Gp del Bahrain, il re apre: "Dialogo per le riforme"
Formula 1Si parte con Vettel in pole. I manifestanti gridano slogan contro "la Formula uno di sangue". Scontri in alcuni villaggi sciiti dopo il morto nei pressi del circuito. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e bombe assordanti. Schumi retrocesso in griglia
Michael Schumacher sostituisce il cambio della sua Mercedes e perde 5 posizioni sulla griglia di partenza del Gp del Bahrain in programma oggi alle 14. Il pilota tedesco dovrebbe così scattare dalla 22a piazza ma non è escluso, a questo punto, che si muova dalla pit-lane. Tale soluzione gli consentirebbe di modificare l'assetto della monoposto prima del semaforo verde.
Ma la notizia è un'altra, è extra sportiva. E' l'alta tensione continua nel paese. E allora all'opposizione "porte aperte al dialogo sincero" e impegno per le riforme, ha dichiarato il re del Bahrain, Hamad al-Khalifa dopo giorni e notti di scontri fra polizia e manifestanti d'opposizione sciita a Manama attorno al circuito di Sakhir, dove si corre il Gran Premio.
"Voglio rendere chiaro il mio impegno per le riforme e la riconciliazione nel nostro grande Paese. La porta è sempre aperta per un dialogo sincero fra la nostra gente", ha detto re Hamad, che oggi presenzierà al Gp. Il sovrano del Bahrain ha anche espresso gratitudine al mondo della Formula Uno per aver deciso di correre il Gran Premio di oggi nel suo Paese, malgrado i violenti scontri che da giorni e da notti si moltiplicano fra polizia e opposizione.
Scontri in alcuni casi violenti tra manifestanti e forze di sicurezza sono infatti avvenuti anche la notte scorsa in diversi villaggi sciiti del Bahrain, non lontani da dove oggi si svolge il Gran premio di Formula uno. Lo riferiscono testimoni. Decine di manifestanti, alcuni dei quali a volto coperto, hanno scandito slogan ostili al regime e si sono scontrati con la polizia che presidiava i centri più a rischio. Nonostante l'ingente spiegamento di forze che controlla le vie di accesso al circuito di Sakhir, alcuni giovani sono riusciti a interrompere per brevi periodi alcune strade bruciando copertoni di auto e cassonetti.
In particolare in alcuni villaggi come Malkiya, Karzakan, Sadad e Damistan, i manifestanti hanno issato striscioni e urlato slogan contro "la Formula uno di sangue", lo slogan della campagna di 'tre giorni di collera' indetta in occasione del Gran Premio dal movimento dei 'giovani del 14 febbraio' , un gruppo radicale.
La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e bombe assordanti mentre i manifestanti hanno gettato pietre. I testimoni non sono stati in grado di fornire un bilancio degli scontri. Nei disordini di ieri un manifestante e' morto, decine sono rimasti feriti ed un centinaio sono stati gli arresti.
Ma la notizia è un'altra, è extra sportiva. E' l'alta tensione continua nel paese. E allora all'opposizione "porte aperte al dialogo sincero" e impegno per le riforme, ha dichiarato il re del Bahrain, Hamad al-Khalifa dopo giorni e notti di scontri fra polizia e manifestanti d'opposizione sciita a Manama attorno al circuito di Sakhir, dove si corre il Gran Premio.
"Voglio rendere chiaro il mio impegno per le riforme e la riconciliazione nel nostro grande Paese. La porta è sempre aperta per un dialogo sincero fra la nostra gente", ha detto re Hamad, che oggi presenzierà al Gp. Il sovrano del Bahrain ha anche espresso gratitudine al mondo della Formula Uno per aver deciso di correre il Gran Premio di oggi nel suo Paese, malgrado i violenti scontri che da giorni e da notti si moltiplicano fra polizia e opposizione.
Scontri in alcuni casi violenti tra manifestanti e forze di sicurezza sono infatti avvenuti anche la notte scorsa in diversi villaggi sciiti del Bahrain, non lontani da dove oggi si svolge il Gran premio di Formula uno. Lo riferiscono testimoni. Decine di manifestanti, alcuni dei quali a volto coperto, hanno scandito slogan ostili al regime e si sono scontrati con la polizia che presidiava i centri più a rischio. Nonostante l'ingente spiegamento di forze che controlla le vie di accesso al circuito di Sakhir, alcuni giovani sono riusciti a interrompere per brevi periodi alcune strade bruciando copertoni di auto e cassonetti.
In particolare in alcuni villaggi come Malkiya, Karzakan, Sadad e Damistan, i manifestanti hanno issato striscioni e urlato slogan contro "la Formula uno di sangue", lo slogan della campagna di 'tre giorni di collera' indetta in occasione del Gran Premio dal movimento dei 'giovani del 14 febbraio' , un gruppo radicale.
La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e bombe assordanti mentre i manifestanti hanno gettato pietre. I testimoni non sono stati in grado di fornire un bilancio degli scontri. Nei disordini di ieri un manifestante e' morto, decine sono rimasti feriti ed un centinaio sono stati gli arresti.