Il podio del Gp d'Australia cambia ancora: i commissari di gara hanno squalificato Hamilton per aver decelerato appositamente e farsi così superare in regime di safety-car dalla Toyota dell'italiano facendolo squalificare. GIOCA A FORMULA SKY
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Lewis Hamilton è stato squalificato dall'ordine d'arrivo del GP di Australia di F1, mentre a Jarno Trulli è stato ridato il terzo posto. "Oggi siamo stati nuovamente chiamati dai commissari per fornire la versione dei fatti, che io non ho cambiato, anzi, ho riconfermato ciò che avevo già detto portando anche le prove radio e di telemetria sperando quantomeno di poterli convincere che non avevo fatto nulla di male e che non avevo infranto il regolamento", ha spiegato Trulli. "La cosa più importante è che non abbiamo potuto porre in alcun modo una protesta alla fine della gara di domenica scorsa però la Federazione ha capito che c'era qualcosa che non andava nella versione dei fatti e per come erano andate le cose. Hanno voluto stranamente riaprire il caso - ha aggiunto il pilota della Toyota - e questo dà loro veramente credito perché è importante che una federazione si dimostri all'altezza delle situazioni".
Tornando sul sorpasso incriminato, Trulli ha parlato di "un caso estremo, difficile da capire sul momento": "Bisognava avere più prove per poter analizzare le cose e in quel momento la federazione doveva avere a che fare con safety car, incidente e una medical car. Probabilmente, non hanno avuto in quel momento la freddezza per analizzare il caso e si sono limitati a dire 'con la safety car non si sorpassa! Fine della storia'. Poi, andando ad analizzare attentamente il caso, hanno capito che io sono stato onesto, non ho commesso alcuna infrazione e quindi si doveva rianalizzare meglio tutto il caso".
Trulli ha poi spiegato di non conoscere le esatte motivazioni della squalifica di Hamilton. "Assolutamente no. Io penso a me", ha detto il pilota pescarese, "volevo solo giustizia perché alla fine sono passato per quello che ha infranto il regolamento. Non è assolutamente così. Il mio terzo posto me lo sono guadagnato in pista, sono successe tante cose, ho commesso tanti sbagli ma non di certo quello di sorpassare quando c'era in pista la safety car".
Dopo la gara australiana, i due piloti erano stati ascoltati dai commissari di gara che avevano inflitto 25" di penalità al pilota Toyota per sorpasso in regime di bandiere gialle, finendo al 12esimo posto. Hamilton invece era risalito dal quarto al terzo posto. Oggi invece la Fia ha convocato di nuovo i due piloti, alla luce di nuovi elementi. Sono state ascoltate le conversazioni via radio tra Hamilton e la McLaren durante la gara, e i giudici hanno riscontrato una infrazione all'articolo 151 del codice sportivo: comportamento anti sportivo da parte della McLaren e del suo pilota.
Da qui la decisione di squalificare l'inglese e la sua squadra. "I giudici - si legge nella nota della Fia- hanno preso in considerazione altri elementi presentati dalle parti nel GP di Australia, considerando che il pilota Lewis Hamilton e la McLaren hanno agito in maniera pregiudiziale alla condotta di un evento nascondendo deliberatamente delle prove ai commissari di gara all'audizione del 29 marzo, infrangendo l'articolo 151 del codice sportivo internazionale. In base all'articolo 158 il pilota Lewis Hamilton e la McLaren sono stati esclusi dalla classifica finale del GP di Australia".
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Lewis Hamilton è stato squalificato dall'ordine d'arrivo del GP di Australia di F1, mentre a Jarno Trulli è stato ridato il terzo posto. "Oggi siamo stati nuovamente chiamati dai commissari per fornire la versione dei fatti, che io non ho cambiato, anzi, ho riconfermato ciò che avevo già detto portando anche le prove radio e di telemetria sperando quantomeno di poterli convincere che non avevo fatto nulla di male e che non avevo infranto il regolamento", ha spiegato Trulli. "La cosa più importante è che non abbiamo potuto porre in alcun modo una protesta alla fine della gara di domenica scorsa però la Federazione ha capito che c'era qualcosa che non andava nella versione dei fatti e per come erano andate le cose. Hanno voluto stranamente riaprire il caso - ha aggiunto il pilota della Toyota - e questo dà loro veramente credito perché è importante che una federazione si dimostri all'altezza delle situazioni".
Tornando sul sorpasso incriminato, Trulli ha parlato di "un caso estremo, difficile da capire sul momento": "Bisognava avere più prove per poter analizzare le cose e in quel momento la federazione doveva avere a che fare con safety car, incidente e una medical car. Probabilmente, non hanno avuto in quel momento la freddezza per analizzare il caso e si sono limitati a dire 'con la safety car non si sorpassa! Fine della storia'. Poi, andando ad analizzare attentamente il caso, hanno capito che io sono stato onesto, non ho commesso alcuna infrazione e quindi si doveva rianalizzare meglio tutto il caso".
Trulli ha poi spiegato di non conoscere le esatte motivazioni della squalifica di Hamilton. "Assolutamente no. Io penso a me", ha detto il pilota pescarese, "volevo solo giustizia perché alla fine sono passato per quello che ha infranto il regolamento. Non è assolutamente così. Il mio terzo posto me lo sono guadagnato in pista, sono successe tante cose, ho commesso tanti sbagli ma non di certo quello di sorpassare quando c'era in pista la safety car".
Dopo la gara australiana, i due piloti erano stati ascoltati dai commissari di gara che avevano inflitto 25" di penalità al pilota Toyota per sorpasso in regime di bandiere gialle, finendo al 12esimo posto. Hamilton invece era risalito dal quarto al terzo posto. Oggi invece la Fia ha convocato di nuovo i due piloti, alla luce di nuovi elementi. Sono state ascoltate le conversazioni via radio tra Hamilton e la McLaren durante la gara, e i giudici hanno riscontrato una infrazione all'articolo 151 del codice sportivo: comportamento anti sportivo da parte della McLaren e del suo pilota.
Da qui la decisione di squalificare l'inglese e la sua squadra. "I giudici - si legge nella nota della Fia- hanno preso in considerazione altri elementi presentati dalle parti nel GP di Australia, considerando che il pilota Lewis Hamilton e la McLaren hanno agito in maniera pregiudiziale alla condotta di un evento nascondendo deliberatamente delle prove ai commissari di gara all'audizione del 29 marzo, infrangendo l'articolo 151 del codice sportivo internazionale. In base all'articolo 158 il pilota Lewis Hamilton e la McLaren sono stati esclusi dalla classifica finale del GP di Australia".