Singapore dreaming: il sogno Formula 1 di Andrew Tang

Formula 1
La pagina Facebook ufficiale di Andrew Tang
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Nella storia della F1 non è mai sceso in pista un pilota singaporiano. Ma il mercato del Circus guarda al Sud-est asiatico con attenzione e ora nella Toyota Racing Series si sta mettendo in luce il giovane Tang. La McLaren lo monitora. Ma c'è un problema

di Lorenzo Longhi

Scorrendo la storia sinora, potrebbe essere una questione di "quando", più che di "se" perché, in una Formula 1 sempre più proiettata ai mercati d'Oriente e del Sud-est asiatico, la possibilità che in futuro il Circus possa accogliere un pilota di Singapore non è esattamente improbabile.

Aspiring F1 driver - Ovvio, non accadrà nel prossimo Gp, in programma proprio a Singapore, Gp che dalla sua istituzione nel 2008 ad oggi ha assunto sempre maggiore importanza. E verosimilmente non accadrà nemmeno nella stagione 2015, eppure i tempi sembrano maturi, anche e soprattutto perché un giovane pilota singaporiano che ha iniziato a mostrare la propria affidabilità a ruote scoperte c'è: si chiama Andrew Tang, si definisce nel suo sito "aspiring Formula 1 race driver" e, lo scorso febbraio, ha vinto il campionato Toyota Racing Series.

La McLaren osserva -
Classe 1994, compirà 20 anni a novembre e un passato in Formula Renault, Tang è seguito anche dal programma giovanile piloti della McLaren, che ne intuito certo il potenziale - magari non fenomenale, ma dignitoso - e, inevitabilmente, anche l'appeal economico in termini di sponsor e partnership. Del resto, la Formula 1 in anni recenti si è aperta prima al malese Yoong, quindi agli indiani Karthikeyan e Chandhok. Di questi, il solo Karthikeyan ha ottenuto punti (fu quarto a Indianapolis nel 2005) e, se si considerano i tanti giapponesi più o meno dimenticabili, soprattutto in altri tempi, Tang può sperare.

Intoppi -
Prima, però, da battere ha il governo di Singapore che, pur avendolo sempre aiutato sinora, lascia pendere su di lui una spada piuttosto significativa, quella del servizio militare, biennale e obbligatorio a Singapore. Sinora, Tang è riuscito a rimandare la chiamata, e al momento questa è la sua grande sfida. Da vincere, per poi togliere, un giorno forse non lontano, la parola "aspiring".