Alonso, quanti ricordi al Montmeló. Ecco perché è speciale

Formula 1
Fernando Alonso nel 2001. Correva per il Team Minardi (Foto Getty)
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VERSO IL GP DI SPAGNA. L'inviata Mara Sangiorgio racconta: si corre nel Paese di Fernando, terra che evoca al pilota della Ferrari alcuni dei momenti più belli della sua carriera in F1. A cominciare dal debutto del 2001 in Minardi

di Mara Sangiorgio

Ancora pochi giorni e la Formula 1 torna in Europa. Dopo lunghe trasferte a partire dall'Australia fino al Bahrain, il Circus sbarca nel Paese più caro a Fernando Alonso: la Spagna. Terra che evoca all'asturiano alcuni dei momenti più belli della sua carriera in F1, a cominciare dal debutto "spagnolo" in Minardi, nel 2001, fino alla "vittoria a Barcellona del 2006, insieme a quella di Monza nel 2010 e di Valencia l'anno scorso, sono indubbiamente le gare che mi hanno regalato alcune tra le emozioni più belle della mia carriera".

Emozioni e ricordi: serviranno a Fernando Alonso per ricaricarsi in vista di una gara che dovrà essere come un secondo inizio di stagione. Trenta punti di distacco da Sebastian Vettel dopo quattro gare non sono un abisso ma sono comunque un numero che fa riflettere. E vorremmo tanto essere nella testa dello spagnolo, per capire davvero con che stato d’animo ha vissuto questi giorni lontano da un circuito, ma soprattutto, con che spirito entrerà da quei cancelli e rientrerà nell'abitacolo della F138.

Il potenziale della macchina e i prossimi impegni in calendario dovrebbero far sorridere lui e tutta la Ferrari. Dopo la rottura occasionale del Drs in Bahrain, la certezza è comunque di avere per le mani la miglior monoposto dal suo approdo in Ferrari. Certo, il lavoro da fare per piazzarla là davanti in qualifica potrebbe essere cruciale, ma quest’anno la Rossa è una macchina da titolo mondiale. E Fernando Alonso ne è ben consapevole.  A partire dal prossimo Gran Premio, dove lo scorso anno lo spagnolo arrivò secondo alle spalle della Williams di Maldonado mentre Vettel solo sesto, le prossime gare fanno sorridere metaforicamente anche la F138: la Rossa dovrebbe infatti adattarsi meglio a circuiti tradizionali come Silverstone, Nurburgring, Spa e Monza, dove la Red Bull ha sempre dimostrato di non riuscire a dare il 100%.

Ma dopo tutti questi pensieri positivi bisogna anche guardare nell’altro box. Perché se Sebastian Vettel continua a essere il pilota ingordo e determinato che tutti conoscevamo, anche la RB9 quest’anno ha fatto un passo in avanti nell'affidabilità: gli alternatori che lo scorso anno avevano dato tanto filo da torcere al team austriaco non si rompono più, i problemi di temperature elevate sembrano spariti e non sono comparse soluzioni tecniche contestabili a livello regolamentare come invece era successo anche lo scorso anno. Se quindi la Ferrari lo scorso anno aveva fatto dell’affidabilità la sua bandiera, anche la Red Bull quest'anno non è da meno. Allora la domanda per Fernando Alonso è lecita: ora che la Red Bull è anche affidabile, come si fa a battere il tre volte campione del mondo Sebastian Vettel? Solo la pista – e non le parole – potranno aiutare lo spagnolo a darci, ma soprattutto a darsi, le risposte giuste.