Atalanta, Gasperini: "Stagione esaltante. Chi parla di futuro non ha obiettivi"

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L'allenatore nerazzurro in esclusiva a Sky Sport: “Stiamo vivendo delle emozioni uniche, un entusiasmo che si trascina da tre anni. Questa stagione è stata esaltante anche più delle due precedenti, il traguardo è vicino ma ancora tutto da conquistare. Coppa Italia o quarto posto? Speriamo di ottenere il massimo. Di futuro parla chi non ha più obiettivi, noi siamo costretti a pensare al presente”

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Un quarto posto da difendere nelle ultime tre giornate di Serie A, una finale di Coppa Italia da vivere contro la Lazio. La sorprendente stagione dell'Atalanta passa per gli ultimi quattro impegni stagionali, confine verso traguardi che a inizio anno non erano nei piani. Sabato arriva a Bergamo il Genoa nel terzultimo turno di campionato, ma il bilancio dell'allenatore nerazzurro Gian Piero Gasperini ai microfoni di Sky Sport va anche oltre il prossimo impegno di Serie A e guarda anche al futuro.

Gasperini, che gioia state provando? Ha mai vissuto emozioni così intense?

Sono emozioni uniche, anche perché sono prolungate. Mi era capitato anche a Genova di vivere momenti molto belli, importanti per i risultati però questo entusiasmo si trascina da tre anni consecutivi e queste sensazioni sono ancora più di valore e importanti delle altre.

Se il calcio, come dice Allegri, è un'arte, questa Atalanta è un capolavoro?

Fino ad ora è stata una stagione esaltante, anche più delle precedenti che pure erano state molto belle, per la continuità e i numeri. Però a due settimane dalla fine c'è anche un pizzico di tensione perché vediamo il traguardo vicino, ma è ancora tutto da conquistare.

Cosa dice Gasperini ai suoi calciatori in questo particolare momento della stagione?

I complimenti ce li siamo fatti e la gioia l'abbiamo esternata con forza domenica perché sapevamo che la partita di Roma contro la Lazio era un passaggio chiave per la stagione. Ora dobbiamo concentrarci sulla partita contro il Genoa, perché è una partita particolare, nella quale sappiamo che se sapremo vincere avremo possibilità concrete di quarto posto.

Ha fatto una tabella di marcia nello spogliatoio?

I punti sufficienti sono quelli che dice la matematica. Sappiamo benissimo cosa ci serve, poi dopo c'è la realtà del campo. Dobbiamo partire dalla sfida di sabato, che può spianare la strada".

Incontrare il Genoa per lei poi non è banale. Con i rossoblù è anche arrivato quarto.

Con il Genoa (stagione 2008/2009, ndr) vivemmo una stagione fantastica, arrivammo quarti e la qualificazione alla Champions League ci fu preclusa solo dallo score negativo negli scontri diretti con la Fiorentina. Arrivammo a pari punti con loro, non vorrei che anche quest'anno si verifichi una possibilità del genere. Il fatto di dover giocare contro il Genoa in questo momento? Avrei preferito un'altra squadra, di certo sarà una partita di calcio tra due squadre con obiettivi diversi ma ugualmente importanti.

Cosa pensa del paragone con l'Ajax?

L'Ajax è una squadra che si sta affermando in Europa ad altissimi livelli, se ci paragonano in parte a loro vuol dire che la nostra è un'espressione di gioco che piace e porta a dei risultati. La nostra realtà è più piccola, però non per questo le soddisfazioni sono meno grandi.

Ogni anno si ritrova a dover sostituire qualche calciatore...

Già a Genova me ne vendevano tanti, qui forse di più. Un certo nucleo è rimasto, ma ogni anno per il resto bisogna ricompattare la squadra. In questo sono stato aiutato dall'ambiente, dalla società e dai calciatori nello spogliatoio. C'è sempre grande unità d'intenti e voglia di remare nella stessa direzione.

Preferisce la Coppa Italia o il quarto posto?

Speriamo di ottenere il massimo. Speriamo di avere l'energia e un pizzico di fortuna per poterlo fare.

Ha mai pensato di allenare all'estero?

Ho avuto delle opportunità all'estero, ma ho sempre rifiutato per una scelta di vita più che di calcio. Qui in Italia sto benissimo. Il futuro non mi riguarda in questo momento, parla di programmi chi non ha più obiettivi. Noi, invece, di obiettivi ne abbiamo tanti e siamo costretti a restare concentrati sul presente.