Canada 2011: cronaca del Gran Premio più lungo della storia
Formula 1Come quest'anno, anche tre anni fa era il settimo appuntamento della stagione. La gara fu condizionata da una forte pioggia, da continue interruzioni e da ripetuti ingressi della safety car. Il GP durò oltre quattro ore. Alla fine vinse Button
di Gianluca Maggiacomo
Successe di tutto in quel GP del Canada del 2011. Ritiri, incidenti, sospensioni. Stop and go. La safety car che andava e veniva dalla pista. Bandiere rosse e quelle gialle. E poi la pioggia. Tanta. Il tracciato ridotto ad un lago. E non è un eufemismo. Montréal, 12 giugno di tre anni fa. Settima tappa della stagione. A suo modo, un appuntamento storico. Innanzitutto perché è stato il GP che è durato di più: 4 ore e 4 minuti. E poi per la velocità media: circa 74 km all’ora, la più bassa di sempre. Non solo. È stato anche il Gran Premio con più ricorsi alle safety car: ben sei. Ma c’è un numero che fa capire cos’è stato Canada 2011. È l’89, ovvero le interruzioni nelle oltre quattro ore di corsa: una cosa mai vista prima.
Mezzi meccanici cercano di togliere un po' d'acqua dalla pista di Montréal prima del via (Getty)
Si parte – Il Gp, con Sebastian Vettel in pole, comincia con il freno a mano tirato per la presenza della safety car. Troppa pioggia, pista troppo bagnata per permettere ai piloti di andare a tutto gas. Non ci sono le condizioni di sicurezza. Si cammina come quando c'è traffico in tangenziale. Le monoposto fanno il trenino per quattro giri, ma la situazione non migliora. Dopo mezz’ora dal via, la gara viene interrotta per 90 minuti. Quando si riprende, in pista c’è ancora la safety car: si rimarrà con questo regime per i successivi 10 giri.
Stop and go – Il GP è un costante partire e frenare. Al traguardo le monoposto ci arrivano attraverso un susseguirsi di interruzioni, contatti e continui pit-stop alla ricerca della gomma giusta. La pista si asciuga nella seconda parte del Gran Premio. Comincia un’altra gara. Dove, però, non mancano stravolgimenti dell’ordine ed eventi improvvisi. Alla bandiera a scacchi non arrivano in sei, tra cui Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Finisce con Vettel che si gioca il primo posto per un errore all’ultimo giro che favorisce Jenson Button. Il tedesco aveva fatto una gara perfetta, sporcata sul più bello. Un colpo di teatro, volendo. L’ennesimo di quella giornata. La vittoria va all’inglese (McLaren). Fu un’impresa epica: è proprio il caso di dirlo.
Successe di tutto in quel GP del Canada del 2011. Ritiri, incidenti, sospensioni. Stop and go. La safety car che andava e veniva dalla pista. Bandiere rosse e quelle gialle. E poi la pioggia. Tanta. Il tracciato ridotto ad un lago. E non è un eufemismo. Montréal, 12 giugno di tre anni fa. Settima tappa della stagione. A suo modo, un appuntamento storico. Innanzitutto perché è stato il GP che è durato di più: 4 ore e 4 minuti. E poi per la velocità media: circa 74 km all’ora, la più bassa di sempre. Non solo. È stato anche il Gran Premio con più ricorsi alle safety car: ben sei. Ma c’è un numero che fa capire cos’è stato Canada 2011. È l’89, ovvero le interruzioni nelle oltre quattro ore di corsa: una cosa mai vista prima.
Mezzi meccanici cercano di togliere un po' d'acqua dalla pista di Montréal prima del via (Getty)
Si parte – Il Gp, con Sebastian Vettel in pole, comincia con il freno a mano tirato per la presenza della safety car. Troppa pioggia, pista troppo bagnata per permettere ai piloti di andare a tutto gas. Non ci sono le condizioni di sicurezza. Si cammina come quando c'è traffico in tangenziale. Le monoposto fanno il trenino per quattro giri, ma la situazione non migliora. Dopo mezz’ora dal via, la gara viene interrotta per 90 minuti. Quando si riprende, in pista c’è ancora la safety car: si rimarrà con questo regime per i successivi 10 giri.
Stop and go – Il GP è un costante partire e frenare. Al traguardo le monoposto ci arrivano attraverso un susseguirsi di interruzioni, contatti e continui pit-stop alla ricerca della gomma giusta. La pista si asciuga nella seconda parte del Gran Premio. Comincia un’altra gara. Dove, però, non mancano stravolgimenti dell’ordine ed eventi improvvisi. Alla bandiera a scacchi non arrivano in sei, tra cui Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Finisce con Vettel che si gioca il primo posto per un errore all’ultimo giro che favorisce Jenson Button. Il tedesco aveva fatto una gara perfetta, sporcata sul più bello. Un colpo di teatro, volendo. L’ennesimo di quella giornata. La vittoria va all’inglese (McLaren). Fu un’impresa epica: è proprio il caso di dirlo.