
Dalla C2 con "soldatino" Di Livio e Riganò alle due semifinali di Europa League e alla finale di Coppa Italia. Dai gol di Luca Toni al colpo da top (poi flop) player Mario Gomez. Acquisti, talenti lanciati nel mondo del calcio e allenatori. Quel poker alla Juve in quindici minuti e la salvezza dell'ultima stagione. Fino al ricordo del capitano Davide Astori

Dalla C2 con "soldatino" Di Livio e Riganò alle due semifinali di Europa League e alla finale di Coppa Italia. Dai gol di Luca Toni al colpo da top (poi flop) player Mario Gomez. Acquisti, talenti lanciati nel mondo del calcio e allenatori. Quel poker alla Juve in quindici minuti e la salvezza dell'ultima stagione. Fino al ricordo del capitano Davide Astori

L'INIZIO. È il primo agosto del 2002. I tifosi della Fiorentina sono appostati fuori dal quartier generale dei viola. Il campionato appena concluso aveva decretato la retrocessione, in quella Serie B a cui il club non riuscì ad iscriversi. Inizia due giorni dopo la storia dei Della Valle a Firenze.

In quei giorni di crisi, gli anni dei Rui Costa e dei Batistuta (e della Coppa Italia del 2001) sembravano lontanissimi.

Il 3 agosto Diego e Andrea Della Valle rilevano dal sindaco Leonardo Domenici la società, ribattezzandola Florentia Viola, e iscrivendosi al campionato in C2.

L'unico giocatore a restare in quella squadra dopo il tonfo dalla A alla C? Sarà "soldatino" Di Livio.

SCALATA. In panchina il primo allenatore dell'era Della Valle è Pietro Vierchowod, ma sarà Cavasin a guidare al primo salto di categoria. Merito dei trenta gol di Christian Riganò.

In seguito al "caso Catania", il 20 agosto 2003 la FIGC promuoverà d'ufficio in Serie B la Fiorentina. A Cavasin succede Mondonico, e nello spareggio 2004 contro il Perugia è ritorno in Serie A.

Riganò segnerà altri 26 gol, ma a decidere quella doppia sfida sarà Enrico Fantini.

La festa può cominciare.

Al primo successo dell'era Della Valle seguirà quello della salvezza in A nel 2004-05. Raggiunta all'ultima giornata e al sedicesimo posto, grazie alla classifica avulsa con Brescia, Bologna e Parma. In panchina una leggenda del calcio italiano come Dino Zoff.

RIVOLUZIONE. Nel 2005 la vera svolta: in società arriva Pantaleo Corvino come direttore sportivo. E dal mercato gente come Luca Toni e Riccardo Montolivo, ma anche Frey tra i pali, Pasqual e Gamberini.

Ma soprattutto… Cesare Prandelli in panchina. Vincerà per due edizioni consecutive la Panchina d'oro, nelle stagioni 2005-06 e 2006-07, oltre al premio di Migliore allenatore AIC nel 2008

Al suo primo anno è quarto posto, dietro solo a Juve, Milan e Inter. Lo scandalo di Calciopoli arretrerà i viola fino alla nona posizione, spegnendo il sogno Champions.

BOMBER. Il sogno che continuerà sarà invece quello di Luca Toni, campione del mondo con l'Italia e Scarpa d'Oro della stagione 2005-06: prima volta per un giocatore di una squadra italiana nella storia.

Nell'estate del 2006 il nuovo colpo si chiama invece Adrian Mutu: diventerà il quinto giocatore all time per gol segnati nella storia della Fiorentina, con 69 centri.

Nel frattempo la stagione si chiude al sesto posto, nonostante il -15 di penalizzazione in partenza. La coppia Toni-Mutu mette a referto 32 gol, e questa volta l'Europa (con la Coppa Uefa) arriva per davvero.

SOGNO SFIORATO. La corsa europea della stagione successiva (2007-08) si fermerà soltanto in semifinale, al Franchi e ai rigori contro i Rangers. Frey illude parando alla grande il primo tiro degli scozzesi.

Poi saranno decisivi gli errori di Liverani e Bobo Vieri.

SOGNO CHAMPIONS. La grande consolazione arriverà però nell'ultima giornata di campionato, quando una super rovesciata di Osvaldo regalerà la vittoria 1-0 a dieci minuti dalla fine sul Torino.

Tre punti che significarono qualificazione Champions al quarto posto, a discapito del Milan.

Saranno quelli gli anni delle due qualificazioni nell'Europa dei big consecutive. Proprio dal Milan arriva Gilardino, che esordisce in coppa con una doppietta in meno di un tempo contro il grande Lione di Benzema e Juninho Pernambucano.

JO-JO. Nonostante i gol di "Gila" arriverà l'eliminazione dal girone, e l'immediata esclusione anche dalla Coppa Uefa per mano dell'Ajax. Quell'anno sarà quello degli acquisti anche di Felipe Melo, Juan Manuel Vargas, e soprattutto Jovetic. Il riscatto europeo arriverà nel segno del montenegrino coi lunghi ricci: Prandelli centra un altro quarto posto e la sua Fiorentina stupisce in Europa nel 2009-10.

