Vuelta: Froome, il trionfo che riscrive la storia

Ciclismo
Chris Froome ha vinto la Vuelta 2017 (LaPresse)

Con la passerella di Madrid vinta da Trentin (4° successo in questa edizione per l'italiano), Froome diventa il primo corridore a realizzare una doppietta nei Grandi Giri dai tempi di Marco Pantani nel 1998, l'unico ad aver vinto nello stesso anno Grand Boucle e Vuelta. Ora la domanda è una sola: sarà al via del Giro 2018 per entrare nel club della Tripla Corona?

VUELTA: LA CLASSIFICA FINALE

Sono trascorsi esattamente sei anni da quando Chris Froome si faceva conoscere al mondo, chiudendo secondo una Vuelta 2011 in cui vinse anche una tappa, la numero 17 da Faustino V  a Peña Cabarga. Domenica 10 settembre 2017 a Madrid, il britannico di Nairobi del Team Sky, è diventato il primo ciclista dell’era moderna a realizzare il doblete Vuelta-Tour, ovvero da quando la corsa a tappe spagnola è stata spostata a settembre (1995). In assoluto, nessuno era riuscito nell’accoppiata dal 1978, quando a farcela fu un certo Bernard Hinault. E prima di lui, l’impresa l’aveva firmata solo Anquetil nel 1963. Non solo, Froome è anche il primo britannico a portare a casa la Vuelta e il primo suddito della Regina a vincere un Grand Tour che non sia il Tour de France. Si diceva che nel ciclismo moderno fosse impossibile conquistare due Grandi Giri: l’ultimo, fu Marco Pantani nel magico 1998, con i trionfi a Giro e Tour. Froome ha abbattuto tutti i pregiudizi, dominando la Vuelta 2017 con due vittorie di tappa (la 9^ a El Poble Nou de Benitatxell e la 16^, la crono di Logroño), prendendo la maglia rossa il 21 agosto e tenendola saldamente sulle spalle per 19 giorni sui 21 di gara. Un’altra dimostrazione di forza per il keniano bianco, che si è impossessato di una Vuelta in cui erano presenti tutti i suoi più grandi rivali ad eccezione di Nairo Quintana: Vincenzo Nibali, Esteban Chaves, Romain Bardet, Alberto Contador, Fabio Aru e Adam Yates. 

“La corsa più dura della mia vita”

Il terribile Angliru, da molti definita la salita più estrema del mondo, è solo l’ultimo tassello di una Vuelta 2017 che non ha avuto nulla da invidiare ai predecessori Giro e Tour. Froome ha sempre messo nel mirino la corsa spagnola, tanto da averla saltata solo nel 2013, subito dopo il primo trionfo alla Grande Boucle. La maglia rossa, però, è sempre stata una maledizione per il keniano, tre volte secondo (2011, 2014 e 2016), quarto nel 2012 e ritirato nel 2015 a causa di una frattura al piede. “Questo trionfo è la finalizzazione perfetta di mesi di duro lavoro, di preparazione per arrivare a questi risultati – ha spiegato Froome -. Ho sempre detto che è più difficile vincere la Vuelta che il Tour. Ci sono momenti in Spagna che necessitano un sacrificio ancora superiore: credo sia stata la corsa a tappe più difficile della mia carriera. Tutto è stato meraviglioso: ho preso la maglia rossa alla terza tappa e ho vinto in due occasioni. Ho sempre saputo che avrei potuto vincere la Vuelta. Il fatto di aver realizzato la doppietta è un bonus, non era la priorità”. 

Obiettivo Tripla Corona?

A 32 anni suonati, Chris Froome vanta in carriera quattro Tour de France e una Vuelta, con 12 vittorie di tappa complessive (7+5). Cosa manca al keniano per entrare definitivamente nella leggenda? Facile, un trionfo al Giro d’Italia, corsa in cui vanta due partecipazioni (2009 e 2010) e un 36^ posto come miglior piazzamento. Una passerella in rosa gli varrebbe il pass per il ristretto club della Tripla Corona,  di cui fanno parte Eddy Merckx, Bernard Hinault, Jacques Anquetil, Alberto Contador Felice Gimondi e Vincenzo Nibali. “E’ ancora troppo presto per dire cosa farò il prossimo anno”, si è affrettato a dire Froome al riguardo. In ballo c’è anche uno storico record: solamente due miti sono riusciti a vincere tre o più Grandi Giri consecutivamente. Si tratta di Eddy Merckx, che si impose a Giro e Tour nel 1972 e a Vuelta e Giro nel 1973 e di Bernard Hinault, che trionfò a Giro e Tour nel 1982 e alla Vuelta nel 1983, quando la gara iberica apriva la stagione dei Grand Tour. La palla passa ora al Team Sky, che anche in quest’ultima Vuelta ha compiuto un autentico capolavoro di tattica e gioco di squadra, grazie al lavoro di ‘gregari’ del calibro di Wout Poels e Mikel Nieve. Cosa riserverà il 2018 di Froome? Per saperlo, bisogna avere ancora qualche settimana di pazienza…