Parigi-Roubaix 2018: tra fango e pavè, lo spettacolo nell'Inferno del Nord

Ciclismo

Claudio Barbieri

Si corre domenica la Regina delle Classiche, giunta alla 116^ edizione. Occhi puntati sul solito Peter Sagan, ma anche su Terpstra e Van Avermat. L'Italia spera di interrompere un digiuno lungo 19 anni con Moscon, Trentin e Ganna

FIANDRE, TRIONFA TERPSTRA
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E' tempo di leggenda nel ciclismo: si corre domenica l'edizione numero 116 della Parigi-Roubaix, la Regina delle Classiche o Inferno del Nord, 257 km da Compiegne fino al velodromo della città a due passi dal confine col Belgio. Ci si aspetta la solita gara da eroi, con 54,5 km (un quinto del percorso) di pavè divisi in 29 settori. Alla partenza i corridori troveranno un cielo nuvoloso, con rovesci previsti nel corso della mattinata. Le temperature saranno piuttosto miti, intorno ai 17° C. La situazione meteorologica dovrebbe rimanere la stessa anche nel primo pomeriggio, con la la possibilità di rovesci isolati in diversi tratti del percorso. Nel tardo pomeriggio sono previste delle schiarite, con i corridori che dovrebbero trovare il sole ad attenderli nel velodromo di Roubaix. Tra fango e polvere, non sarà comunque una passeggiata. 

Il percorso

Sono 29 i tratti in pavè previsti in questa edizione della Parigi-Roubaix. Il primo settore in ciottolato è quello che porterà da Troisvilles a Inchy, con nove tratti in pavè nella prima parte di gara. Il primo momento cruciale arriva nei 100 km conclusivi con la mitica Foresta di Arenberg (2400 metri, cinque stellette di difficoltà). Si tratta di un lungo rettilineo in pavé, che arriva dopo 150 km di corsa. Da Arenberg, comincia una serie di tratti che potrebbero scremare il gruppo: potrebbero essere decisivi quelli da Hornaing a Wandignies, a 80 km dall’arrivo, e Sars-et-Rosières, subito dopo, entrambi contrassegnati da quattro stellette di difficoltà. I tratti di Orchies saranno l'antipasto al momento in cui presumibilmente si deciderà la gara, a cominciare dal Mons-en-Pévèle, tre km durissimi non a caso contrassegnati da cinque stellette. Il pavè, con le sue stradde sconnesse e molto strette, è il protagonista anche negli ultimi 20 km con l’accoppiata Camphin-en-Pévèle e Carrefour de l’Arbre (rispettivamente quattro e cinque stellette). Chi vuole vincere e arrivare da solo al velodromo di Roubaix, dovrà passare necessariamente da questo Inferno.  

Gli italiani al via e i favoriti

Sono 11 i corridori italiani previsti alla partenza della Parigi-Roubaix 2018. Chi ha buone possibilità di arrivare a giocarsela fino in fondo è Gianni Moscon del Team Sky, quinto lo scorso anno. Matteo Trentin sarà la punta di diamante della Mitchelton-Scott, che l'ha ingaggiato proprio per farne il capitano di queste classiche. Filippo Ganna ha già vinto su queste strade nel 2016, quando si impose nella gara Espoirs: insieme al 21enne della UAE-Team Emirates ci sono anche Simone Consonni, Oliviero Troia, Marco Marcato e Roberto Ferrari. Chiudono la pattuglia Daniel Oss (BORA – hansgrohe) e Jacopo Guarnieri (Groupama – FDJ), gregari di lusso di Peter Sagan e Arnaud Démare, Oscar Gatto (Astana) e Iuri Filosi (Delko Marseille Provence KTM), quest'ultimo all'esordio alla Roubaix. Sono una decina i grandi favoriti per il successo finale, a cominciare da quel Niki Terpstra che domenica scorsa si è imposto per la prima volta al Fiandre e che la Roubaix l'ha vinta nel 2012. Poi troviamo il campione in carica Greg Van Avermaet, l'iridato Peter Sagan (vincitore dieci giorni fa alla Gent-Wevelgem) e l'eterno Philippe Gilbert. Attenzione anche a Zdenek Stybar, Arnaud Demare, Sep Vanmarke e Jasper Stuyven, che nell'ultimo mese ha chiuso nella Top 10 la Milano-Sanremo, l'E3 Harelbeke, la Gent-Wevelgem, la Dwars door Vlaanderen e il Fiandre. 

L'albo d'oro della Roubaix

Si riparte dal trionfo del 2017 di Greg Van Avermaet, che chiuse davanti a Stybar e Langeveld. Le 115 edizioni della Roubaix (prima edizione nel 1896, non si è corso solo dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1942 a causa delle due Guerre Mondiali) hanno registrato la vittoria di 85 corridori di 10 diverse nazionalità. Il Belgio guida con 56 successi, seguito dalla Francia con 28 e dall'Italia con 13. Seguono Olanda con 6, Svizzera 4, Australia, Irlanda e Germania 2, Lussemburgo e Moldavia 1.Tra i plurivincitori della Parigi-Roubaix troviamo con 4 vittorie i due belgi Roger De Vlaeminck e Tom Boonen, con 3 affermazioni il nostro Francesco Moser, Fabian Cancellara, Eddy Merckx, Rik Van Looy , Gaston Rebry e Octave Lapize  e con 2 vittorie Franco Ballerini, Maurice Garin, Georges Claes, Gilbert Duclos-Lassalle, Rik Van Steenbergen, Sean Kelly, Henri Pelissier, Charles Crupelandt, Hippolyte Aucouturier e Marc Madiot. L'ultimo italiano vittorioso a Roubaix è stato Andrea Tafi nel 1999, unico azzurro ad essersi imposto sia nella Regina delle Classiche che al Fiandre. L'Italia non sale sul podio dal 2012, quando Alessandro Ballan chiuse terzo alle spalle di Boonen e Turgot.