Ickx, il re del Belgio. Quel "Pierino" che fu pilota totale
Formula 1Eterno piazzato in F1 e driver eccelso nelle gare di durata, Jacky divenne Monsieur Le Mans e trionfò spesso anche sul circuito di Spa, ma mai con le monoposto più veloci. Lui che, a Maranello, era considerato un ragazzino terribile...
di Lorenzo Longhi
"Quando corri, pensi solo a te stesso e alle tue vittorie e non sei abbastanza maturo per capire che gran parte dei successi nascono prima che tu scenda in pista e tu, il pilota, sei solo quello che conclude il lavoro". A leggere l'intervista che concesse nel 2011 a Motor Sport il più grande pilota belga di sempre, si fa davvero fatica a riconoscere in lui quello che, a Maranello, era stato ribattezzato Pierino il terribile: Jacky Ickx.
L'eterno piazzato. Tanto icastico quanto affettuoso, il nomignolo rappresentava alla perfezione l'individualismo e l'esuberanza di un pilota vero, un giovane di successo ma non sempre semplice da decifrare e che, dalla Formula 1, non ha avuto quello che forse avrebbe meritato. Un mondiale, per esempio: secondo a Stewart nel 1969 e a Rindt nel 1970, quarto nel 1968, nel 1971 e nel 1972, frenato da una Ferrari non semopre affidabile e costantemente in rincorsa, all'epoca, di quei motori Ford che vincevano sempre, fossero montati su Lotus, Matra o Tyrrell.
Il pilota totale. Le otto vittorie di Ickx in Formula 1 non rendono pieno onore ad un pilota totale. Perché Pierino il terribile nella storia del motor racing è entrato, di diritto, per essere stato un pilota eclettico come pochi altri: venne ribattezzato Monsieur Le Mans per i suoi sei successi sul Circuit de la Sarthe, vinse una Parigi-Dakar, trionfò nelle gare di 6 ore a Kyalami, Daytona e Silverstone, nella distanza sui 1000 km in circuiti storici come Monza, Imola, il Nurburgring e, ancora, Silverstone e 6 volte a Spa, dove vinse anche la 24 ore. Ma in Formula 1, sul circuito di casa, poche gioie per Jacky: appena un terzo posto a fronte di 4 ritiri, per il re del Belgio.
"Quando corri, pensi solo a te stesso e alle tue vittorie e non sei abbastanza maturo per capire che gran parte dei successi nascono prima che tu scenda in pista e tu, il pilota, sei solo quello che conclude il lavoro". A leggere l'intervista che concesse nel 2011 a Motor Sport il più grande pilota belga di sempre, si fa davvero fatica a riconoscere in lui quello che, a Maranello, era stato ribattezzato Pierino il terribile: Jacky Ickx.
L'eterno piazzato. Tanto icastico quanto affettuoso, il nomignolo rappresentava alla perfezione l'individualismo e l'esuberanza di un pilota vero, un giovane di successo ma non sempre semplice da decifrare e che, dalla Formula 1, non ha avuto quello che forse avrebbe meritato. Un mondiale, per esempio: secondo a Stewart nel 1969 e a Rindt nel 1970, quarto nel 1968, nel 1971 e nel 1972, frenato da una Ferrari non semopre affidabile e costantemente in rincorsa, all'epoca, di quei motori Ford che vincevano sempre, fossero montati su Lotus, Matra o Tyrrell.
Il pilota totale. Le otto vittorie di Ickx in Formula 1 non rendono pieno onore ad un pilota totale. Perché Pierino il terribile nella storia del motor racing è entrato, di diritto, per essere stato un pilota eclettico come pochi altri: venne ribattezzato Monsieur Le Mans per i suoi sei successi sul Circuit de la Sarthe, vinse una Parigi-Dakar, trionfò nelle gare di 6 ore a Kyalami, Daytona e Silverstone, nella distanza sui 1000 km in circuiti storici come Monza, Imola, il Nurburgring e, ancora, Silverstone e 6 volte a Spa, dove vinse anche la 24 ore. Ma in Formula 1, sul circuito di casa, poche gioie per Jacky: appena un terzo posto a fronte di 4 ritiri, per il re del Belgio.