Nel settembre del 2009 Jovetic fa impazzire i suoi tifosi con una doppietta al Liverpool. Quell'anno, nel girone con Reds, Lione e Debreceni, Prandelli vincerà cinque partite su sei, staccando il pass per gli ottavi contro il Bayern Monaco di un super Arjen Robben.

L'eliminazione arriverà proprio contro i tedeschi, dopo il ko in Germania segnato dai macroscopici errori dell'arbitro Ovrebo, e nonostante l'impresa sfiorata al Franchi vincendo per 3-2. I bavaresi arriveranno fino in finale perdendo contro l'Inter di Mourinho.

ADDIO. Sarà quello anche l'epilogo dell'era Prandelli, che lascia dopo 119 vittorie in 240 panchine, stabilendo un record storico nella storia dei viola. Il suo futuro sarà la Nazionale italiana.

Seguiranno per la Fiorentina due anni con Mihajlovic, esonerato nel novembre del 2011 per far spazio a Delio Rossi. Famoso il suo parapiglia in panchina con Adem Ljajic. Le posizioni finali in campionato saranno nono e tredicesimo posto.

AEROPLANINO. Nel 2012 la nuova guida tecnica sarà dunque affidata a Vincenzo Montella, che mette il bel gioco prima di tutto. Per tradurre in pratica il suo credo calcistico arrivano Borja Valero, Alberto Aquilani, Juan Cuadrado e David Pizarro.

SUPER MARIO. Ma è nel 2013 che un altro grande colpo di mercato farà esplodere tutti i tifosi viola.

Mario Gomez, uomo da più di duecento gol in Germania e fresco campione d'Europa col Bayern, viene acquistato per 15 milioni di euro. E il Franchi è in visibilio durante la sua presentazione.

Più che top, il tedesco sarà un flop. Nel suo primo anno giocherà appena quindici partite segnando appena quattro volte. In totale saranno 14 le reti in maglia viola nel giro di due stagioni.

ESTASI VIOLA. Proprio nel 2013 arriva però una delle vittorie più emozionanti della storia recente della Fiorentina, e dell'era Della Valle. Il 20 di ottobre è il giorno del poker alla Juventus e dello show di Pepito Rossi.

I bianconeri di Conte, già due volte campioni d'Italia consecutivamente, passano in vantaggio con Tevez e raddoppiano con Pogba. Poi la magia in quindici minuti esatti d'orologio. Tre gol di Rossi e uno di Joaquin: estesi viola al Franchi.

In quella stagione arriverà anche la finale di Coppa Italia, prima storica finale dell'era Della Valle; ma a Roma si impone il Napoli di Benitez, con due gol di Insigne e uno di Mertens.

Montella lascerà i viola al termine del 2014-15, dopo tre quarti posti consecutivi e una semifinale di Europa League, raggiunta dopo aver eliminato Tottenham, Roma e Dinamo Kiev, ma persa nettamente contro il Siviglia (poi campione) di Emery e Bacca.

CAPITANO. Il futuro sarà allora quello con Paulo Sousa in panchina. Insieme a lui arrivano anche Kalinic e Davide Astori, che di lì a poco diventerà capitano e simbolo della Fiorentina.

Nel frattempo i viola lanciano due giovanissimi talenti, tutt'ora tra le più grandi speranze del calcio italiano, del presente e del futuro. Prima Federico Bernardeschi (nel 2014), dunque Federico Chiesa (nel 2016).

CIAO DAVIDE. Dopo due stagioni di Sousa (un quinto e un ottavo posto con due eliminazioni ai sedicesimi di Europa League), sarà il momento di Stefano Pioli, nell'anno segnato della tragica scomparsa di Davide Astori.

Il 4 marzo del 2018 il mondo del calcio si sveglia sotto choc. Davide Astori, esempio di correttezza e lealtà sportiva, bandiera e simbolo della squadra per cui portava la fascia di capitano al braccio, non c'è più. E il dolore è immenso.

"Doveva rinnovare lunedì e finire la carriera qui a Firenze. Era un punto di riferimento per tutta la squadra - furono le parole di Andrea Della Valle - aveva veramente qualcosa di speciale. Sono orgoglioso di averlo conosciuto".

Da quel momento il suo ricordo continua a vivere nel mondo della Fiorentina e in quello del calcio: la fascia, gli omaggi dei suoi tifosi, gli applausi al minuto numero 13, il suo nome letto nelle formazioni titolari.

SALVEZZA. L'ultima stagione viola, e dell'era Della Valle, si chiude col brivido retrocessione. La vittoria 7-1 sulla Roma in Coppa Italia è da record, ma non consente l'accesso ad un nuova finale dopo l'eliminazione contro l'Atalanta.

In panchina torna Montella e lo spettro della B si fa sempre più pericoloso, fino al pari col Genoa dell'ex Prandelli all'ultima giornata. Ora si aprirà un nuovo capitolo nella storia della Fiorentina.