Nel nome del padre: Claire e la rinascita Williams

Formula 1
Claire Williams è vice team principal del team fondato da suo padre Frank (Getty)
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Nella rinascita del team inglese, che a Zeltweg ha colto il podio con Valtteri Bottas, c'è anche lo zampino della figlia di Sir Frank, vice team principal. Ecco la storia della “first lady” della scuderia di Grove

di Roberto Brambilla

E' la seconda donna più potente del paddock. Ma solo perchè ce n'è una, Monisha Kaltenborn che è la team principal della Sauber. Claire Williams, 38 anni, è deputy team principal della scuderia fondata da suo padre Frank 45 anni fa e che nel GP d'Austria ha colto la pole con Massa e un terzo posto con Bottas

Un incarico, quella di vice di suo papà, arrivato dopo un percorso lungo dieci anni. Laureata in scienze politiche, ha cominciato come addetta stampa al circuito di Silverstone e nel 2003 è entrata nella scuderia di “casa”. Dove prima ha ricoperto incarichi nella comunicazione (fino a diventarne capo) e nel marketing, entrando nel 2012 nel Consiglio d'amministrazione come rappresentante della famiglia Williams.

Al posto di mamma Ginny – Nel marzo 2013 papà Frank l'ha chiamata al suo fianco, per sostituire sua moglie Virginia (ma per tutti Ginny), malata da tempo e scomparsa per un cancro qualche settimana prima. Una presenza quella di Ginny che per stessa ammissione di Claire era fondamentale. “Consigliava, dava pareri – ha ricordato qualche mese in un'intervista - raramente sbagliava”. Un'eredità che la figlia sembra aver raccolto senza problemi.

Un anno di scelte corrette – E nei primi 15 mesi da vice-Frank Claire ne ha “sbagliate” poche. Ha giocato un ruolo fondamentale nell'arrivo di nuovi sponsor, per ultimo Martini all'inizio del 2014 e dal punto di vista sportivo ha saputo far ripartire un team che negli ultimi anni aveva vissuto momenti bui. Chiamando nel ruolo di direttore tecnico un veterano come Pat Symonds (ex Benetton e Renault), assumendo un nuovo amministratore delegato Mike O'Driscoll per accompagnare meglio il team nella transizione alla nuova “era turbo”, in cui la scuderia ha scelto di correre con i motori Mercedes. Tante ottime valutazioni e qualche leggerezza. Come l'ordine di scuderia (ignorato) a Bottas in Malesia e i tempi di entrata ai box in qualche GP. Ma forse sono semplicemente "peccati di gioventù".