Arrivabene cauto: "Ora piedi per terra, titolo nel 2016"
Formula 1Ospite su SkyF1 a Paddock Live Show, il team principal della Ferrari mette ordine intorno alla scuderia: "Ora piedi per terra, testa bassa e lavorare per approfittare degli errori delle Mercedes. La prossima stagione vogliamo lottare per il Mondiale"
Alla vigilia del weekend del GP di Monaco, Maurizio Arrivabene mette ordine intorno alla Rossa: "Dopo la Malesia tutti erano felici e io ho pensato 'Cavolo questa vittoria è arrivata troppo presto, perchè poi crei delle aspettative pazzesche. Molti sono convinti che lottiamo per il Mondiale, invece abbiamo fatto passi enormi per essere competitivi". Il team principal della Ferrari ospite al Paddock Live Show su SkyF1 fissa l'appuntamento per il 2016: "Quello che ci siamo prefissati con il presidente Marchionne per l'anno prossimo è di competere per il Mondiale. Per quest'anno, quindi, piedi per terra, testa bassa e lavorare per essere lì se le Mercedes avessero dei problemi o per coglierli in contropiede, nelle piste dove sono meno preparati".
Spirito di squadra - Arrivabene sottolinea l'importanza di un confronto continuo tra meccanici e piloti, al lavoro per lo stesso obiettivo: "La macchina è nostra, ma soprattutto è una Ferrari. Ognuno di noi ha un compito preciso, poi c'è uno in particolare che parla e ci mette la faccia. Ma il team vero è quello dove ogni componente dà il proprio contributo. Ci vuole intelligenza e umiltà di ascoltare un consiglio che magari viene dall'esperienza". Arrivabene fa un passo indietro, tornano sul suo arrivo in Ferrari: "In una rivoluzione non devi necessariamente distruggere: c'era bisogno di tagliare qualcosa e di ricompattare tutti insieme andando nella stessa direzione. Io non sono per l'armatevi e partite, ma per il partire tutti insieme e armarsi strada facendo". Infine, no comment sul futuro di Kimi: "Resta? Non lo so".
Spirito di squadra - Arrivabene sottolinea l'importanza di un confronto continuo tra meccanici e piloti, al lavoro per lo stesso obiettivo: "La macchina è nostra, ma soprattutto è una Ferrari. Ognuno di noi ha un compito preciso, poi c'è uno in particolare che parla e ci mette la faccia. Ma il team vero è quello dove ogni componente dà il proprio contributo. Ci vuole intelligenza e umiltà di ascoltare un consiglio che magari viene dall'esperienza". Arrivabene fa un passo indietro, tornano sul suo arrivo in Ferrari: "In una rivoluzione non devi necessariamente distruggere: c'era bisogno di tagliare qualcosa e di ricompattare tutti insieme andando nella stessa direzione. Io non sono per l'armatevi e partite, ma per il partire tutti insieme e armarsi strada facendo". Infine, no comment sul futuro di Kimi: "Resta? Non lo so".