Fangio, vent'anni senza "El Maestro"

Formula 1
Juan Manuel Fangio, sono passati 20 anni dalla sua scomparsa (Foto Getty)
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Il 17 luglio del 1995 ci lasciava uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, forse il migliore di sempre. Ha vinto cinque titoli mondiali in un'epoca in cui le corse erano davvero spietate. E quel rapimento nel '58 a Cuba

"C'è una frase che rappresenta la Formula1 della mia epoca. Ricordo sempre il commento che mi venne spontaneo quando mi chiesero un parere sul primo GP d’Italia che vidi da spettatore, a pochi mesi dal mio ritiro: ‘Monza ’58? Gran bella gara. Non è morto nessuno“, pensieri e parole di Juan Manuel Fangio. Argentino, figlio di abruzzesi immigrati in cerca di fortuna, è nato a Balcarce nel 1911. Dopo aver corso e vinto (molto) nelle massacranti Carreteras sud americane, riuscì finalmente a varcare l’oceano quando ormai aveva già 37 anni,  grazie ad una sponsorizzazione del governo di Juan Peron. In Europa diventò "El Maestro" (oltre a "El Chueco", lo storto, per la forma delle sue gambe ), dominando la Formula 1 degli Anni '50.

Il più grande
- Che sia stato il piu’ grande della sua epoca e forse il più grande di sempre lo dicono chiaramente i numeri: esordio nel 1950, 8 anni di corse e 5 titoli mondiali conquistati, un record superato solo in epoca moderna da Michael Schumacher. Ha corso relativamente poco, 51 GP (il mondiale di F1 aveva meno della metà delle gare di oggi), vincendo moltissimo: 24 primi posti, pari al 47% delle partenze(1). Se vogliamo avere dei termini di paragone, Schumacher si è fermato ad uno straordinario 30%, Senna al 25% mentre Vettel è oggi al 27%!

Lo stile - Fangio guidava con uno stile immacolato correndo il minimo dei rischi, era rispettoso della meccanica ed aveva una straordinaria visione di gara. Oltre ad essere il numero uno in abitacolo, lo era certamente anche al di fuori. Aveva il fiuto per trovare sempre la vettura migliore nell’anno giusto e sapeva portare dalla sua parte i meccanici della squadra. Nel 1951 conquistò il primo mondiale al volante dell’Alfa Romeo quando le Alfetta del Portello (il nome della moderna berlina veniva proprio da quelle auto da corsa) erano dominatrici assolute (per intenderci a livello della Mercedes oggi). Nel 19524 non corse per i postumi di un drammatico incidente a Monza in Formula 2, per ritornare piu’ forte di prima nel 1953 con la Maserati, superato dal solo Ascari su Ferrari. Nel 1954 e 55 dominò con la Mercedes portando a casa il secondo e terzo titolo. Il ritiro dalle corse della casa di Stoccarda, a seguito della tragedia di Le Mans del ’55 (, lo portò finalmente alla Ferrari. Era un matrimonio di interesse: Fangio ed Enzo Ferrari non si amavano, anzi si detestavano. Il quarto mondiale arrivò grazie alla Ferrari D50, in realtà una “Lancia col cavallino” dato che tutto il “materiale corse” era arrivato gratis da Torino dopo la morte di Ascari e il ritiro della Lancia dalle competizioni. Il quinto titolo (quarto consecutivo) arrivò nel 1957 al volante ancora di una macchina italiana, questa volta la Maserati 250F.

L'addio alle corse - Nel 1958 decise di dire basta di fronte all’ennesimo dramma (la scomparsa dell’amico Musso a Reims) di una Formula 1 spietata. Si ritirò dalla corse da campione del mondo.  Aveva vinto cinque titoli ma soprattutto aveva sempre portato a casa la pelle in un’epoca in cui morire in Formula 1 piu’ che una possibilità, era una ragionevole certezza. Juan Manuel Fangio se ne andava vent’anni fa, il 17 luglio del 1995, all’età di 84 anni mentre il suo record di 5 titoli era ancora imbattuto.

Quel rapimento nel 1958 -  Quell'anno, in occasione del GP dell’Avana organizzato dall’ormai minata dittatura di Fulgencio Batista, Fangio fu vittima di un rapimento dimostrativo (senza alcuna conseguenza fisica per l’argentino) da parte dei rivoluzionari castristi che ottennero così un ritorno pubblicitario planetario. Fangio ritornerà poi a Cuba negli anni ‘80 come presidente onorario della Mercedes Benz per vendere camion al regime comunista, ricevendo in quell’occasione le scuse ufficiali da Fidel Casto per quella notte del 24 Febbraio del ’58.


(1)    e 56% di pole position  e 94% di partenze in prima fila…