Caso Briatore, Mosley: "La Fia non gli permetta di tornare"

Formula 1
Max Mosley chiede alla Fia di non reintegrare Briatore nel circus della Formula 1
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Dopo la sentenza con cui una corte di Parigi ha annullato la radiazione dell'ex tm della Renault l'ex presidente della federazione dell'automobile auspica un netto intervento da parte di Jean Todt affinché l'italiano non torni in F1

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L'ex presidente della FIA Max Mosley ha parlato della vicenda Briatore dopo che il Tribunale di Parigi ha annullato la radiazione da tutte le attività nel settore dello sport dell'automobile per la vicenda del "crashgate", ovvero l'incidente simulato di Nelsinho Piquet. Il giudice ha detto di aver riscontrato irregolarità nel divieto imposto all'ex boss della Renault Briatore e all'ex direttore degli ingegneri della Renault Pat Symonds, che era stato squalificato per cinque anni. Nonostante questo, Mosley sostiene che la vicenda non è del tutto conclusa e che la FIA potrebbe semplicemente modificare le sue regole. "Per quanto riguarda la FIA - spiega Mosley al Daily telegraph - secondo quanto ha detto il giudice io sarei disposto a riconoscere che i consigli che abbiamo ricevuto dagli avvocati esterni non siano stati corretti. Ma l'idea che non si può penalizzare chi non ha una licenza è molto grave. In questo caso Jean Todt e la FIA possono facilmente cambiare le sue regole interne. Una cosa è certa, la vicenda è lontana dall'essersi conclusa".

Mosley ha anche messo in dubbio le parole di Briatore, che ha detto di avere intenzione di citare in giudizio i Piquet. "Lo ha detto solo per vantarsi con la stampa italiana - dichiara Mosley - Il fatto è che se lo avesse fatto sarebbe andato incontro a una controquerela visto che ha accusato i Piquet di ricatto ed estorsione. Io non so tra l'altro se i Piquet hanno intenzione di fargli causa. Inoltre - continua Mosley - il giudice non ha stabilito che Briatore non è colpevole, ma ha obiettato la procedura utilizzata dalla Fia. Ma è un giudizio molto preliminare. Penso che la FIA dovrebbe impugnare la sentenza, perché ritengo che sia gravemente carente in una serie di punti. Symonds ha ammesso per iscritto che era colpevole".