Giro delle Fiandre, Mathieu Van del Poel incarna la bellezza dell’imperfezione

Ciclismo
Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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Il danese Kasper Asgreen ha vinto allo sprint il Giro delle Fiandre tagliando il traguardo di Oudenaarde prima dell'olandese Mathieu Van Der Poel, superfavorito vincitore della scorsa edizione. Un purosangue a cui però manca sempre qualcosa

La bellezza dell’imperfezione. A Mathieu Van del Poel sembra non mancare niente, gli viene tutto facile, se fosse un purosangue sarebbe quasi da laboratorio, dna perfetto, da parte di padre, Adrie, olandese, vincitore di in Fiandre e di una Liegi, da parte di madre, la figlia di Raymond Poulidor, il più amato dai francesi, sorridente, bel tipo, multitasking, tra ciclocross, mountain bike (prossime olimpiadi comprese) e strada…. eppure gli manca sempre qualcosa.

Al Fiandre 2021 5 attacchi su 5 muri, ha fatto selezione, ha eliminato il suo avversario di sempre, Wout Van Aert, ma gli sono mancati gli ultimi 50 metri, battuto da Kasper Asgreen in una volata a due con un favorito netto, lui, naturalmente, VDP. 

Il Fiandre è l’ennesima corsa dominata e persa, tipo il Mondiale di due anni fa, con luce spenta a giochi fatti e crisi di fame, con scelte tattiche, diciamo così non sempre all’altezza della sua classe. Ma forse è la sua forza, la bellezza di vedere un corridore che non fa conti, che attacca con coraggio e istinto, che prova a staccare tutti. In un mondo in cui tutti stanno a ruota, non solo nel ciclismo, con condotte al limite del cinismo. La sua generosità spericolata sorretta da una facilità gestuale rara, provoca piacere, riporta al passato, a qualcosa di epico, nel più moderno dei corridori. Vincere è tutto ? Non sempre, dipende anche come si raggiunge il successo. E la sua costruzione, pur nella su fallibilità, ha un fascino irresistibile. Non cambiare Mathieu e se avessi vinto il secondo Fiandre consecutivo saresti diventato troppo “perfetto”. Magari persino antipatico, in fondo sei il nipote del l’eterno secondo, dell’eterno battuto del Tour de France, “Popou”!

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