Perché gli italiani non vincono più al Tour de France?

27 luglio 2019. Da allora sono trascorsi 2168 giorni. Il mondo non aveva ancora vissuto la tragedia della pandemia, Donald Trump era alla guida della Casa Bianca a metà del suo primo mandato e Lionel Messi era prossimo a sollevare l’ennesimo Pallone d’Oro davanti a Virgil van Dijk e allo juventino Cristiano Ronaldo. Quel giorno di fine luglio, un italiano vinceva per l’ultima volta una tappa al Tour de France. Sei lunghi anni sono passati e nessun corridore azzurro è più salito sul gradino più alto del podio, né ha ricevuto bacio e fiori dalla miss. Centosei tappe sono state corse e l’Italia non ha più piazzato alcun cavallo vincente. Hanno vinto francesi, spagnoli, belgi, danesi, polacchi, australiani, kazaki, tedeschi, irlandesi, britannici, olandesi, statunitensi, colombiani, austriaci, canadesi, eritrei, ecuadoriani e, ça va sans dire, sloveni. Il giro del mondo che salta l’Italia, culla del ciclismo e da sempre protagonista alla Grande Boucle, con i suoi dieci trionfi, i 41 podi e ben 269 vittorie di tappa. La prima firmata da Ottavio Bottecchia nel 1923, quando da perfetto sconosciuto al di fuori dei confini, arrivò secondo in classifica generale dietro a Henri Pélissier, preludio al trionfo di dodici mesi più tardi. Ah! les italiens! Sono due campioni toscani a condividere la palma di corridori italiani più vincenti sulle strade del Tour de France: Mario Cipollini e Gino Bartali, entrambi con 12 successi. Identico anche il palmares di altri due miti del nostro ciclismo, Fausto Coppi e Ottavio Bottecchia, fermi a quota 9. Nel mezzo un corridore sconosciuto ai più, Raffaele Di Paco, sprinter pisano, amante della bella vita ma con uno scatto fulmineo negli ultimi 200 metri, che nel periodo appena prima della Seconda Guerra Mondiale, fu capace di imporsi in ben 11 tappe, diventando l’idolo dei francesi. I nomi poi sono altisonanti: Pantani, Gimondi, Bugno, Moser, Saronni, Bettini, Basso, Magni, Binda, Guerra, Baldini, Chiappucci, Petacchi. Insomma, la crème de la crème del nostro ciclismo, sempre protagonista sulle strade d’Oltralpe e perennemente capace di “far incazzare i francesi”, parafrasando il Maestro Paolo Conte. Nibali, l'ultimo successo a Val Thorens: ma non lo sapevamo... “Vincenzo è finito”. Così in tanti etichettavano il 35enne messinese, reduce dal 2° posto al Giro d’Italia ma a secco di vittorie da ben 17 mesi. Oltre un anno prima, uno dei pochi corridori ad avere in testa la tripla corona, aveva alzato le braccia al cielo con quel capolavoro sul Poggio alla Sanremo. Poi il nulla. Non che non ci avesse provato, lo Squalo. Semplicemente non vi era riuscito. Quel 27 luglio 2019 si correva la penultima tappa del Tour de France, frazione accorciata a soli 59 chilometri a causa del maltempo e di una frana che aveva costretto gli organizzatori a rivedere totalmente il percorso. Nibali, da tempo uscito dalla classifica generale, aveva più volte tentato di entrare nella fuga giusta, non riuscendo mai però a spuntarla. Quella volta, però, il destino regala a Vincenzo la gloria. Dentro la fuga fin dal primo momento, il messinese resiste a tutti i contrattacchi, resta da solo e vince la tappa sprint dopo meno di due ore precedendo dei calibri come Valverde, Landa, Bernal , Thomas e Uran. Le braccia al cielo dopo un anno e mezzo, addirittura quasi due se si contano i grandi giri . Non sarà l’ultima da pro, ma è l’ultima di un italiano al Tour de France. Anche se ancora non lo sapevamo... Italia, i corridori ci sono. Ma le squadre? In tanti si chiedono perché l’Italia abbia un buco così grande a livello di vittorie di tappa nella corsa più prestigiosa del mondo. Senza addentrarsi in discorsi di talento e caratteristiche tecniche, basta scorrere i crudi numeri dei partecipanti azzurri delle ultime edizioni della Grande Boucle per intuirne il motivo: 14 nel 2020, 9 nel 2021, 14 nel 2022, 7 nel 2023, 8 nel 2024 e 11 nel 2025. E’ chiaro che in un contesto ultra competitivo come è il Tour de France, dove si ritrovano in gruppo i 184 migliori corridori del mondo, la possibilità di imporsi scende se il contingente è così risicato. Ad oggi sono 57 i corridori italiani che corrono per squadre World Tour sui 521 totali, terza nazione più rappresentata dopo Francia e Belgio, con gli azzurri presenti in 17 dei 18 team, quasi tutti però relegati a un ruolo di secondo piano. Ancora diverso il discorso delle squadre, che rappresentano 11 Paesi, con l’Italia assente dalla “Champions” del ciclismo da quasi dieci anni. L’ultima formazione World Tour fu infatti la Lampre Merida nel 2016. Un’era geologica fa, a livello sportivo. Milan, la speranza azzurra del 2025 La domanda che tutti si pongono è: quando un italiano tornerà a vincere una tappa al Tour de France? Le speranze di questa edizione 112 sono riposte tutte nei quadricipiti di Jonathan Milan. Lo sprinter friulano sarà la punta della Lidl-Trek in tutti gli arrivi in volata. Certo, la concorrenza sarà da far tremare i polsi: il campione europeo Tim Merlier, Jasper Philipsen, ma anche Dylan Groenewegen, Biniam Girmay e ovviamente Mathieu Van Der Poel, uno che se si dovesse buttare nella bagarre, lascerà certamente il segno. Milan sarà alla sua prima partecipazione alla Grande Boucle, dopo aver conquistato due volte la maglia della classifica a punti in altrettante edizioni del Giro d’Italia, dove vanta quattro successi di tappa. Il campione olimpico di Tokyo nell’inseguimento a squadre punterà subito al colpo grosso nella prima frazione di Lilla: in quel caso un italiano tornerà a vestire la maglia gialla sei anni dopo Giulio Ciccone nel 2019. Proprio il suo compagno della Lidl-Trek è tra i ‘papabili’ azzurri a interrompere il digiuno, lui che nel 2023 ha riportato nel nostro Paese dopo 31 anni la tanto amata maglia a pois, quella del miglior scalatore. Impossibile, infine, non dare credito a Filippo ‘Top’ Ganna. Il detentore del record dell’ora avrà le sue chances nei 33 km piatti della crono di Caen. Un’occasione per mettere in bacheca la sua prima vittoria al Tour, dopo quelle già raccolte al Giro e alla Vuelta. Et alors, allez les italiens!

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