrid almeno non partiamo 1-0 per loro. Allenarsi con lui è uno stimolo, non tralascia nulla ed è sempre concentrato: ci permette di alzare il livello, in una rosa già ampia e qualitativa. Nelle partite europee la differenza la fanno questi dettagli qui. Ho la fortuna di essere tornato qui, sarà stimolante la concorrenza e sarà bello allenarsi ogni giorno e dare il massimo".

Gattuso e il Milan

"Dell’anno del Milan mi porto la fortuna di aver conosciuto ed essere stato a contatto con Gattuso, una grandissima persona che ha risollevato le sorti del Milan arrivando a novembre. Anche per lui torno qui con un fortissimo bagaglio umano. E poi è stata un’esperienza che ha fortificato il rapporto con la mia famiglia: torno migliorato come essere umano. Le cose negative? Dal punto di vista societario avete visto tutti cosa è successo, noi calciatori abbiamo cercato di isolarci. Ma ora penso solo alla Juve".

Il tifo

"Per queste cose come gli hashtag (#finoallafine, ndr) non c'è un tempo, vanno vissute e sentite. Sono sempre stato juventino, da quando sono nato. Spero di poterlo mettere presto, perché vorrà dire essere tornati davvero a casa".

Lo sgabello di Oporto

"Sfatiamo il tabù: il mio posto ce l’avevo, ma vivo la partita in modo nervoso e perciò mi sono spostato perché ero in mezzo ad altre persone, mettendomi in un posto che poi si è rivelato occupato. Quindi mi sono messo in piedi lì nel lounge, poi ho preso lo sgabello perché mi ero stancato e quella è stata la mia rovina (ride). Ma non è stato lo sgabello di Oporto a farmi andare via".