Sicurezza in F1: quando si parlava di protezione frontale

Formula 1
Ecco cosa aveva testato la Fia nel 2011 per creare una protezione anteriore sull'abitacolo delle monoposto (grafica F. Vandone)

IL VIDEO. L'incidente di Bianchi porta di nuovo alla ribalta il tema dell'incolumità in pista: le monoposto hanno misure di copertura sulla parte laterale-posteriore ma non su quella anteriore. Il tema era stato affrontato nel 2011

Si torna a parlare di sicurezza in Formula 1. Inevitabile dopo l'incidente che ha coinvolto Jules Bianchi, pilota francese della Marussia, finito sotto un mezzo di sicurezza che a bordo pista stava riumuovendo un'altra vettura (la Sauber di Sutil). Le monoposto attualmente impegnate nel Mondiale hanno misure di protezione sulla parte laterale-posteriore (roll-bar) ma non su quella anteriore. Come spiegato nel video da Fabiano Vandone, la Fia nel 2011 aveva predisposto dei test per valutare la possibilità di applicare capsule sull'abitacolo a ulteriore tutela del pilota: una aperta, l'altra chiusa.



Il primo modello- L'immagine precedente è la ricostruzione grafica del primo tentativo fatto dalla Fia nel 2011 per installare una capsula semiaperta e di derivazione aeronautica sull'abitacolo delle vetture di F1. Ma questo modello non forniva i valori di resistenza richiesti.

Il secondo modello -
Un tentativo successivo, come invece mostra la foto in basso, prevedeva l'applicazione di una capsula interamente chiusa, anch'essa di chiara derivazione aeronautica (tipica dei caccia); questa possedeva gli standard richiesti dalla Federazione, ma è stata bocciata. Uno dei motivi è il pericolo congelamento dell'abitacolo causato dalla rottura dell'estintore. Ad essa è poi connessa la possibilità di ustione per congelamento del pilota.