Corse e velocità: se la passione è un fatto di famiglia
Formula 1Nella prossima stagione saranno due i figli d'arte che correranno il mondiale: Rosberg e Sainz. In passato altri piloti sono scesi in pista con cognomi già noti al Circus e, in generale, al mondo dei motori
Carlos Sainz jr, neo pilota della Toro Rosso, il rumore dei motori lo ha ascoltato sin da piccolo. L’amore per le corse ce l’ha nel sangue grazie a suo padre, due volte campione del mondo di rally. Questione genetica e di educazione, quindi. Una passione, quella per la velocità, che è nata ed è stata coltivata in famiglia. E che ha portato il figlio a seguire, in parte, le orme del padre. Il rally e la F1 sono due discipline diverse, certo. Ma sempre di motori si tratta.
Da Keke a Nico - Molto più diretto, invece, il filo che lega altri piloti di F1 a famigliari che, in passato, hanno fatto parte del Circus. Come Max Verstappen, 18enne appena sbarcato anche lui alla Toro Rosso e figlio di Jos, ex, tra le altre, di Minardi, Benetton e Tyrrell. Oppure come Grahamm e Damon Hill, tutti e due ex campioni del mondo. E poi c'è Nico Rosberg, figlio di Keke, iridato con la Williams nel 1982. La storia è nota. Nico è cresciuto con l’obiettivo di intraprendere la carriera da pilota, come il padre. E così è stato. Quest’anno, per qualche mese ha sfiorato anche il sogno di emularlo nella vittoria del mondiale, ma poi ha dovuto lasciare campo a Lewis Hamilton.
Un nome, una garanzia - Anche Jacques Villeneuve è arrivato nel mondo delle corse come figlio d’arte. Suo padre era Gilles, mica uno qualsiasi. Jacques, che nel 1997 diventerà campione del mondo con la Williams, seguiva il papà ovunque. Per stare insieme, Gilles e la sua famiglia viaggiavano a bordo di un camper. Dunque, le corse il piccolo Villeneuve le ha frequentate sin da bambino. Innamorarsene è stato un passaggio obbligato. Entrare in F1 una conseguenza naturale
I Senna - Non di padre in figlio, ma da zio a nipote. La F1 ricorda due Senna. Uno famoso e vincente, l’altro meteora del paddock e ora pilota in Formula E. Il primo, ovviamente, è Ayrton. Il secondo è suo nipote Bruno, figlio di Viviane, sorella dell’ex campione del mondo brasiliano. Due carriere incomparabili, le loro. Punti di contatto, nessuno. Ad eccezione del cognome e dal fatto che, come spesso avviene, la passione del più grande ha finito per contagiare il più piccolo.
Da Keke a Nico - Molto più diretto, invece, il filo che lega altri piloti di F1 a famigliari che, in passato, hanno fatto parte del Circus. Come Max Verstappen, 18enne appena sbarcato anche lui alla Toro Rosso e figlio di Jos, ex, tra le altre, di Minardi, Benetton e Tyrrell. Oppure come Grahamm e Damon Hill, tutti e due ex campioni del mondo. E poi c'è Nico Rosberg, figlio di Keke, iridato con la Williams nel 1982. La storia è nota. Nico è cresciuto con l’obiettivo di intraprendere la carriera da pilota, come il padre. E così è stato. Quest’anno, per qualche mese ha sfiorato anche il sogno di emularlo nella vittoria del mondiale, ma poi ha dovuto lasciare campo a Lewis Hamilton.
Un nome, una garanzia - Anche Jacques Villeneuve è arrivato nel mondo delle corse come figlio d’arte. Suo padre era Gilles, mica uno qualsiasi. Jacques, che nel 1997 diventerà campione del mondo con la Williams, seguiva il papà ovunque. Per stare insieme, Gilles e la sua famiglia viaggiavano a bordo di un camper. Dunque, le corse il piccolo Villeneuve le ha frequentate sin da bambino. Innamorarsene è stato un passaggio obbligato. Entrare in F1 una conseguenza naturale
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