Sochi: un GP all'americana, altro che Guerra Fredda...

Formula 1
Mondiale F1, quarta tappa sul circuito di Sochi (Foto Getty)

Corse e ricorsi storici in Formula 1: dal porto di Los Angeles alle spiagge del Mar Nero (e alle montagne del Caucaso) con la Ferrari sempre protagonista

Sochi, GP di Russia, quarta gara del Mondiale F1 2016. Si corre e anche forte, a oltre 200 di media sul giro, tra le strutture del parco olimpico delle città di mare, quello Nero. Il circuito semi-permanente di Tilke ("l'architetto di Bernie", come lo chiamano) si snoda per cinque chilometri tra i palazzetti delle olimpiadi invernali del 2014 perché qui, a due passi dal lungomare di questa località di villeggiatura dell'ex-politburo sovietico, si innalzano le montagne del Caucaso e la stazione sciistica è di quelle "cool" in Russia.

 

Mr. Bernie e Gospodin Vladimir - La Formula 1 è arrivata sul Mar Nero nel 2014, voluta fortemente da Vladimir Putin come francobollo, come lasciapassare, per questa cartolina dalla Russia sospesa tra la modernità ed il nulla, un nulla vero perché qui basta allontanarsi un poco dal centro città che si finisce veramente nel vuoto. Per il Circus di Ecclestone la missione affidata dal Signore di tutte le Russie può essere considerata compiuta (impresa per altro certamente ben remunerata). E’ innegabile infatti che almeno per una settimana all’anno i riflettori, spenti dopo le Olimpiadi, vengono riaccesi su questo lembo caucasico che, rombo dei V6 turbo a parte (ancora un po’ bassino a dire il vero), lascia il mondo occidentale piuttosto (se non totalmente) indifferente nella restante parte dell’anno.

 

Guerra fredda - La Formula 1 come mezzo per promuovere una danarosa "location", come direbbe Bernie, è uno strumento affermato almeno da quattro decadi. Per capire bene come funzioni la cosa dobbiamo farci tele-trasportare in piena Guerra Fredda spostandoci a ovest, dalla Madre Russia alla California degli Angeli che piu’ West non si può. Con un volo a ritroso fino alla metà degli anni ‘70 atterriamo a Long Beach, sobborgo portuale di L.A. dal fascino post-industriale così intenso che la principale attrazione turistica è il transatlantico Queen Mary qui ancorato e adibito ad hotel-casinò galleggiante. E' in questo scenario piuttosto desolato (forse anche senza piuttosto) che a un tale Chris Pook, un tizio a metà strada tra l'appassionato di motorsport e l'agente di viaggio, viene in mente di trasformare Long Beach nella Montecarlo della California. L'idea sembra a dir poco folle, ma in America è concesso avere idee pazze e allora si prova e la cosa funziona. Arrivano le autorizzazioni per un tracciato che gira attorno a downtown fino alla spiaggia e dal '76 all'83 si corre il GP USA-West di Formula 1. Il top! Con il Circus di Ecclestone arrivano alberghi, ristoranti, turisti e soldi e con questi il rilancio di una zona che per quasi 10 anni vede puntare su di sè i riflettori della popolarità, che prima erano orientati verso L.A. e San Diego. "Formula 1 works" come direbbe Ecclestone, la Formula 1 funziona!

 

Un salto di 40 anni - La quarta gara del Mondiale '77 si corre negli Stati Uniti sul cittadino di Long Beach, ma sembra un po' Sochi-Russia. Tutto nuovo, tutto bello, tutto per i turisti e per le telecamere, se non fosse che in Russia nel 2014 hanno fatto le cose ben più in grande, ma l'idea è la stessa: farsi vedere!
Il 1977 della Formula 1 è l'anno della rivincita di quel gigante del motorsport che neanche le fiamme del Ring hanno piegato, Niki Lauda. L'austriaco per la cronaca parte dalla pole a Long Beach. E' l'anno del suo secondo Mondiale in rosso con la splendida Ferrari 312 T2 pensata da quel genio assoluto di Mauro Forghieri con il v12 piatto, l'alettone posteriore a freccia e le "presone" Naca sul muso. Il bianco e il rosso poi stanno benissimo assieme, non per nulla sono stati riscoperti anche nel 2016 in un ben riuscito déjà-vu cromatico che ci auguriamo di buon auspicio, pur consapevoli che in Formula 1 la fortuna non esiste (o quasi). Buon Gran Premio degli USA 2016 a tutti, ops…di Russia 2016.