Singapore tra sorprese e ovvietà: questo GP non conosce mezze misure

Formula 1

Mara Sangiorgio

Domenica il GP di Singapore in diretta su Sky Sport F1 HD (Foto Getty)

Se n'è andato il venerdì meno scontato dall’inizio di questa stagione. Otto piloti in otto decimi di secondo e con Kvyat e la sua velocissima Red Bull a impensierire tutti, Mercedes comprese. Hamilton quarto, Rosberg addirittura settimo a sei decimi dal pilota russo

Senza mezze misure. Singapore è il gran premio delle sorprese o delle gare con il leader in testa dall’inizio alla fine. E per ora, dopo la prima giornata in pista, ci ha regalato il venerdì meno ovvio dall’inizio di questa stagione. Con otto piloti in otto decimi di secondo e con Daniil Kvyat e la sua velocissima Red Bull a impensierire tutti, Mercedes comprese. Hamilton quarto, Rosberg addirittura settimo a sei decimi dal pilota russo.

E soprattutto in evidente difficoltà nella gestione della temperatura delle gomme sia sul giro secco sia sul passo gara. Ma mentre dal leader del campionato non traspare nessun nervosismo, è soprattutto Nico Rosberg a non nascondere il suo malumore alla fine della seconda sessione di libere confermando le sensazioni di una Mercedes più nervosa che mai in pista. Meno competitiva, in ottica gara guardando il passo soprattutto di Daniel Ricciardo, della stellare Red Bull come la definisce il team principal della Mercedes Toto Wolff. Ma a mettere nel mirino Daniil Kvyat, e a rendere ancora tutto meno scontato, è stato Kimi Raikkonen.

Secondo a 39 millesimi. Il finlandese è sceso in pista determinato nel far dimenticare subito il suo errore in partenza a Monza, e insieme a questa SF15 T entrambi i ferraristi sembrano avere le potenzialità per lottare davvero per tutto. Con un Sebastian Vettel, quarto ma subito dietro alla Mercedes di Hamilton, alla ricerca sin da subito del limite della sua monoposto. Red Bull e Ferrari. I due team, sotto i riflettori di Singapore, non sono solo vicine in pista. E’ ufficiale infatti che il rapporto tra Red Bull e Renault finirà a fine anno e che dal 2016 potrebbe essere proprio Maranello a fornire le power unit sia al team quattro volte campione del mondo che a Toro Rosso. E’ questione di settimane e si saprà se sarà davvero un ritorno al passato.