Formula 1, cosa c'è dietro il silenzio Ferrari?

Formula 1

Carlo Vanzini

Meno di 50 giorni al via del primo Gran Premio. A che punto sono le scuderie di Formula 1? Dopo la Mercedes, facciamo il punto sulla Ferrari, che il 24 svelerà la nuova vettura per il 2017

FERRARI

Fatti e non parole - Mai come quest’anno, la Ferrari ha scelto la via del silenzio e messo in moto cervelli italiani per la creazione e lo sviluppo della sua 63^ monoposto di F1. Per trovare così tanta Italia bisogna tornare ai tempi della gestione Costa, a capo del progetto anche negli anni dell’ultimo mondiale piloti, datato 2007.Dopo la migrazione di Costa in Mercedes sono stati epurati Tombazis, Pat Fry, James Allison e altri nomi meno altosonanti. I cambiamenti riguardano anche uno svecchiamento della squadra dei meccanici, decisione presa sia per portare dentro entusiasmo fresco, sia poter gestire un monte ferie interno cresciuto a dismisura. I conti devono comunque sempre tornare. Adesso a capo dell’ufficio tecnico c’è Mattia Binotto. Da una vita, da sempre, a Maranello. Già capo dei motori in Ferrari. A suo diretto riporto, al vertice della piramide, Simone Resta, con il ruolo di coordinamento trasversale. Attivissimo in questo periodo a fra bocciare la sospensione Red Bull (e in parte quella Mercedes), come a far bandire il sistema di partenza alla Hamilton. Con lui Sassi e Fraboni per la parte Power Unit, supportati dal tedesco Zimmerman; all’aerodinamica David Sanchez, francese, neo promosso dopo la partenza di Allison; e poi la scommessa sul talento di Enrico Cardile, fenomeno del GT, ma alla sua prima esperienza in F1.

A Maranello bocche cucite, nessuno parla, dal presidente, scottato dagli ottimistici pronostici 2016, giustificati da informazioni tecniche sbagliate, ai meccanici. Non trapela nulla, e le voci così si rincorrono sulla competitività senza pesanti conferme. I nostri 007 ricevono info contrastanti, ma al momento la Ferrari sembra costretta a inseguire la sfida Mercedes – Red Bull e si vocifera anche di un posteriore già da rivedere. Mai come quest’anno dovremo aspettare i test e poi Melbourne per dare una posizione di partenza giusta, nell’ipotetica griglia 2017, alla Ferrari. Al momento è una terza fila, ma chissà che il silenzio non porti alla sorpresa. L’ottimismo nasce dalle ritrovate e crescenti prestazioni dell’ultima fase del campionato 2016, il che vuol dire che in quel periodo in Ferrari hanno ottimizzato le prestazioni rispetto alle difficoltà riscontrate in stagione. Certo la base di partenza è quella, quindi telaio e carico aerodinamico, i maggiori imputati delle difficoltà rosse. Non si possono fare rivoluzioni da una stagione all’altra, ma stiamo comunque parlando pur sempre della Ferrari. Diamola per terza forza, con la speranza per i tifosi italiani di essere piacevolmente smentiti.

PILOTI

Vettel e Raikkonen - Sono ben amalgamati, in tal senso la miglior coppia in circolazione. Non hanno avuto motivi di rivalità o di giochi di squadra a favore di uno o dell’altro, da mettere a repentaglio il loro rapporto, ma il livello raggiunto da Raikkonen nel 2016 ha messo pressione a Vettel, chiamato a dare molto di più rispetto all’ultimo campione del mondo in rosso, quest’anno trentottenne.

Per Vettel sarà la decima stagione a tempo pieno, la undicesima considerando anche quella del debutto con BMW prima, a Indianapolis, e con Toro poi. Iniziare l’anno con entrambi i piloti in scadenza non è il massimo, il rinnovo per Vettel è già sul tavolo, ma è chiaro che il ritiro di Rosberg ha aperto scenari interessanti per tutti, Vettel compreso. Il rischio è che si possa parlare solo di quello. Se va tutto bene allora quando rinnova? Se le cose invece dovessero andare male ecco che ben presto inizierebbe il giochino del rinnova o no con l’inevitabile elenco dei possibili sostituti, al quale il suo compagno di squadra Raikkonen è abituato da tempo.

Per Vettel è la stagione del o la va o la spacca perché Schumi, dal suo secondo anno in Ferrari, è sempre stato in lotta per conquistare il mondiale (infortunio ‘99 a parte) per poi conquistarlo al quinto tentativo. Così trascinò le folle, stando attaccato all’impossibile in lotte impari con Williams e Mclaren, da Vettel ovviamente ci si aspetta lo stesso, non che a fine stagione abbia più o meno gli stessi punti di Raikkonen. Serve il Vettel versione Abu Dhabi 2016. Cattivo e aggressivo come da un po’ non si vedeva.