Quando la F1 uscì di Senna. Era il 1° Maggio, 15 anni fa

Formula 1
Un murales sulle strade di San Paolo, in Brasile. Il ricordo di Senna è ancora vivo nel cuore di tutti gli amanti della F1
People pass by a painting of Brazilian F1 champion Ayrton Senna in Sao Paulo, Brazil, on Friday, April 30, 2004. Senna died following his fatal car crash at Imola track, Italy, on May 1, 1994. The writing in the wall reads "Every F1 driver has a limit. Mine is a little bit higher", in words supposedly spoken by Ayrton Senna. (AP Photo/Alexandre Meneghini)

Sono passati quindici anni da quel terribile schianto alla curva del Tamburello di Imola in cui morì il campione brasiliano, un muro maledetto che costrinse la F1 a voltare definitivamente pagina. GUARDA I VIDEO E GIOCA A FORMULA SKY

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di GIOVANNI DE RUVO

1° maggio 1994, ore 14.17. Un urto spaventoso, un boato dalle tribune e poi il silenzio. Il cemento scalfito dall’impatto porta i segni di quella maledetta vernice blu. E’ il muretto della curva del Tamburello, un muro che ha diviso definitivamente due epoche della storia della F1. Perché quando la Williams di Ayrton Senna interruppe la sua corsa in quel maledettissimo settimo giro del Gran Premio di San Marino non si spense solo la vita di uno dei piloti più brillanti e geniali della storia di questo sport. Quel primo maggio 1994 si spense definitivamente anche un’epoca gloriosa, fatta di duelli spettacolari, rivalità genuine e eroismi indimenticabili. La F1 di quegli anni era Ayrton Senna, brasiliano dall’animo gentile, ma che al volante mostrava una ferocia da tigre impazzita. Ma era anche la F1 di Alain Prost, pragmatico ed essenziale, l’amico-nemico di sempre. E se i litigi facevano e fanno parte della storia della F1, Ron Dennis ne porta il ricordo. Fu proprio l’ex team principal della McLaren a paragonare Lewis Hamilton e Fernando Alonso a quella coppia d’altri tempi. Entrambi duellarono in pista e fuori dalla pista, entrambi compagni di squadra in McLaren. Hamilton il nuovo Senna? Alonso il nuovo Prost? Impossibile fare paragoni, erano altri tempi, altri ricordi, altri duelli.

Quando il piantone dello sterzo della Williams cedette di colpo, la F1 voltò definitivamente pagina. Alla curva del Tamburello il brasiliano tre volte campione del mondo (1988, 1990, 1991) lasciò la sua eredità ad a un giovanissimo emergente: un certo Michael Schumacher. Il teatro della F1, dunque, scelse un altro attore protagonista. Il tedesco dei record diventò campione del mondo per la prima volta proprio in quell'anno. E la vittoria ottenuta a Imola in quel maledettissimo weekend di maggio del 1994 è anche la più triste della lunga e vincente carriera del kaiser d'acciaio. Con freddezza ha conquistato sette titoli mondiali, ma quando eguagliò il numero di vittorie di Ayrton Senna, il tedesco non seppe trattenere le lacrime. Sì, neanche lui. Il grande Schumi.

Il video dello schianto alla curva del Tamburello, il 1 maggio 1994

Il video del pianto di Schumacher quando eguagliò il numero di vittorie di Ayrton