Weekend decisivo per i campionati di Formula 1 e MotoGP: Lewis e Marc hanno la possibilità di chiudere i giochi a poche ore di distanza rispettivamente in Messico e in Malesia, esattamente come due illustri predecessori nel 2003…
Lewis Hamilton e Marc Marquez come Michael Schumacher e Valentino Rossi? Impossibile fare paragoni di talento e velocità fra questi quattro fenomeni del motorsport, anche se da domenica sera potrebbero avere tutti una cosa in comune. Il britannico della Mercedes, forte di 66 punti di vantaggio su Sebastian Vettel, potrebbe conquistare domenica a Città del Messico il suo quarto titolo iridato, il terzo negli ultimi quattro anni: a Lewis basterà arrivare quinto, indipendentemente dal risultato della Ferrari. Esattamente 12 ore prima, a Sepang, Marc Marquez potrebbe laurearsi campione del mondo per la sesta volta in carriera, la quarta nella classe regina. Al catalano della Honda, che vanta un rassicurante +33 su Dovizioso a due gare dal termine, serve un primo o secondo posto nel GP di Malesia, al netto della prestazione del ducatista. Due titoli iridati nello stesso giorno, un evento eccezionale che si è verificato in una sola occasione dal 2002 ad oggi, ovvero dalla stagione di debutto della MotoGP. L’anno in questione è il 2003, il giorno è il 12 ottobre, quando si tenne l’ultima gara stagionale di F1 e la terz’ultima del Motomondiale, con i due titoli che vennero assegnati praticamente in temporanea: il GP di Formula 1 cominciò alle 7.30 italiane a Suzuka, mentre quello di MotoGP prese il via mezz’ora più tardi a Sepang.
Schumi, punticino d’oro in Giappone
Fu quella una mattina drammatica, sportivamente parlando, per i tifosi della Ferrari, svegli all’alba per spingere Michael Schumacher a una rimonta che a un certo punto sembrava impossibile. Il tedesco scattava dalla 14^ piazza dopo un sabato condizionato, come spesso capita a Suzuka, dalla pioggia. Per centrare il suo sesto Mondiale, il quarto consecutivo al volante della Rossa, Schumi doveva chiudere almeno ottavo e sperare che il suo primo inseguitore, Kimi Raikkonen su McLaren, non vincesse. Il fenomeno tedesco chiuse quel Gran Premio proprio all’ottavo posto, conquistando quel punticino che gli serviva per chiudere il Campionato davanti a Kimi, secondo a Suzuka dietro a un fondamentale Barrichello. Con quel trionfo, Schumi scavalcò Juan Manuel Fangio, diventando il pilota di Formula 1 più vincente della storia.
Rossi V, re di Sepang
Quasi in contemporanea, in Malesia veniva assegnato il titolo di MotoGP a Valentino Rossi. Il 24enne di Tavullia, che entrava in quella gara con 58 lunghezze di vantaggio su Sete Gibernau, aveva bisogno di non perdere più di 7 punti dallo spagnolo per laurearsi aritmeticamente campione con due gare di anticipo. Rossi non solo non perse punti, ma vinse quel GP proprio davanti a Gibernau, salendo a +63 in classifica generale e rendendosi così irraggiungibile dal diretto rivale. Per Valentino fu il terzo titolo conquistato in top class (dopo quelli del 2001 in 500 e del 2002 nella nuova MotoGP) e il quinto totale in carriera (campione anche nel 1997 in 125 e nel 1999 in 250). Fu quello un trionfo iridato molto speciale per il Dottore, l’ultimo in sella alla Honda. Pochi mesi più tardi, sempre a Sepang, Valentino plasmava la sua nuova creatura, la Yamaha, con cui vincerà altri quattro titoli, entrando defintivamente nella leggenda del motociclismo.