Schumacher, 100 giorni dopo. La speranza vive a Grenoble
Formula 1Sono trascorsi più di 3 mesi dall'incidente sciistico a Meribel, che ha causato l'angoscia e la preoccupazione per una leggenda della F1. La vicinanza della moglie Corinna, l'assistenza dello staff ospedaliero e l'affetto dei tifosi alimentano la fiducia
Cento giorni trascorsi qui. Nello stesso ospedale, nella stessa stanza, abbandonata solo per i drammatici interventi che hanno comunque permesso a Michael Shumacher di viverli questi giorni. La seconda rischiosissima operazione soprattutto gli ha impedito la morte cerebrale.
L’operazione più delicata, autorizzata coraggiosamente da Corinna, la moglie di Michael che non ha mai fatto mancare la sua presenza in questi 100 giorni. Ore e ore nel reparto di terapia intensiva al quinto piano per stare vicino al marito. Mai un’evasione: nessuno spuntino al bar, nessuna boccata d'aria, con medici e infermieri disponibili nel portarle quotidianamente il pranzo. Anche il personale dell’ospedale di Grenoble ha imparato ad abituarsi alla presenza di un paziente tanto popolare, tanto amato. Con tutte le conseguenze che ciò comporta. C’è chi ormai ha confidenza pure con telecamere e obiettivi. La sicurezza però non è mai mancata. A 100 giorni da quel maledetto incidente sugli sci del 29 dicembre sono sempre quattro gli addetti della sicurezza al quinto piano, mentre altri vigilano ingressi e uscite soprattutto per garantire la privacy alla famiglia Schumacher. Che ha vissuto 100 giorni difficili, con paure e speranze a scontrarsi nei pensieri.
Dai primi di febbraio è iniziato il lungo processo di risveglio, subito complicato da un’infezione polmonare mai confermata ufficialmente. Solo il 12 di marzo si è parlato di piccoli incoraggianti segnali e finalmente lo scorso venerdì l'annuncio che Michael ha momenti di risveglio e coscienza. Non ancora l’uscita dal coma ma comunque un elemento importante: col pilota che risponde con gli occhi a test di luci e movimento. Situazione comunque critica, in attesa di capire quali possano essere gli eventuali danni cerebrali. Eppure qui a Grenoble quasi tutti credono che Schumacher verrà trasferito a breve in un’altra struttura, anche se la manager Sabine Kehm continua a smentire questa ipotesi, almeno per i prossimi giorni. Quelli che seguiranno questi 100. Che ci lasciano ancora col fiato sospeso. E sempre con tanta speranza.
L’operazione più delicata, autorizzata coraggiosamente da Corinna, la moglie di Michael che non ha mai fatto mancare la sua presenza in questi 100 giorni. Ore e ore nel reparto di terapia intensiva al quinto piano per stare vicino al marito. Mai un’evasione: nessuno spuntino al bar, nessuna boccata d'aria, con medici e infermieri disponibili nel portarle quotidianamente il pranzo. Anche il personale dell’ospedale di Grenoble ha imparato ad abituarsi alla presenza di un paziente tanto popolare, tanto amato. Con tutte le conseguenze che ciò comporta. C’è chi ormai ha confidenza pure con telecamere e obiettivi. La sicurezza però non è mai mancata. A 100 giorni da quel maledetto incidente sugli sci del 29 dicembre sono sempre quattro gli addetti della sicurezza al quinto piano, mentre altri vigilano ingressi e uscite soprattutto per garantire la privacy alla famiglia Schumacher. Che ha vissuto 100 giorni difficili, con paure e speranze a scontrarsi nei pensieri.
Dai primi di febbraio è iniziato il lungo processo di risveglio, subito complicato da un’infezione polmonare mai confermata ufficialmente. Solo il 12 di marzo si è parlato di piccoli incoraggianti segnali e finalmente lo scorso venerdì l'annuncio che Michael ha momenti di risveglio e coscienza. Non ancora l’uscita dal coma ma comunque un elemento importante: col pilota che risponde con gli occhi a test di luci e movimento. Situazione comunque critica, in attesa di capire quali possano essere gli eventuali danni cerebrali. Eppure qui a Grenoble quasi tutti credono che Schumacher verrà trasferito a breve in un’altra struttura, anche se la manager Sabine Kehm continua a smentire questa ipotesi, almeno per i prossimi giorni. Quelli che seguiranno questi 100. Che ci lasciano ancora col fiato sospeso. E sempre con tanta speranza.