E se tornassero i test? La Ferrari dice sì, la McLaren no
Formula 1A Barcellona, in occasione del quinto appuntamento del Mondiale, vertice dei team per parlare della reintroduzione dei collaudi, oggi ridotti all'osso. A Maranello sono favorevoli, a Woking contrari. Vi spieghiamo il perché del contrasto
A partire dalla stagione 2009, la Formula 1 ha introdotto una serie di restrizioni riguardanti i test in pista, in nome della riduzione dei costi. Si è preferito investire in prove in galleria del vento e nello sviluppo dei simulatori, passando però da un estremo all'altro: dalle prove illimitate a quelle praticamente inesistenti di oggi. Basti pensare che i team hanno avuto solo 12 giorni di prove tra febbraio e marzo per preparare le monoposto in vista della nuova stagione.
Così, da un po' di tempo le squadre stanno cercando un accordo per la reintroduzione delle prove. Se ne sta parlando anche durante questo week-end a Barcellona dove lo Sporting Working Group della Formula Uno si è riunito nel tentativo di sbloccare una situazione assai stagnante. La questione centrale è la definizione della struttura dei test del prossimo anno. Nel 2014, infatti, la categoria avrà un cambiamento di regole tecniche piuttosto massiccio, con l'introduzione dei nuovi motori Turbo V6 e la sostituzione del KERS con l'ERS e molte squadre chiedono di poter lavorare in pista in nome dell'evoluzione tecnologica, anziché affidare tutto ai computer.
Si è già parlato della possibile introduzione di un'ulteriore sessione di tre giorni durante l'inverno, ma alcuni team vorrebbero avere la possibilità di fare un certo numero di prove a stagione in corso. Tra i fautori dell'iniziativa c'è la Ferrari che, proprio fino al 2009, aveva una squadra test da far invidia all'intero Circus. A fronteggiare il Cavallino Rampante, però, c'è un altro Top Team: la McLaren.
A confermare questa sorta di guerra fredda è proprio Jonathan Neale. Nel corso di una video conferenza con la stampa, il managing director del team di Woking guida il fronte "no-test", giustificando il motivo di tale opposizione guardando al contesto economico ancora delicato, che potrebbe rappresentare un un duro colpo per molte squadre. "Nel corso degli anni, le squadre hanno sviluppato i simulatori per allontanare la dipendenza dalle prove in pista". Poi lancia una piccola frecciata verso Maranello: "Certamente, se hai un circuito nel cortile è logico che vorresti rimboccarti le maniche e mandare i tuoi piloti in pista a provare".
Neale ha spiegato inoltre: "Per avere dei test a stagione in corso, è probabile che si debba ripristinare una squadra test. Ed è praticamente il contrario di quello che bisogna fare per limitare i costi in F1". E mentre i nuovi motori turbo girano già al banco, la Ferrari rilancia affermando che non è concepibile avere uno sport nel quale non ci si può allenare. Il tira e molla continua, ma la soluzione al problema sembra tutt'altro che vicina. Le proposte presenti sul tavolo a Barcellona sono state tutte bocciate e rimandate a giudizio futuro, ma il tempo stringe.
Così, da un po' di tempo le squadre stanno cercando un accordo per la reintroduzione delle prove. Se ne sta parlando anche durante questo week-end a Barcellona dove lo Sporting Working Group della Formula Uno si è riunito nel tentativo di sbloccare una situazione assai stagnante. La questione centrale è la definizione della struttura dei test del prossimo anno. Nel 2014, infatti, la categoria avrà un cambiamento di regole tecniche piuttosto massiccio, con l'introduzione dei nuovi motori Turbo V6 e la sostituzione del KERS con l'ERS e molte squadre chiedono di poter lavorare in pista in nome dell'evoluzione tecnologica, anziché affidare tutto ai computer.
Si è già parlato della possibile introduzione di un'ulteriore sessione di tre giorni durante l'inverno, ma alcuni team vorrebbero avere la possibilità di fare un certo numero di prove a stagione in corso. Tra i fautori dell'iniziativa c'è la Ferrari che, proprio fino al 2009, aveva una squadra test da far invidia all'intero Circus. A fronteggiare il Cavallino Rampante, però, c'è un altro Top Team: la McLaren.
A confermare questa sorta di guerra fredda è proprio Jonathan Neale. Nel corso di una video conferenza con la stampa, il managing director del team di Woking guida il fronte "no-test", giustificando il motivo di tale opposizione guardando al contesto economico ancora delicato, che potrebbe rappresentare un un duro colpo per molte squadre. "Nel corso degli anni, le squadre hanno sviluppato i simulatori per allontanare la dipendenza dalle prove in pista". Poi lancia una piccola frecciata verso Maranello: "Certamente, se hai un circuito nel cortile è logico che vorresti rimboccarti le maniche e mandare i tuoi piloti in pista a provare".
Neale ha spiegato inoltre: "Per avere dei test a stagione in corso, è probabile che si debba ripristinare una squadra test. Ed è praticamente il contrario di quello che bisogna fare per limitare i costi in F1". E mentre i nuovi motori turbo girano già al banco, la Ferrari rilancia affermando che non è concepibile avere uno sport nel quale non ci si può allenare. Il tira e molla continua, ma la soluzione al problema sembra tutt'altro che vicina. Le proposte presenti sul tavolo a Barcellona sono state tutte bocciate e rimandate a giudizio futuro, ma il tempo stringe.