Mallya, gas a manetta: lascia l'India per evitare l'arresto
Formula 1Secondo l'agenzia di stampa Ians, il team principal e ad della Force India si è trasferito all'estero prima che la magistratura potesse emettere un ordine di arresto: un consorzio di banche reclama 1,2 miliardi di euro prestati per salvare la fallita compagnia aerea Kingfisher
L'ex magnate della birra indiano e attualmente team principal e amministratore delegato della scuderia Force India, Vijay Mallya, si è trasferito giorni fa all'estero prima che la magistratura potesse emettere nei suoi confronti un ordine di arresto richiesto da un consorzio di 17 banche che gli reclamano 90 miliardi di rupie (1,2 miliardi di euro) prestati anni fa per salvare la compagnia aerea Kingfisher Airlines, ora fallita. Lo scrive l'agenzia di stampa Ians; la notizia è stata poi rilanciata dall'ANSA.
La "fuga" di Mallya il 2 marzo scorso è stata confermata durante una udienza in Corte Suprema dal procuratore della repubblica Mukul Rohatgi. Il magistrato ha precisato che essa è avvenuta prima che il Tribunale per il recupero dei debiti di Bangalore potesse esaminare un ricorso dello stesso consorzio per bloccare un pagamento di 75 milioni di dollari a Mallya da parte del gruppo britannico Diageo che ha preso di recente il controllo della United Spirits Ltd (superalcolici) che gli apparteneva.
Intanto il Fisco indiano ha aperto un'inchiesta per riciclaggio di denaro nei confronti del magnate indiano sospettando che egli abbia dirottato parte dei fondi ricevuti dalle banche per il salvataggio della compagnia aerea su conti segreti in alcuni paradisi fiscali. A fine febbraio Mallya aveva comunque confermato di voler restare alla guida della scuderia di Siverstone nonostante l'uscita da United Spirits, avvalorando la tesi di Bernie Ecclestone che giorni prima aveva detto di non credere ad un suo abbandono della F1.