Lucio Rizzica nella terra del prossimo GP, geografia spaccata dalla Guerra Fredda. A Sud lo stato democratico capitalista. A Nord una dittatura comunista filocinese. Ma per chi ama lo sport c'è anche il ricordo di Pak Doo Ik, dei Giochi di Seul...
di Lucio Rizzica
Il grande maestro coreano Kim Ki Duk lo ha detto più volte. Il suo desiderio è avvicinarsi a comprendere l’incomprensibile. Descrivendo col cinema l’odio, la violenza, l’amore, le passioni, la tristezza, il dolore e le stagioni della natura e dell’uomo. Tentare di comprendere l’incomprensibile, giusta predisposizione mentale per guardare alla Corea e alle sue tante contraddizioni.
Spaccata dalla Guerra Fredda dei due imperi. A Sud, stato democratico capitalista filoamericano. A Nord dittatura comunista post sovietica e filocinese. Il Sud spalancato sul mondo, il Nord ripiegato su se stesso. Una metà penisola da tempo si offre alla globalizzazione: olimpiadi, mondiali di calcio e di atletica, fabbriche di pneumatici e di sogni, libertà d’espressione e benessere. Mentre l’altra metà è minaccia continua ai dirimpettai e al mondo intero.
Per l’Italia Corea del Sud è essere spinti fuori a pedate con la complicità dell’arbitro Moreno. Corea del Nord è l’orgoglio povero e indomabile che ci regalò l’incubo eterno di Pak Doo Ik. A Sud da quattro anni il pianeta punta i riflettori su un tracciato di Formula Uno, Al Nord si puntano ora e sempre i cannoni. Due Coree in una. Così uguali ma così diverse.
Comprendere l’incomprensibile. E correre pensando che dall’altra parte del 38° parallelo c’è chi non sa neppure che tu esisti, mentre un sorpasso dietro l’altro, il bolide in pista afferma e grida la propria di esistenza. Lottando per un podio, per un contratto, per l’ultima chance, per chiudere i conti e urlare di gioia per l’ennesimo trionfo mondiale. Sognando che l’eco dei motori e delle urla oltre confine arriverà prima o poi a diffondere il riverbero di nuove speranze…
Il grande maestro coreano Kim Ki Duk lo ha detto più volte. Il suo desiderio è avvicinarsi a comprendere l’incomprensibile. Descrivendo col cinema l’odio, la violenza, l’amore, le passioni, la tristezza, il dolore e le stagioni della natura e dell’uomo. Tentare di comprendere l’incomprensibile, giusta predisposizione mentale per guardare alla Corea e alle sue tante contraddizioni.
Spaccata dalla Guerra Fredda dei due imperi. A Sud, stato democratico capitalista filoamericano. A Nord dittatura comunista post sovietica e filocinese. Il Sud spalancato sul mondo, il Nord ripiegato su se stesso. Una metà penisola da tempo si offre alla globalizzazione: olimpiadi, mondiali di calcio e di atletica, fabbriche di pneumatici e di sogni, libertà d’espressione e benessere. Mentre l’altra metà è minaccia continua ai dirimpettai e al mondo intero.
Per l’Italia Corea del Sud è essere spinti fuori a pedate con la complicità dell’arbitro Moreno. Corea del Nord è l’orgoglio povero e indomabile che ci regalò l’incubo eterno di Pak Doo Ik. A Sud da quattro anni il pianeta punta i riflettori su un tracciato di Formula Uno, Al Nord si puntano ora e sempre i cannoni. Due Coree in una. Così uguali ma così diverse.
Comprendere l’incomprensibile. E correre pensando che dall’altra parte del 38° parallelo c’è chi non sa neppure che tu esisti, mentre un sorpasso dietro l’altro, il bolide in pista afferma e grida la propria di esistenza. Lottando per un podio, per un contratto, per l’ultima chance, per chiudere i conti e urlare di gioia per l’ennesimo trionfo mondiale. Sognando che l’eco dei motori e delle urla oltre confine arriverà prima o poi a diffondere il riverbero di nuove speranze…