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Formula 1, GP Brasile 2018. Tutte le domande e le risposte della gara di Interlagos

Formula 1

Cristiano Sponton

Il contatto tra Verstappen e Ocon (foto: Sutton)

Cosa è successo tra Verstappen ed Ocon? Qual è il segreto della grande performance Red Bull? Quali sono stati i problemi di Mercedes e della Ferrari di Vettel? Ecco tutte le domande e le risposte dopo il GP ad Interlagos

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Perché Ocon ha resistito a Verstappen?

Al giro 44 la Red Bull di Max Verstappen era la monoposto più veloce in pista, occupando la prima posizione con gomme più fresche e prestazionali rispetto a quelle di Hamilton, secondo. Al giro 40 la Force India ha richiamato Ocon per il suo pit stop, convinta di poter rimandare in pista il francese davanti all’olandese, ma a causa di problemi nel cambio gomme, il team ha impiegato 5s, perdendo la posizione.
Nei primi giri con le SuperSoft Ocon era più veloce di Verstappen come si vede osservando il passaggio nel giro 42, dove Force India è riuscita a guadagnare mezzo secondo sulla monoposto fino a quel momento in testa alla gara. Per sfruttare al meglio le gomme rosse, Ocon ha cercato di sdoppiarsi ma la manovra ha portato i due al contatto in curva 1, mandando in testacoda Verstappen e danneggiando la sua RB14 nella zona del fondo, facendogli perdere parecchi punti di carico. Se da una parte Ocon ha commesso un errore piuttosto grave, il pilota Red Bull avrebbe potuto prestare maggiore attenzione ed evitare il contatto, avendo solo da perdere.

La Red Bull era la vettura più veloce?

La risposta è sì, senza alcun dubbio. Il gap in qualifica era dovuto principalmente alla differenza di cavalli tra la Power Unit Renault e quella Mercedes. In gara né il team di Brackley né la Ferrari riescono a eguagliare le prestazioni che hanno avuto in qualifica. La RB14 è stata, infatti, la monoposto più veloce nel secondo settore e la migliore nello sfruttamento delle gomme. La gestione degli pneumatici è stata il fattore determinante, aiutato anche dal setup scelto dagli ingegneri di Milton Keynes, che hanno deciso di non scaricare eccessivamente l’ala posteriore, consentendo alla monoposto di avere carico aerodinamico a sufficienza per non mandare in crisi le SuperSoft.
Verstappen ha sicuramente costruito il possibile successo nel primo stint, quando è riuscito ad allungare la prima parte di gara con degli pneumatici che al venerdì avevano creato grossi problemi ai due top team rivali.

Il ritmo del pilota olandese ha costretto Hamilton ad anticipare il suo pit stop per evitare il sorpasso in pista che, vedendo i tempi, ci sarebbe stato. Red Bull ha sfruttato al massimo il compound rosso, richiamando Verstappen ai box al giro 35, dopo un crollo prestazionale degli pneumatici.
Andare così lungo ha permesso alla RB14 numero 33 di montare le gomme Soft mentre Hamilton, anticipando la sosta, ha dovuto utilizzare le Medium per gestire la strategia di gara ad una sosta. Questo ha permesso a Verstappen di recuperare in pochi giri il gap che lo separava dal cinque volte campione del mondo, riuscendo a superarlo piuttosto agevolmente alla staccata di curva 1. Una volta in testa ha costruito un margine di 3s, gestendolo senza problemi, prima del contatto con Ocon. Successivamente è riuscito a recuperare terreno su Hamilton, ma i danni al fondo della sua monoposto gli sono costati la vittoria.  

Come ha gestito le gomme la Mercedes?

In Brasile abbiamo visto una Mercedes migliore rispetto a quella di Austin e del Messico. Nei long run di venerdì non c’erano stati problemi di blister, che si è però verificato in gara, anche a causa dell’innalzamento della temperatura. Nella prima parte di gara, il blister alle gomme posteriori ha costretto Hamilton e Bottas ad accorciare il primo stint con SuperSoft.
Con gomme medie la situazione è migliorata, anche grazie al cambio di stile di guida che ha risparmiato le posteriori, stressando le anteriori. Tuttavia questo non ha comportato un innalzamento dei tempi sul giro, come si può osservare nel grafico in basso.

Come mai Mercedes non era veloce sui rettifili?

Hamilton non era particolarmente veloce sui rettilinei a causa di un problema a uno scarico, che ha costretto gli ingegneri a non utilizzare una mappatura aggressiva della Power Unit. Secondo le stime di Mercedes, la perdita di potenza è costato al cinque volte campione del mondo circa 4 decimi al giro. Per questo motivo The Hammer non è stato aggressivo nel duello con Verstappen, consapevole della velocità della Red Bull.

Come si spiega la mancanza di ritmo di Vettel?

Alla vigilia della gara si pensava che il favorito per la vittoria fosse Sebastian Vettel, vista la scelta di Ferrari durante le qualifiche, riuscendo a qualificare nel Q3 entrambi i suoi piloti con gomme Soft. Questo lasciava immaginare un lungo primo stint per poi montare le prestazionali gomme Super Soft.
La gara di Vettel ha avuto problemi sin dal giro di formazione per via di un sensore che ha compromesso il regolare funzionamento del differenziale. Così si spiega la mancanza di guidabilità della SF71H e il consumo anomalo degli pneumatici, che non hanno permesso al tedesco di esprimere il massimo potenziale della Rossa.
Le Soft, che dovevano essere l’arma vincente, si sono trasformate in un handicap perché hanno faticato ad entrare in temperatura mentre le SuperSoft hanno avuto una durata ed una performance nettamente superiore alle attese della vigilia.