Safety car, sicurezza in pista: 40 anni fa il suo primo Gp

Formula 1
La safety car venne introdotta in Formula 1 nel 1973 (Foto Getty)
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A Monaco il suo "lavoro" ha condizionato la gara. Dall'esordio nel 1973 al 2013, storie, regole e curiosità sull'unica auto che è sempre prima senza mai superare nessuno

di Roberto Brambilla

Insieme a Nico Rosberg e agli incidenti è stata la protagonista indiscussa del Gran Premio di Monaco. La safety car è una delle “istituzioni” del Mondiale. Storia, curiosità e regole della unica vettura che è sempre prima ma si deve superare da tutti
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Esordio con errore – 23 settembre 1973 Gran Premio del Canada. Al 32° giro, mentre un diluvio si sta abbattendo sul circuito di Mosport Park, la Tyrell del francese François Cevert e la McLaren del sudafricano Jody Scheckter si scontrano. Confusione in pista e la direzione di gara fa entrare sul tracciato la prima “vettura di sicurezza” della storia della Formula Uno. Una novità introdotta dalla FIA su idea del pilota tedesco Herbert Linger con l'appoggio dell'allora manager della Brabham Bernie Ecclestone per rallentare le velocità delle vettura in caso di incidente e consentire ai commissari di pulire il tracciato dai detriti senza interrompere la gara. Ma l'esordio della safety car non fu tra i migliori. La Porsche 914/6 gialla guidata dal pilota canadese di origine olandese Eppie Wietzes si posizionò davanti alla vettura sbagliata (la ISO Marlboro del neozelandese Ganley) e alla fine ci vollero un paio d'ore per proclamare il vero vincitore della Formula Uno (lo statunitense Peter Revson)

Safety e medical car – Dopo l'esordio per tre stagioni la “vettura di sicurezza” svolse anche quello di medical car. Sull'auto oltre a esserci il pilota stava il medico di corsa, così da consentire soccorsi tempestivi in caso di incidente. Una doppia funzione che terminò nel 1978 dopo lo scontro che costò la vita allo svedese Ronnie Peterson nel Gran Premio d'Italia e che spinse gli organizzatori e il medico storico della Formula Uno l'inglese Sid Watkins a chiedere l'istituzione di un'auto medica indipendente.

Paese che vai safety che trovi –
Usata per tutti gli anni Ottanta la safety car venne introdotta ufficialmente nel regolamento FIA solo nel 1993. Ma fu il 2000 l'anno della svolta con norme più precise e l'adozione di un modello unico di vettura. Se dal 1973 ogni circuito aveva una propria auto di sicurezza (Lamborghini Countach, Fiat Tempra, Opel Vectra fino alla Tatra 613 usata nel Gp d'Ungheria del 1995 quando investì il pilota giapponese della Footwork Inoue) dall'inizio del millennio la FIA decise di affidare la fornitura delle safety car a un'unica azienda, la Mercedes-AMG, azienda che progetta e sviluppa per la casa di Stoccarda i modelli sportivi. Una fornitura che dura fino ad ora con sempre lo stesso pilota alla guida, il tedesco Bernard Maylaender.

Regole in continua evoluzione – Se dagli ultimi anni la safety car è la stessa a cambiare sono state spesso le norme che regolano l'uso della vettura di sicurezza. Secondo l'articolo 40 del regolamento FIA 2013 la safety car, da utilizzare "se piloti e commissari sono in un immediato pericolo ma non così grave da sospendere la gara", deve essere guidata da un pilota professionista, accompagnato da un osservatore della Federazione internazionale e i due devono essere in controllo radio con la direzione di corsa. L'intervento della vettura (possibile anche a inizio gara in casi eccezionali), richiesta dal direttore di corsa, inizia con lo sventolio delle bandiere gialle e di un cartello con la scritta SC (Safety car). L'auto entra in pista con luci verdi accese e si lascia sorpassare da tutte le vetture in pista. Quando le monoposto in gara si accodano alla safety car il pilota spegne i LED verdi e accende quelli arancioni e li spegnerà solo nel momento in cui, passata la situazione critica, riceverà dal direttore della corsa l'ordine di lasciare la pista.

Lo spegnimento delle luci è il segnale della ripartenza della gara. Dopo l'uscita della safety car i piloti potranno superare solo dopo l'esposizione della prima bandiera verde fissa. Durante il regime di safety car non è possibile superare, se non un auto con problemi tecnici o per riguadagnare la posizione occupata al momento dell'entrata della vettura di sicurezza. Possibile è invece effettuare pit stop durante il regime di safety car, I giri percorsi dietro l'auto sono conteggiati a tutti gli effetti come tornate di gara.