Aggressività e gomme poco usurate: ecco il segreto di Lewis

Formula 1
Lewis Hamilton: in Ungheria ha centrato la prima vittoria con la Mercedes (Getty)
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GP REWIND. Il britannico in Ungheria riesce per la prima volta a tenere sotto controllo gli pneumatici. E' uno dei motivi che gli hanno permesso di salire sul gradino più alto del podio: un successo costruito nel tempo. Ora pausa e poi sotto con il Belgio

di Gianluca Maggiacomo

Ci voleva un miracolo. E miracolo è stato. Ma a ben guardare la vittoria di Lewis Hamilton (la prima alla guida della Mercedes, la ventiduesima in carriera) ha ben poco di mistico e molto di terreno. La sua freccia d’argento ha letteralmente dominato il Gp ungherese. Un successo che viene da lontano. Costruito nella giornata di sabato quando, dopo un venerdì nero, l’ex McLaren ha conquistato la pole position e ha fatto capire a tutti che per il podio poteva dire la sua.

Vittoria contro il pronosticoIn pochi si sarebbero aspettati un Hamilton con le braccia alzate a Hungaroring. Già, perché il pronostico era tutto per Vettel o, al massimo, per Raikkonen. La Mercedes, invece, ha tratto beneficio dalle nuove gomme Pirelli. L’usura degli pneumatici, spesso tallone d’Achille delle monoposto tedesche, è stata tenuta sottocontrollo. A questo va aggiunta la determinazione e la cattiveria del britannico. Risultato: Hamilton ha condotto la gara in testa dall’inizio alla fine e Vettel, per la prima volta in difficoltà dall'inizio del mondiale, si è dovuto accontentare del terzo posto, anche a causa dell’ottima prestazione di Raikkonen.

Kimi: c’è anche lui – Si sapeva che il finlandese, bravo nella gestione delle gomme, avrebbe condotto un buon Gp su una pista calda (si sono superati i 50 gradi) e sporca come quella di Hungaroring. Così è stato. L’ex Ferrari, a dispetto di qualifiche non esaltanti, in gara è riuscito a fare una sosta in meno degli avversari e si è preso con le unghie e con i denti il secondo gradino del podio. La Lotus, anche in Ungheria, si è dimostrata la scuderia che tratta meglio gli pneumatici. Un punto di forza. Che potrebbe risultare determinante in chiave mondiale.

Alonso: ancora a capo chinoFernando non è saputo andare oltre il quinto posto. La cosa che più impressiona, però, è che il ferrarista non ha mia dato l’impressione di poter agganciare il podio. Red Bull, Lotus e Mercedes, sono una spanna sopra Maranello. E con questi risultati, la ripresa del Mondiale con il Gp del Belgio si carica ancora più di incognite. Alla Rossa, a questo punto, non serve un miglioramento, ma una svolta. Ammesso ci sia ancora il tempo.