GP Germania, uno sguardo sulla "foresta nera"

Formula 1
Decimo appuntamento di Formula1: il Circus si trasferisce in Germania (Foto Getty)
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Dopo la MotoGP anche la Formula fa tappa in terra tedesca: Nico Rosberg è il padrone di casa sul circuito di Hockenheim dove è chiamato a rispondere alla vittoria di Hamilton nel GP di Gran Bretagna, per rimettere ordine nelle gerarchie Mercedes

di Lucio Rizzica

Hockenheim è una pista relativamente corta ma che offre una vasta gamma di difficoltà ai piloti, alla ricerca del tempo attraverso il giusto compromesso fra rettilinei e punti tortuosi.

Ci sono curve veloci da affrontare con diversa sensibilità comprese fra i 50 km/h della curva 6 e gli oltre 220 kmh/h della curva 12, c’è necessità di dotare le monoposto di una buona trazione, di garantire una certa stabilità in frenata (al tornante Hairpin è molto profonda) visto che i freni vengono usati per il 13% del giro e si scontrano con le molte disconnessioni dell’asfalto, di scegliere le giuste prese d’aria di raffreddamento, di curare il lato sinistro delle gomme che sarà sottoposto al massimo stress. Senza tralasciare quei tratti di rettilineo sui quali sprigionare tutta la potenza di cui si dispone. L’ingresso allo stadio segue due curve molto interessanti l’ultima delle quali molto veloce, mentre la Sachskurve dalla parte opposta è molto difficile. Il tratto del Motodrom che comprende la striscia d’arrivo e partenza sarà forse quello cruciale e come sempre offrirà anche un eccellente colpo d’occhio col suo tifo da stadio.

Ma non ci sarà tempo per indugiare agli applausi per Nico Rosberg che, davanti al pubblico di casa, dovrà tornare a far pendere la bilancia dalla propria parte dopo gli squilli di tromba fatti risuonare da Lewis Hamilton nella propria tana di Silverstone. E’ il momento di restituire il colpo subito e continuare la splendida cavalcata Mercedes. Al suo settimo GP di Germania in carriera (quarto ad Hockenheim), il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel lavora sottotraccia. Sa che la sua RB10 è inferiore alle pretendenti al titolo e sa anche che neppure quando tutto andava per il verso giusto il tracciato del Baden-Wuttemberg che si snoda nella Foresta Nera gli si è rivelato per davvero amico. Nel 2012 in avvio di gara, Vettel duellò a lungo con Michael Schumacher esaltando gli spettatori. Questa edizione, senza la presenza di Schumi sarà più un po’ più triste e piena di ricordi.

Meglio concentrarsi sul presente e sulla dannata concretezza di quel Ricciardo che sta entrando di diritto nel ristretto range di piloti più forti del campionato. Un club per pochi dei quali continua a fare parte Fernando Alonso, nonostante gli alti (pochi) e i bassi (moltissimi) della sua Ferrari. Sicuramente migliore, anche se manifestamente inferiore agli avversari, di Kimi Raikkonen al quale va riconosciuta anche una certa dose di evidente sfortuna, oltre alla pochezza di guizzi. Ci sarà spazio anche per cercare tre conferme, in Germania: Massa e Bottas dovranno ratificare la crescita della Williams, Kvyatt la propria maturazione.

Sulla pista che costò la vita a Jim Clark e Patrick Depailler, oggi molto modificata, potrebbe debuttare alla guida di una Catheram il giovane Carlos Sainz Jr., figlio del due volte campione del mondo di Rally, ennesimo prodotto dell’inesauribile vivaio del Red Bull Driver Junior Team. Una mossa strategica che ricalcherebbe quanto già accaduto proprio per Ricciardo, piazzato tre anni fa in HRT per metà stagione e poi spostato definitivamente in Toro Rosso, prima di promuoverlo sulla RB. Sainz Jr. è giudicato molto più promettente di Jean-Enric Vergne e visto come naturale successore di Alonso sul mercato spagnolo. Nel caso di un debutto convincente scatterà il si salvi chi può: uno fra Kobayashi ed Ericsson potrebbe rischiare di perdere da subito il sedile…