Monza 1988, la doppietta Ferrari e l'aiuto divino del Drake

Formula 1
I tifosi della Ferrari a Monza festeggiano la doppietta della Rossa nel 1988
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VERSO IL GP D'ITALIA. A nemmeno un mese dalla scomparsa del padre fondatore Enzo, la Scuderia centrò un insperato quanto incredibile primo e secondo posto sul circuito di casa con Berger e Alboreto. E in tanti gridarono al miracolo

di Claudio Barbieri

11 settembre 1988. E' questa una data memorabile nella storia della Ferrari, che centrò a Monza una doppietta a poco meno di un mese dalla scomparsa del Commendator Enzo, storico fondatore del Cavallino, venuto a mancare il 14 agosto all'età di 90 anni. Ecco cosa successe in quella magica domenica pomeriggio.


La dittatura McLaren - Nella stagione 1988, la F1-87/88C non poteva competere per il Mondiale. Questo soprattutto per merito della McLaren, che arrivava al Gp italiano con un bottino impressionante di 11 vittorie in altrettante gare, suddivise tra Senna (7, di cui le ultime quattro consecutive) e Prost (4).
Agli altri, Ferrari inclusa, restavano solo le briciole, con Berger e Alboreto che avevano portato a casa due podi a testa e lottavano ogni gara per entrare in zona punti.
Il 10 settembre, giorno delle qualifiche, la storia non cambiò: Senna centrò la decima pole su 12 gare, seguito dal compagno Prost. I due ferraristi, spinti dal pubblico di casa e dalla carica emotiva dovuta alla recente scomparsa del Drake, conquistarono una buona seconda fila precedendo le due Arrows e la Lotus di Piquet.

Partenza standard - Il giorno della gara le tribune dell'Autodromo di Monza straripavano di bandiere rosse. La partenza delle McLaren fu, come al solito, perfetta, con Senna al comando davanti a Prost, Berger e Alboreto. Le due vetture di Woking, come spesso capitava in quella stagione, accumularono un buon vantaggio dagli inseguitori e sembravano destinate a fare la consueta passerella sino al traguardo.

Miracolo a Monza - Al 35.o giro però, Alain Prost abbandonò la gara per un problema al motore, regalando così il podio virtuale alle due Ferrari. Il colpo di scena arrivò a due tornate dal termine, quando Ayrton Senna, tantando un sorpasso nei confronti di un doppiato, entrò in collisione con Jean-Louis Schlesser. Il brasiliano uscì di pista, lasciando campo libero a Berger e Alboreto, che arrivarono quasi all'unisono sul traguardo (poco più di mezzo secondo il ritardo dell'italiano).
La Ferrari tornò a piazzare i suoi due piloti sul gradino più alto del podio dopo 9 anni, interrompendo inoltre l'egemonia McLaren, che subito dopo Monza riprese a dettare legge e concluse la stagione con 15 successi su 16.
La mosca bianca fu quell'11 settembre, dove in molti gridarono al miracolo, o per lo meno credettero nell'aiuto divino di un signore che, poco meno di un mese prima, aveva dovuto abbandonare la sua adorata creatura Rossa.

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