La Rossa e gli Usa: tra successi e strategie di domani
Formula 1La Ferrari negli Stati Uniti ha spesso dominato in pista. Domenica prossima sarà il primo GP americano per Fca, il gruppo italo-statunitense, da poco quotato alla borsa di New York, che detiene il 90 per cento delle azioni di Maranello
Per la Ferrari il GP degli Stati Uniti non è una gara qualsiasi. E' da sempre una corsa speciale. Questo sia per ragioni aziendali che sportive.
L'azienda - La Rossa negli Usa è un marchio egemone. Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale per le vendite del Cavallino. Ma c’è di più. Quello di quest’anno sarà il primo Gran Premio americano per la Fiat Chrysler Automobiles (Fca), l'attuale proprietaria del 90 per cento delle azioni di Maranello che lo scorso 13 ottobre è stata quotata alla borsa di New York. Sergio Marchionne, Amministratore delegato di Fca e presidente della Rossa, ieri ha annunciato lo scorporo della Ferrari dal resto del gruppo. Nel 2015 il 10 per cento del Cavallino Rampante verrà collocato nei listini di New York e di una piazza europea. Far bene negli Usa per la Ferrari ha sempre rappresentato un valore aggiunto, qualcosa che andava al di là delle corse. In futuro, pare, lo sarà ancor di più.
La pista - Ma oltre alle strategie industriali c’è la pista. Domenica i pronostici sono, ovviamente, tutti per la Mercedes, impegnata nella lotta mondiale tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Difficile, quindi, vedere la Ferrari sul gridino più alto del podio. A Maranello ci si dovrà consolare con il palmares. Negli Usa la Rossa è stata spesso protagonista. Negli anni Settanta hanno scritto i loro nomi nell’albo d’oro statunitense piloti come Niki Lauda, Caly Regazzoni, Carlos Reuteman e Gilles Villeneuve. Ma è negli anni Duemila che la Ferrari ha letteralmente dominato. Negli otto GP che si sono corsi prima dell’interruzione del 2008, ne ha conquistati ben sei, con cinque vittorie di Michael Schumacher e una di Rubens Barrichello. Dolci ricordi, in attesa di tempi migliori.
L'azienda - La Rossa negli Usa è un marchio egemone. Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale per le vendite del Cavallino. Ma c’è di più. Quello di quest’anno sarà il primo Gran Premio americano per la Fiat Chrysler Automobiles (Fca), l'attuale proprietaria del 90 per cento delle azioni di Maranello che lo scorso 13 ottobre è stata quotata alla borsa di New York. Sergio Marchionne, Amministratore delegato di Fca e presidente della Rossa, ieri ha annunciato lo scorporo della Ferrari dal resto del gruppo. Nel 2015 il 10 per cento del Cavallino Rampante verrà collocato nei listini di New York e di una piazza europea. Far bene negli Usa per la Ferrari ha sempre rappresentato un valore aggiunto, qualcosa che andava al di là delle corse. In futuro, pare, lo sarà ancor di più.
La pista - Ma oltre alle strategie industriali c’è la pista. Domenica i pronostici sono, ovviamente, tutti per la Mercedes, impegnata nella lotta mondiale tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Difficile, quindi, vedere la Ferrari sul gridino più alto del podio. A Maranello ci si dovrà consolare con il palmares. Negli Usa la Rossa è stata spesso protagonista. Negli anni Settanta hanno scritto i loro nomi nell’albo d’oro statunitense piloti come Niki Lauda, Caly Regazzoni, Carlos Reuteman e Gilles Villeneuve. Ma è negli anni Duemila che la Ferrari ha letteralmente dominato. Negli otto GP che si sono corsi prima dell’interruzione del 2008, ne ha conquistati ben sei, con cinque vittorie di Michael Schumacher e una di Rubens Barrichello. Dolci ricordi, in attesa di tempi migliori.