Melbourne si inchina al "paracarro" Button. Ferrari in ombra
Formula 1Il protagonista del primo appuntamento del Mondiale è proprio lui: il britannico della McLaren, accompagnato da un soprannome del tutto "particolare". Alonso, invece, è riuscito a tappare le falle di una Ferrari con tanti problemi. LE FOTO
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di Biagio Maglienti
La giornata del “paracarro”, ma un paracarro d’orato che poteva essere posizionato solo lungo le strade della St Kilda road a Melbourne. Ne esce così da superprotagonista della prima gara del mondiale di Formula Uno, Jenson Button. Lo sa anche Lewis Hamilton che veramente imbufalito, trova modo per complimentarsi sportivamente col compagno di squadra, ma non si lascia scappare un minimo di accenno di sorriso dal parco chiuso al podio. E questo la dice lunga sul rapporto tra i due in previsione futura. Certo avere un compagno così all’interno del box fa paura; concreto, sereno, senza paura della pressione, determinato e determinante, velocissimo, il meglio di Jenson paracarro Button.
Così come il meglio di Fernando Alonso è venuto fuori purtroppo solo alla domenica. Dopo aver preso un abbaglio, aver fatto veramente una cavolata durante le prove ufficiali, Alonso come spesso gli accade, si è caricato al massimo ed è partito come una molla in gara. Ha lottato da subito col coltello tra i denti, sfoderando una grinta esagerata. Protagonista di una partenza da una sesta fila senza speranza, ha piazzando una staccata da Ko e subito si è affacciato al sesto posto trascinandosi in scia anche il compagno Felipe Massa. Una gara concreta, tutta all’attacco, per poter dare un po’ di fiducia a questa Ferrari, a questo team e a questa macchina, ultimo portabandiera italiano in questa Formula uno targata 2012. Ora a testa bassa e con dieci punti in tasca e un po’ di fortuna, alla Casa di Maranello rimane lo sviluppo di questa macchina.
Dalla sua la Ferrari ha il secondo di vantaggio che si porta in dote Alonso, l’esperienza dei suoi tecnici in grado di ribaltare dopo la Malesia che è già dietro l’angolo, tutte le mancanze che Melbourne ha evidenziato. Operazione difficile, ma non impossibile. Red Bull al contrario già in perfetta forma, così come la McLaren. La prima ha deciso di puntare sull’efficienza in gara a scapito della velocità in prova come emerso da questa prima trasferta; mentre la seconda è arrivata in Australia già pronta per puntare al Tilolo… e chi ben incomincia…
Una nota positiva anche per la verve ritrovata di Michael Schumacher, competitivo molto più della sua Mercedes e concentrato come non mai: ha demolito psicologicamente Nico Rosberg che di errori ne ha commessi una quantità esagerata, sia in prova sia in gara. Errori che hanno vanificato due potenziali sorprese, come quella della Lotus Renault di Grosjean che non ha saputo far fronte alla pesante responsabilità di portare in alto questo marchio storico e si è accartocciato contro un’altra monoposto già al secondo giro. E la sciocchezza di Pastor Maldonado che in sesta posizione a pochi chilometri dall’arrivo, non ha visto il traguarda, vedendo al contrario molto bene il muro del circuito dell’Albert Park. Peccato per Williams e Lotus e peccato per un Felipe Massa, sempre meno da Ferrari.
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La giornata del “paracarro”, ma un paracarro d’orato che poteva essere posizionato solo lungo le strade della St Kilda road a Melbourne. Ne esce così da superprotagonista della prima gara del mondiale di Formula Uno, Jenson Button. Lo sa anche Lewis Hamilton che veramente imbufalito, trova modo per complimentarsi sportivamente col compagno di squadra, ma non si lascia scappare un minimo di accenno di sorriso dal parco chiuso al podio. E questo la dice lunga sul rapporto tra i due in previsione futura. Certo avere un compagno così all’interno del box fa paura; concreto, sereno, senza paura della pressione, determinato e determinante, velocissimo, il meglio di Jenson paracarro Button.
Così come il meglio di Fernando Alonso è venuto fuori purtroppo solo alla domenica. Dopo aver preso un abbaglio, aver fatto veramente una cavolata durante le prove ufficiali, Alonso come spesso gli accade, si è caricato al massimo ed è partito come una molla in gara. Ha lottato da subito col coltello tra i denti, sfoderando una grinta esagerata. Protagonista di una partenza da una sesta fila senza speranza, ha piazzando una staccata da Ko e subito si è affacciato al sesto posto trascinandosi in scia anche il compagno Felipe Massa. Una gara concreta, tutta all’attacco, per poter dare un po’ di fiducia a questa Ferrari, a questo team e a questa macchina, ultimo portabandiera italiano in questa Formula uno targata 2012. Ora a testa bassa e con dieci punti in tasca e un po’ di fortuna, alla Casa di Maranello rimane lo sviluppo di questa macchina.
Dalla sua la Ferrari ha il secondo di vantaggio che si porta in dote Alonso, l’esperienza dei suoi tecnici in grado di ribaltare dopo la Malesia che è già dietro l’angolo, tutte le mancanze che Melbourne ha evidenziato. Operazione difficile, ma non impossibile. Red Bull al contrario già in perfetta forma, così come la McLaren. La prima ha deciso di puntare sull’efficienza in gara a scapito della velocità in prova come emerso da questa prima trasferta; mentre la seconda è arrivata in Australia già pronta per puntare al Tilolo… e chi ben incomincia…
Una nota positiva anche per la verve ritrovata di Michael Schumacher, competitivo molto più della sua Mercedes e concentrato come non mai: ha demolito psicologicamente Nico Rosberg che di errori ne ha commessi una quantità esagerata, sia in prova sia in gara. Errori che hanno vanificato due potenziali sorprese, come quella della Lotus Renault di Grosjean che non ha saputo far fronte alla pesante responsabilità di portare in alto questo marchio storico e si è accartocciato contro un’altra monoposto già al secondo giro. E la sciocchezza di Pastor Maldonado che in sesta posizione a pochi chilometri dall’arrivo, non ha visto il traguarda, vedendo al contrario molto bene il muro del circuito dell’Albert Park. Peccato per Williams e Lotus e peccato per un Felipe Massa, sempre meno da Ferrari.